Futuro pulitoL’impegno di Eni per una transizione ecologica equa

Nel report del 2023 “Eni for – A just transition”, la multinazionale italiana dell’energia illustra i risultati già ottenuti e gli obiettivi da raggiungere: neutralità carbonica al 2050, eccellenza operativa e alleanze per lo sviluppo

Eni

Eni festeggia settant’anni puntando sempre di più sulla sostenibilità. Questo è quello che emerge dal report 2023 “A Just Transition”, che ripercorre i progressi fatti dalla multinazionale italina dell’energia nell’ultimo anno verso una «transizione energetica giusta con l’obiettivo al 2050 della neutralità carbonica – spiega Eni – in un’ottica di mitigazione dei costi e condivisione dei benefici sociali ed economici con i lavoratori, i fornitori, le comunità e i clienti, in maniera inclusiva e trasparente».

Il report di Eni si focalizza lungo tre direttrici: neutralità carbonica al 2050, eccellenza operativa e alleanze per lo sviluppo. Questi obiettivi servono a guidare il funzionamento del modello di business che punta a migliorare gli input che arrivano all’azienda (come gli oltre dieci milioni di clienti e i settanta miliardi di capitale investito) in output (come 4,8 miliardi di remunerazione per gli azionisti e circa quattrocento cinquantamila persone raggiunte da progetti di sviluppo locale), sempre integrando i diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) dell’Agenda 2030 dell’Onu.

«Nel contesto mondiale caratterizzato da dinamiche complesse e in continua evoluzione, siamo chiamati in causa per trovare risposte alle sfide socio-politiche, climatiche ed energetiche emergenti e fornire il nostro contributo, con un approccio improntato alla sicurezza, all’innovazione e alla sostenibilità – afferma Claudio Descalzi, Amministratore delegato di Eni –. L’energia rimane uno snodo cruciale, con le sue accezioni di sicurezza e opportunità di sviluppo. La transizione energetica è irreversibile, e dobbiamo garantirne la realizzazione senza sacrificare la competitività del sistema produttivo e la sostenibilità sociale».

Per quanto riguarda la neutralità carbonica, nel 2023 Eni ha voluto rendere la decarbonizzazione ancor di più parte integrante della propria strategia d’impresa, con la volontà di raggiungere l’obiettivo entro il limite prefissato. «Siamo convinti che la transizione energetica possa essere realizzabile solo se genera basi per nuove e profittevoli forme di business – spiega Francesco Gattei, Chief financial officer -–ed è proprio quello che stiamo facendo attraverso le nostre competenze tecnologiche e l’integrazione tra business tradizionali e quelli legati alla transizione».

La road map di Eni per azzerare la sua impronta di carbonio entro il 2050 (Emissioni Ghg Scope 1,2 e 3) prende come punto di partenza il 2018. Nei primi cinque anni, le emissioni sono state ridotte del ventuno per cento. Il piano prevede un calo del trentacinque per cento nel 2030, del cinquantacinque per cento nel 2035 e dell’ottanta per cento nel 2040. Ma nell’ultimo anno il dato più positivo è la riduzione delle emissioni nette Scope 1 e 2 del settore Upstream del quaranta per cento e del trenta per cento quelle complessive, rispetto al 2018. L’azienda inoltre ha avviato collaborazioni strategiche con partner internazionali, come Sonatrach in Algeria, Egas in Egitto e Adnoc negli Emirati Arabi Uniti, per supportare i suoi partner ad affrontare le sfide della transizione energetica.

«Le nostre persone ricoprono un ruolo fondamentale nel percorso di profonda trasformazione energetica in atto – afferma riguardo all’Eccellenza operativa Luca De Santis, Responsabile risorse umane e organizzazione di Eni – sono la componente essenziale della nostra cultura aziendale e rappresentano una leva fondamentale per la creazione di valore. La valorizzazione del capitale umano, basata su un approccio equo, inclusivo e trasparente, avviene assicurando un’efficace evoluzione delle competenze e dei comportamenti, promuovendo un mindset innovativo e una leadership ispiratrice».

E proprio riguardo a questo punto, Eni si è impegnata nel mantenere il cento per cento dei nuovi fornitori valutati secondo criteri sociali, nell’estendere l’iniziativa Smart Safety a sessanta ditte contrattiste e nel minimizzare i prelievi di acqua dolce nelle aree a forte stress idrico. «La tutela dell’ambiente è un valore imprescindibile per Eni ed è parte integrante delle nostre strategie aziendali – spiega Giovanni Milani, responsabile Hseq di Eni – L’uso efficiente delle risorse, la tutela del capitale naturale e un approccio circolare sono i principi che guidano il nostro business verso l’obiettivo della Neutralità carbonica al 2050».

L’ultima delle tre linee direttrici seguita dall’azienda sono le Alleanze per lo sviluppo. L’obiettivo è di dimostrare che il percorso verso la transizione energetica coinvolge anche i territori. Questo cambiamento però deve essere giusto ed equo, nel rispetto dei diritti umani, della tutela dell’ambiente, dell’accesso all’energia e dello sviluppo locale sostenibile. Per questo motivo, ad esempio, Eni, insieme all’Università Luiss, ha lanciato nel 2023 la prima la prima Rete Internazionale sulla Transizione Energetica Africana.

L’azienda italiana ha attivi progetti di sviluppo in ventisei Paesi, per un totale di novantacinque milioni di euro (+18,6 milioni rispetto al 2022), che aiutano 35.500 nuovi studenti nell’accesso all’educazioni, diciannovemila persone nell’accesso alla formazione professionale e sostenute nel potenziamento economico, sessantaduemila nell’accesso all’acqua potabile e trecentotrentamila nell’accesso ai servizi sanitari. Entro il 2030 l’obiettivo è quello di aumentare i beneficiari di queste iniziative a: centotremila accesso all’educazione; 15,9 milioni accesso al clean cooking, ottantaseimila accesso all’elettricità, ventunomila sviluppo economico, cinquecentonovantamila accesso all’acqua potabile, un milione accesso ai servizi sanitari e ottantacinquemila attività di protezione dell’ambiente e della biodiversità.

«Il percorso strategico che Eni ha intrapreso – aggiunge Descalzi – e i futuri progressi non possono prescindere dalle competenze, le idee e lo spirito di squadra di tutti i colleghi e i partner: in questo senso, sono fondamentali le collaborazioni con Istituzioni, stakeholder pubblici e privati, organizzazioni internazionali e della società civile, università, istituti di ricerca e hub innovativi. La consapevolezza del valore delle nostre competenze e di queste partnership, la volontà di integrare chi lavora al nostro fianco, il senso di responsabilità per le comunità che ospitano le nostre attività nel mondo sono e saranno ancora elementi cruciali per il raggiungimento dei risultati che Eni si è posta».

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