Un buen retiro dove staccare dallo stress e rigenerarsi. Contare su un indirizzo di questo tipo è l’ambizione di molti, se non di tutti coloro che abitano nelle grandi città. Tuttavia, in assenza di seconde case in località isolate, esiste una serie di alternative a prezzi possibili, dove godere dell’agognata tranquillità in contesti naturali di serena bellezza. Le colline che caratterizzano alcune aree della Toscana, dell’Abruzzo e dell’Umbria ospitano infatti oasi di silenzio, circondate di alberi e solcate da sentieri che percorrono morbidi declivi, dove il tempo pare essersi fermato.
Un santuario di questo tipo è sicuramente la Lupaia, una mecca del buon vivere nella provincia di Siena nata dal desiderio dei due proprietari, Heidi e Christopher Mueller, di fuggire dal mondo aziendale e di creare il perfetto piccolo hotel di lusso. Per due anni i due treasure hunter hanno trascorso i fine settimana alla ricerca del loro idillio italiano, finché si sono imbattuti nel luogo perfetto: alcune dimore risalenti al 1622 sulle colline vicine a Montepulciano, dal panorama mozzafiato.
Perfettamente restaurate, queste strutture sono diventate dodici incantevoli camere e suite, in cui l’ospitalità è così totalizzante da adattarsi alle richieste di ogni cliente. Poiché l’obiettivo della struttura è favorire il relax, per esempio, non esistono orari fissi per i pasti, niente regole: ogni ospite detta i suoi tempi e stabilisce le proprie priorità con una sola certezza: quella di rimpiangere il momento di andarsene.
Anche Villa Saletta, a Montanelli (Località Palaia, Pisa) vanta una storia lunga di molti secoli. La famiglia dei Gambacorta consolidò la proprietà delle terre attorno alla fattoria nel 1300, prima che ne entrasse in possesso la famiglia dei Riccardi, che trasformò Villa Saletta in una vera e propria azienda rurale nel corso del sedicesimo e diciassettesimo secolo, per poi essere ceduta alla famiglia Castelli. Dal 2000 la proprietà è della famiglia inglese Hands, cui si deve la rinascita di questa meravigliosa realtà agreste nel cuore della Toscana. Tra vigneti e boschi, agli ospiti non sono riservate stanze ma intere abitazioni: Fagnana è un’antica fattoria del 1800, adatta per quattordici persone; Valle ne accoglie tredici in sette camere dislocate su due strutture adiacenti, mentre Casolare è un ex casino di caccia per sei persone.
Tra la Toscana e l’Umbria, a pochi chilometri da Umbertide, sorge Borgo Bastia Creti: una fortificazione con origini nel XIV secolo, degnamente restaurata dalla famiglia Wirth (proprietari dell’Hotel Hassler a Roma), che offre cinque dimore indipendenti e una serie nutrita di servizi, dallo chef personale alle degustazioni al golf, senza tuttavia interrompere la perfetta quiete offerta dal complesso, benché esso si trovi vicino ad attrazioni molto frequentate come Cortona e il lago Trasimeno.
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Un borgo addirittura medievale, oggi divenuto albergo diffuso, è quello di Sextantio, ovvero Stefano di Sessanio: un paesino medievale fortificato edificato tra le montagne dell’Abruzzo ad oltre 1.250 metri di altitudine, all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. Tra laboratori di panificazione e di corsi di tessitura, soggiornare nelle strutture elegantemente minimal del borgo sarà come salire sulla macchina del tempo e abbandonarsi all’incanto della semplicità, del silenzio e di ritmi lenti.
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A consentire un’esperienza dell’anima è esplicitamente dedicato, già nel nome, l’Eremito Hotelito Del Alma di Parrano (Terni), che è stato uno dei primi hotel “Digital Detox” in Italia ed è tuttora uno dei pochissimi concepiti per viaggiatori solitari. Costoro, come gli altri, alloggiano in celluzze dal sapore monastico, ma possono anche ritemprarsi nell’area relax, interamente scavata nella roccia, e frequentare lezioni di meditazione e yoga. Eremito è un luogo unico, un eremo laico dove trascorrere un tempo rilassante, lontano dai rumori e dalle distrazioni della quotidianità. Un paradiso primitivo, senza connessione wi-fi, senza telefono e senza disturbi di qualunque tipo per riconnettersi alla propria interiorità. Perché sulle colline del Centro Italia l’isolamento volontario è una forma di comunione con sé stessi, e il fine del viaggio non è perdersi in un contesto sconosciuto, bensì ritrovarsi. Sempre uguali a prima, ma anche un po’ diversi.