Il presidente americano Joe Biden ha avvertito Israele che gli Stati Uniti smetteranno di fornire armi se Tel Aviv lancerà un’importante operazione di terra nella città di Rafah, nella Striscia di Gaza. «Ho messo in chiaro che se entrano a Rafah, non fornirò loro le armi», ha detto Biden durante un’intervista alla Cnn. Aggiungendo però che «continuerà a garantire la sicurezza di Israele».
In un’audizione al Senato americano, anche il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, ha confermato che gli Stati Uniti stanno «attualmente rivalutando alcune spedizioni di assistenza di sicurezza a breve termine» destinate a Israele.
Ma nonostante la ferma ed esplicita opposizione degli Stati Uniti, Israele sembra pronto a organizzare un’invasione su larga scala di Rafah. Nella città del sud di Gaza, considerata l’ultima grande roccaforte di Hamas nel territorio, la popolazione è cresciuta per via dei flussi di rifugiati provenienti da altre parti della Striscia. In questi mesi qui si sono rifugiati 1,4 milioni di civili palestinesi.
Nell’intervista Biden ha usato parole molto dure nei confronti del governo israeliano e ha detto che gli Stati Uniti sono pronti a sospendere l’invio di ulteriori carichi di armi se Israele invaderà la città. Il carico consiste in 1.800 bombe da 900 chilogrammi e 1.700 bombe da 225.
Il 6 maggio Israele aveva ordinato ai civili palestinesi di evacuare la zona orientale della città, e nella notte tra lunedì e martedì l’esercito israeliano ha preso il controllo del lato palestinese del varco di Rafah, al confine con l’Egitto, che nei mesi scorsi è stato il principale punto di passaggio degli aiuti umanitari verso la Striscia. Alcuni carri armati israeliani sono entrati nella parte orientale della città per condurre un’operazione mirata contro strutture di Hamas, ma un’invasione della città ancora non c’è stata. Dopo averne preso il controllo, le autorità israeliane hanno anche chiuso il varco di Rafah, interrompendo quindi l’arrivo di aiuti umanitari nel sud della Striscia di Gaza.
Biden alla Cnn ha anche detto di aver avvertito Netanyahu di non fare lo stesso errore commesso dagli Stati Uniti dopo gli attentati dell’11 settembre 2001: «Volevamo prendere Osama bin Laden, e vi aiuteremo a a prendere Yahya Sinwar [leader di Hamas dentro alla Striscia di Gaza, ndr]. Poi però siamo andati in Afghanistan: aveva senso prendere bin Laden, ma non aveva senso cercare di unificare l’Afghanistan. Non aveva senso pensare che in Iraq avessero un’arma nucleare». E poi ha aggiunto: «Dobbiamo pensare a cosa accadrà dopo, dopo che tutto questo sarà finito, chi si occuperà di Gaza».
Il sostegno della Casa Bianca a Israele nelle ultime settimane ha generato proteste e rabbia, anche nei campus universitari e durante i suoi eventi, dove i cartelli lo hanno etichettato come “Genocide Joe”. «Assolutamente, ho sentito il messaggio», ha risposto quando gli è stata posta la domanda sulle manifestazioni. Ma ha messo in guardia contro le proteste che virano verso l’incitamento all’odio o all’antisemitismo. «Esiste un legittimo diritto alla libertà di parola e di protesta. C’è un diritto legittimo a farlo, e loro hanno il diritto di farlo», ha detto. «Ma non esiste un diritto legittimo a usare l’incitamento all’odio. Non esiste un diritto legittimo di minacciare gli studenti ebrei. Non esiste un diritto legittimo a bloccare l’accesso delle persone alle lezioni. Questo è contro la legge».