A sorpresa, il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto restrittivo sui bonus edilizi per contenere i costi del Superbonus, la misura introdotta dal governo Conte per stimolare lavori di ristrutturazione edilizia attraverso incentivi fiscali significativi, che però ha prodotto centoquattordici miliardi di euro di debiti per lo Stato. Per evitare un ulteriore sforamento del deficit, arrivato al 7,2 per cento del Prodotto interno lordo, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato che non sarà più possibile optare per lo sconto immediato in fattura o per la cessione del credito d’imposta rispetto alla tradizionale detrazione fiscale.
Inoltre il Governo ha eliminato la possibilità di utilizzare la remissione in bonis, che avrebbe consentito di regolarizzare con una minima sanzione da duecentocinquanta euro le comunicazioni necessarie per beneficiare degli incentivi fino al 15 ottobre 2024. Un meccanismo che avrebbe potuto estendere ulteriormente l’impatto finanziario del Superbonus. Per avere un controllo più stretto sull’effettivo svolgimento dei lavori, il decreto prevede l’obbligo di trasmettere informazioni dettagliate sugli interventi agevolabili. In caso di mancata trasmissione, sono previste sanzioni significative, tra cui una multa di diecimila euro o la perdita dell’agevolazione fiscale per i nuovi interventi.
Il decreto approvato dal governo Meloni introduce misure specifiche per prevenire frodi, limitando a una sola volta la cessione del credito. Nel caso venissero scoperte irregolarità o frodi legate alla cessione del credito, sia chi ha ceduto il credito sia chi lo ha ricevuto possono essere ritenuti responsabili legalmente. Il Governo ha anche ampliato i controlli preventivi su operazioni sospette per assicurare la correttezza delle transazioni: per esempio i beneficiari dei bonus edilizi che hanno debiti fiscali superiori a diecimila euro vedranno sospesi i loro crediti d’imposta fino al saldo del debito col Fisco.
I test psicoattitudinali per i magistrati
Nel suo settantacinquesimo Consiglio dei ministri, il governo Meloni ha introdotto con un decreto legislativo i test psicoattitudinali per l’accesso alla magistratura, ma la norma entrerà in vigore solo nel 2026 perché «allo stato attuale non sarebbe possibile depauperare alcuni organi di magistrati che sono essenziali», ha spiegato in conferenza stampa il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il governo Meloni ha ridotto anche a centottanta il numero di magistrati fuori ruolo, ovvero i giudici che svolgono funzioni diverse da quelle giurisdizionali tipiche, come ruoli amministrativi, di consulenza legale o di rappresentanza dello Stato in ambiti specifici.
Il decreto semplificazioni
Il Governo ha approvato anche l disegno di legge semplificazioni per velocizzare i procedimenti amministrativi, riducendo da dodici a sei mesi il periodo entro il quale può essere annullato d’ufficio un provvedimento amministrativo. I comuni potranno concedere temporaneamente porzioni di strade pubbliche alle strutture alberghiere per il parcheggio o per facilitare operazioni di carico e scarico dei bagagli. Così come saranno più semplici le disposizioni per ottenere il nulla osta necessario per lavorare, riducendo gli oneri amministrativi per cittadini e imprese. Infine sono state snellite le norme per la circolazione giuridica dei beni provenienti da donazioni; il permesso di costruire su immobili vincolati; il rilascio autorizzazioni all’inumazione, alla tumulazione, alla cremazione e all’affido o dispersione delle ceneri; così come la dichiarazione di assenza e morte presunta, dimezzando i termini per la dichiarazione del relativo status.
La farmacia dei servizi
Il ddl proposto dal ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo potenzia finalmente anche l’istituto della “farmacia dei servizi” che formalmente esiste dal 2009 senza mai essere davvero partito. Le farmacie potranno fornire dispositivi medici essenziali per il trattamento di pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale, facilitando l’accesso a strumenti cruciali per la cura e il sostegno a casa o in strutture specifiche. Il governo Meloni ha ampliato anche il potere di prevenzione e monitoraggio delle farmacie permettendo di effettuare test diagnostici base, come quelli per la glicemia, l’emoglobina e le urine, non limitandosi più ai soli test di autocontrollo.Così come potranno eseguire test che aiutano a combattere l’antibiotico-resistenza, sostenendo il lavoro dei medici di medicina generale e dei pediatri, attraverso un accesso facilitato a test rapidi e mirati.
Il ddl semplificazioni permetterà a due o più farmacie, anche se di proprietà diverse, di unirsi per offrire servizi sanitari in comune, attraverso la stipula di contratti di rete e i farmacisti che avranno compiuto una formazione specifica potranno somministrare tutti i vaccini previsti dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale ai cittadini sopra i dodici anni. Infine il Governo darà ai cittadini la possibilità di scegliere il proprio medico di medicina generale o pediatra tra quelli convenzionati con il Servizio sanitario regionale direttamente in farmacia, semplificando le procedure burocratiche.
Il riconoscimento della sordocecità
Con una norma specifica, il governo Meloni ha introdotto una definizione più inclusiva e ampia della sordocecità, estendendo il riconoscimento dei diritti a chiunque presenti una compromissione, totale o parziale, sia dell’udito che della vista. Queste compromissioni possono essere sia congenite, cioè presenti dalla nascita, sia acquisite, o sviluppatesi nel corso della vita.