A Thiene, in provincia di Vicenza, ha recentemente aperto la Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo per valorizzare l’arte contemporanea secondo la visione dei fondatori, grandi collezionisti. All’ente è stato destinato un fondo costituito da una piccola parte della vasta collezione dei Bonollo, che viene mostrata al pubblico per la prima volta. La coppia ha deciso di non “restituire” il dividendo estetico all’interno della propria azienda di famiglia, ma di farlo recuperando uno spazio storico abbandonato nella propria città.
La sede espositiva della Fondazione si trova infatti negli spazi restaurati dell’Ex Chiesa delle Dimesse. Questo complesso architettonico, edificato nel 1720 come parte del Collegio delle Suore Dimesse, include la chiesa e il palazzo circostante. Soppresso all’inizio dell’Ottocento e trasformato prima in orfanotrofio e poi in istituto medico, il complesso è rimasto in disuso dal 2015 fino al recente restauro, sostenuto da Sandra e Giancarlo Bonollo e realizzato dall’architetto Giancarlo Zerbato, ultimato nel 2024 per trasformarlo in un centro d’arte contemporanea.
Li abbiamo incontrati a pochi giorni dall’apertura per scoprire ancora una volta come nasce e si sviluppa una collezione d’arte. D’altronde, più delle opere in mostra in questa prima sperimentazione di quella che sarà una programmazione semestrale, è interessante soffermarsi sulla storia di una collezione che ha ormai venticinque anni e che coincide con la vita di una coppia felicemente sposata.
Giancarlo Bonollo è cresciuto in una famiglia di imprenditori senza grande interesse per l’arte, ma fin da giovane ha iniziato a collezionare fumetti. Dopo i primi tentativi come ceramista e il ritorno nell’attività di famiglia, l’incontro con Sandra ha dato una svolta a questa attitudine estetica, che si è sviluppata in una comune passione per la letteratura e l’arte contemporanea.
La coppia ha acquistato la loro prima opera lignea a Milano, scovata su una rivista d’arredamento che stavano leggendo, avendo appena acquistato una grande casa in collina, dove risiedono tuttora. Da quel momento, gli acquisti si sono moltiplicati: se all’inizio erano dettati dalla volontà estetica di arredare le pareti, che non volevano rimanessero bianche, con il tempo il collezionismo si è trasformato in puro gesto d’amore, non solo e non tanto all’interno della coppia, ma anche per la cultura e l’arte stessa.
Nei primi anni, mentre Sandra era impegnata nell’attività familiare e nella cura dei figli, Giancarlo, viaggiando per lavoro, visitava continuamente gallerie in tutto il mondo, portando a casa soprattutto lavori concettuali. Con il tempo, i gusti della coppia si sono affinati e unificati, sebbene ancora oggi i coniugi conservino legittimi interessi diversi, che non sempre collidono. La collezione, che conta oltre seicento opere, vanta oggi diversi pezzi museali, tanto che la grande villa in collina dei Bonollo si è trasformata quasi da subito in una sorta di museo privato (non aperto al pubblico), con allestite per il proprio piacere grandi installazioni che altrimenti non troverebbero spazio in un contesto abitativo tradizionale.
I figli, sebbene interessati all’arte in cui sono letteralmente cresciuti, sono rimasti finora estranei alla gestione e alla crescita della collezione, che rimane appannaggio e collante stesso della coppia. Forse proprio il passaggio generazionale, dopo tre decadi di collezionismo, ha fatto maturare nei coniugi Bonollo il desiderio di garantire la conservazione e la fruizione pubblica delle installazioni museali, più importanti, ma anche più invendibili e difficilmente gestibili. Dopo alcuni tentativi infruttuosi di collaborazione con istituzioni pubbliche e la pausa dettata dalla pandemia, la coppia ha deciso perciò di istituire una propria Fondazione a cui hanno destinato quindici opere dalla loro grande collezione, che è rimasta e rimarrà privata.
Questo originale esperimento ibrido di collezione privata e fondo d’arte di un ente non-profit continuerà a sviluppare il proprio programma espositivo nell’Ex Chiesa delle Dimesse di Thiene con mostre semestrali, anche nel parco antistante. Queste mostre vedranno le opere di proprietà della fondazione al fianco di quelle “storiche” private della coppia e di quelle di artisti che stanno per entrare in collezione.
Il progetto dei Bonollo è così un’iniziativa fluida che, senza rinunciare alla dimensione preponderante della proprietà privata delle opere, permette una restituzione alla città di una visione peculiare dell’arte, dominata da un gusto e un approccio estetico chiari e precisi. Dopo anni di collezionismo, i coniugi ritengono del resto di poter portare avanti un’attività di scouting artistico, non sempre facile in Italia e ancor meno nei contesti fuori dai grandi circuiti dell’arte. Prova di tale convinzione è il fatto che, al di fuori di alcune cessioni di opere acquisite, la collezione dei coniugi Bonollo non può che crescere e svilupparsi ancora.