Resistenza in esilioIl sindaco di Mariupol spiega perché la sua città era, è, e sarà sempre Ucraina

A Bruxelles, Vadym Boychenko ha raccontato che l’urgenza è garantire agli sfollati alloggi a basso costo e, anche grazie al sostegno della comunità europea, elaborare un piano di ricostruzione per un futuro libero dall’ingerenza russa

Vadym Boychenko, sindaco di Mariupol

A margine della sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni (CdR), il sindaco in esilio di Mariupol, Vadym Boychenko, ha parlato alla stampa del futuro della città costiera ucraina occupata dall’esercito russo nel 2022. Negli ultimi due anni, più di trecentomila persone hanno lasciato Mariupol, trasferendosi in altre zone del Paese o del continente, ma stanno tuttora vivendo grossi problemi a livello abitativo: «Uno dei tanti modi in cui la comunità europea sta sostenendo l’Ucraina riguarda il social housing per i cittadini che hanno lasciato Mariupol. Il primo di questi alloggi è stato costruito nella città di Dnipro, ma vogliamo allargare questo concetto», dice il sindaco in carica dal 2015. 

Un progetto, quello del social housing per i cittadini costretti a lasciare Mariupol, sostenuto anche dal governo francese: «In generale, l’edilizia residenziale pubblica a basso costo sarebbe utile a quattro milioni di ucraini», aggiunge il Boychenko, che attualmente non risiede nella città dell’Ucraina sudorientale. Secondo lui, però, Mariupol deve prepararsi già ora alla riconquista da parte dell’esercito ucraino e alla conseguente ricostruzione. 

«L’aiuto della comunità europea per noi significa fiducia, speranza, futuro. Oggi vediamo che il novanta per cento degli ucraini desidera l’ingresso del Paese nell’Unione europea. Si tratta di un’opportunità per vivere in un mondo civile e libero. I cittadini di Mariupol, però, purtroppo sono ancora sotto occupazione. Dobbiamo capire solo una cosa: l’Ucraina e Mariupol sono una cosa sola. Mariupol è il cuore dell’Ucraina. Non lo dico io, ma il presidente Volodymyr Zelensky. Mariupol era, è, e tornerà in Ucraina. Torneremo a Mariupol. Tutti i crimini di guerra e tutti i criminali di guerra devono essere puniti. Questo è il nostro obiettivo principale», spiega il sindaco, che ha poi parlato di un’alleanza con altre città europee. 

«Abbiamo creato i cosiddetti Centri di sostegno per il futuro di Mariupol, che oggi sono diciotto. Stiamo elaborando piani per il nostro ritorno e il nostro risveglio. Merito anche del supporto dei migliori architetti del mondo e di città europee come Danzica, Varsavia, Wroclaw, Utrecht e Rotterdam. Con Danzica, tra l’altro, avevamo lavorato su vasta scala anche prima del 24 febbraio. Queste città sono rinate dopo la Seconda guerra mondiale, oggi regalano a Mariupol la loro importantissima esperienza», dice. Per chiudere, Vadym Boychenko ricorda che «non esistono realmente posti occupati e posti non occupati. Esiste l’Ucraina. E dobbiamo prenderci cura dell’integrità del nostro Stato e del ripristino di tutte le comunità che, purtroppo, sono temporaneamente sotto occupazione». 

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