Ondetta democraticaIl trionfo del centrosinistra alle Comunali è un altro (piccolo) segnale per Fratelli d’Italia

Il grande risultato del Pd a Firenze, Bari, Perugia, Potenza, Cremona, Campobasso, Vibo Valentia e Civitavecchia è un dato che Meloni non può sottovalutare: a livello locale è sempre più difficile per il centrodestra trovare candidati forti e competitivi

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Che alle amministrative il centrosinistra vada meglio dei suoi avversari è noto da tempo. Buongoverno, alleanze larghe grazie al doppio turno, buoni candidati. Ma stavolta la destra è stata proprio massacrata: a Firenze e Bari, passi, era prevedibile. Anche se non in questa misura: nel capoluogo toscano avrebbe dovuto esserci una questione Matteo Renzi che però non si è vista e in quello pugliese la destra, e direttamente il governo in prima persona, avevano fatto suonare la grancassa anti-Decaro sulla questione morale. 

Ma poi il campo larghissimo prende Perugia. Il centrosinistra conquista Potenza, Cremona, Campobasso, Vibo Valentia, Civitavecchia. Una slavina. Impossibile non rilevare il successo del Partito democratico a Firenze con la nuova sindaca Sara Funaro che ha distrutto per sessanta a quaranta per cento l’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt. Un pensierino su Firenze la destra l’aveva fatto, complice la rissosità nell’altro campo. 

Niente da fare. Ancora più clamorosa – settanta a trenta – la vittoria a Bari di Vito Leccese contro Fabio Romiti. Infine, terza città importante, a Perugia il campo larghissimo della indipendente Vittoria Ferdinandi che ha sconfitto l’avversaria Margherita Scoccia di Fratelli d’Italia. La domanda è: si tratta di un episodio o siamo di fronte a una piccola onda democratica? Difficile dirlo. 

La destra certo è in campo, ci mancherebbe, anche se dovrebbe fare una riflessione sullo scarsissimo appeal dei suoi candidati (deve ringraziare una politica di lunghissimo corso, Adriana Poli Bortone, se ha ripreso Lecce seppure di un soffio). 

È innegabile che da un po’ di tempo il partito di Elly Schlein sembra scoppiare di salute per ragioni tante volte esaminate – funziona come argine al melonismo, ha ritrovato una certa unità interna, si giova dell’improvvisa crisi del Movimento 5 stelle e dell’ex Terzo polo – a cui in questa circostanza si aggiunge la tradizionale bravura dei candidati sindaci. 

E soprattutto non ci si può non porre la domanda, pur con tutte le cautele del caso, se il partito di Giorgia Meloni non stia già entrando in una non preventivata crisi di consensi: Fratelli d’Italia non c’è. Ed è inevitabile chiedersi se il governo non cominci a perdere colpi, a comunicare al Paese un certo affanno. È una domanda che lei per prima dovrebbe porsi perché lo scricchiolio di ieri potrebbe non essere casuale e lei commetterebbe un errore se facesse finta di niente davanti allo scongelarsi del suo credito politico al primo caldo dell’estate.

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