Il Parlamento ucraino ha approvato gli emendamenti alla legge sulla mobilitazione, con duecento e ottantatré voti a favore su quattrocentocinquanta. La decisione, il cui disegno di legge era passato il 7 febbraio, arriva dopo la legge firmata il 2 aprile dal presidente Volodymyr Zelensky per abbassare l’età minima per la leva da ventisette a venticinque anni.
Entrambi i provvedimenti hanno l’obiettivo di rinforzare le linee difensive del Paese, dove i soldati che prestano servizio da più di due anni sono stremati. L’ex capo delle Forze armate ucraine Valery Zaluzhny a febbraio aveva detto che all’Ucraina servivano cinquecentomila nuove unità al fronte entro la fine dell’anno per sostituire le perdite, i feriti e per permettere a chi combatte dall’inizio della guerra di tornare a casa. Zelensky si era opposto alle richieste per paura di ripercussioni da parte dell’opinione pubblica.
Il nuovo decreto – approvato oggi dalla Verkhovna Rada, il Parlamento di Kyjiv – permette di inviare ai cittadini gli ordini di reclutamento anche via posta elettronica per diminuire i tentativi di diserzione. Inoltre, vengono proposti degli incentivi per chi si arruola (come il diritto a quindici giorni consecutivi di ferie, la possibilità di scegliere a quale unità unirsi, e il pagamento di circa trecento ottanta mila dollari alle famiglie dei caduti al fronte) e l’inasprimento delle sanzioni per chi cerca di aggirare la mobilitazione.
I soldati al fronte sono stanchi, e hanno accusato il governo di non fare abbastanza per trovare nuove reclute che li sostituiscano. In effetti, la prima versione della legge approvata oggi conteneva dei paragrafi riguardo la smobilitazione (che a oggi è fissata a trentasei mesi dall’inizio del servizio), ma è stata modificata per volontà del generale Oleksandr Syrsky. Syrsky aveva inizialmente sottolineato la necessità di includere la questione tra i temi trattati dal decreto, ma ha poi cambiato idea dopo aver «compreso la situazione operativa» e «i rischi e le minacce con cui ha a che fare lo Stato».
Il governo si è detto pronto a iniziare a lavorare su una legge separata che tratterà di turnazioni e smobilitazione, ma il processo potrebbe durare anche otto mesi, secondo il Ministero della difesa.