Che si tratti di tecnologia digitale, energia o trasporti, la Commissione europea vuole legare maggiormente i Paesi emergenti e in via di sviluppo all’economia dell’Unione europea. Entro il 2027, il programma di investimenti “Global Gateway” prevede di stanziare fino a trecento miliardi di euro. Nella sua analisi, il Centre for European Policy Network ne ha esaminato per la prima volta in modo esaustivo gli effetti commerciali sull’UE. Conclusione chiave: per rafforzare la resilienza economica dell’UE, il Global Gateway non può essere un’iniziativa isolata, ma deve essere combinato con la più ampia Agenda verde europea.
«Affinché il Global Gateway diventi un modello di successo, deve trasformarsi in un motore di crescita economica sostenibile per i Paesi partner», afferma l’economista del Cep André Wolf di Berlino, autore dello studio insieme a Eleonora Poli di Roma. Secondo gli esperti del Cep, i fondi devono essere destinati a misure infrastrutturali cruciali per l’introduzione di tecnologie strategiche a emissioni zero e per la modernizzazione strutturale dei Paesi partner, come i gasdotti per l’idrogeno verde.
I piani includono collegamenti sottomarini tra l’Ue e l’America Latina, la modernizzazione dei porti e nuove connessioni internet. «I programmi di investimento devono essere integrati in una strategia globale di resilienza dell’Unione europea che comprenda l’approfondimento della cooperazione normativa con i partner, una tabella di marcia comune per la riduzione delle barriere normative al commercio e la cooperazione per il rafforzamento delle istituzioni locali», afferma Eleonora Poli. Per contenere l’influenza globale della Cina, l’Ue deve offrire un partenariato economico su un piano di parità. Ciò richiede la volontà di condividere le conoscenze tecnologiche e di offrire ai Paesi partner la prospettiva di migliorare la loro posizione nelle catene globali del valore.