Qui BarcellonaI Socialisti vincono le elezioni in Catalogna, gli indipendentisti perdono terreno

Il Partito socialista è stato il più votato con il il 27,94 per cento, ma per governare dovrà allearsi con altre forze politiche. Junts per Catalunya, guidato dall’ex presidente Carles Puigdemont, per la prima volta in più di dieci anni non ha la maggioranza in Parlamento

Alle elezioni anticipate nella regione autonoma spagnola della Catalogna ha vinto il Partito socialista catalano (Partit dels Socialistes de Catalunya, Psc), come ampiamente previsto dai sondaggi. Il Psc ha ottenuto ha ottenuto il 27,94 per cento delle preferenze, ovvero 42 dei 135 seggi da assegnare. Mentre Junts per Catalunya, il partito indipendentista di centrodestra guidato dall’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont, si è fermato al 21,64 per cento, con 35 seggi.

Per la prima volta in più di dieci anni, dunque, gli indipendentisti non avranno la maggioranza in Parlamento. E il governo regionale della Catalogna potrebbe essere ora guidato da un partito contrario all’indipendenza.

Nonostante il Psc guidato da Salvador Illa sia stato il partito più votato, è ben lontano però dalla maggioranza assoluta del Parlamento regionale, pari a 68 seggi. La terza forza politica più votata è stata Esquerra Republicana, il partito indipendentista di centrosinistra guidato dal presidente catalano Pere Aragonès che a marzo aveva sciolto il parlamento locale non avendo più una maggioranza che lo sosteneva.  Aragonès ha ottenuto il 13,68 per cento dei voti e 20 seggi. I partiti della destra non indipendentista, cioè il Partito Popolare e Vox, hanno ottenuto rispettivamente il 10,97 e il 7,95 per cento, ovvero 15 e 11 seggi. Mentre per la prima volta anche il partito indipendentista di estrema destra Alleanza Catalana ha ottenuto due seggi in Parlamento. Comuns, partito di sinistra non indipendentista, ha superato di poco la soglia del 5 per cento arrivando a sei deputati.

Adesso, per formare un governo, Illa dovrà probabilmente provare a raggiungere un accordo con Erc e Comuns. Nel caso non sia possibile trovare un compromesso non è nemmeno da escludere la possibilità che le elezioni vengano ripetute.

Il premier spagnolo Pedro Sánchez, spiega Bbc, vedrà questo risultato come una rivendicazione delle sue politiche in Catalogna, in particolare della controversa legge di amnistia a beneficio dei nazionalisti che affrontano azioni legali per la loro attività separatista. La legge sull’amnistia, che sta concludendo il suo passaggio al parlamento spagnolo, ha suscitato una feroce reazione da parte degli oppositori di destra.

Illa ha salutato il risultato come «una nuova era per la Catalogna». Tra i fattori che hanno contribuito a questo risultato, ha affermato, «ci sono le politiche attuate dal governo spagnolo e dal suo primo ministro, Pedro Sánchez, al quale va il mio riconoscimento e il mio ringraziamento».

La legge sull’amnistia era una condizione per il sostegno parlamentare che JxCat e ERC hanno dato a Sánchez nella sua investitura, permettendogli di formare un nuovo governo centrale lo scorso novembre. Puigdemont, fuggito all’estero nel 2017 dopo aver guidato un tentativo di secessione fallito, probabilmente beneficerà dell’amnistia e tornerà in Spagna. In vista delle elezioni, ha condotto la campagna elettorale dal sud della Francia.

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