Truth or dareLa Trump Media è stata salvata dalla bancarotta grazie a un ambiguo imprenditore vicino a Putin

Il Guardian ha rivelato in esclusiva che la società lanciata nel 2021 dall’ex presidente degli Stati Uniti ha ricevuto otto milioni di dollari da società controllata da Anton Postolnikov, attualmente sotto indagine federale per insider trading e riciclaggio di denaro

LaPresse

La società creata da Donald Trump per lanciare il social media Truth è stata salvata dalla bancarotta solo grazie a una serie di prestiti di emergenza da parte di un uomo d’affari russo-americano, Anton Postolnikov, attualmente sotto indagine federale per insider trading e riciclaggio di denaro. Senza quei fondi la società di Trump non avrebbe mai potuto sopravvivere, né quotarsi in borsa a fine marzo di quest’anno, capitalizzando 9,25 miliardi dollari. Lo ha rivelato in esclusiva il quotidiano inglese The Guardian sottolineando l’ambiguo legame di Postolnikov, nipote di Aleksandr Smirnov, alleato del presidente russo Vladimir Putin.

Il fulcro di questa intricata vicenda di prestiti è l’ES Family Trust, gestito da Postolnikov, che ha aperto un contro nella Paxum Bank, una piccola banca registrata sull’isola caraibica di Dominica, sempre di proprietà Postolnikov, nota per offrire servizi finanziari all’industria pornografica. L’ES Family Trust avrebbe prestato alla Trump Media & Technology Group Corp due milioni di dollari il 23 dicembre 2021 e sei milioni di dollari il 17 febbraio 2022.

Secondo l’indagine congiunta dell’FBI e del Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS) degli Stati Uniti, l’ES Family Trust avrebbe agito come una società di comodo, riciclando denaro. I sospetti degli agenti federali sono nati dal fatto che la Paxum Bank non può offrire prestiti negli Stati Uniti, non avendo una licenza bancaria statunitense. Tuttavia, attraverso l’ES Family Trust, Postolnikov è stato in grado di fornire il salvataggio finanziario necessario per sostenere la piattaforma Truth Social di Trump Media, lanciata dall’ex presidente degli Stati Uniti come un’alternativa a Twitter in grado di tutelare la libertà di espressione per gli utenti di destra, proteggendoli da qualsiasi censura.  

Infatti alla fine del 2021, la Trump Media stava affrontando problemi finanziari dopo che la fusione pianificata originariamente con Digital World era stata posticipata a tempo indeterminato dopo una inchiesta della Securities and Exchange Commission. L’ex presidente degli Stati Uniti faticava a ottenere finanziamenti poiché le banche tradizionali erano restie a prestare milioni alla compagnia di social media di Trump a seguito dell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021. 

I prestiti sono stati concessi sotto forma di cambiali convertibili. Tradotto: l’ES Family Trust avrebbe acquisito una partecipazione importante in Trump Media offrendo denaro in cambio dell’accettazione da parte di Trump Media di convertire il capitale del prestito in azioni della società.

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