La Grande vadrouilleLa rocambolesca espulsione di Éric Ciotti dai Republicains

Il presidente del partito neogollista è stato estromesso dal suo gruppo dirigente dopo aver annunciato una alleanza elettorale con il Rassemblement national di Marine Le Pen

LaPresse

Il presidente dei Républicains Éric Ciotti è stato espulso dal suo partito dopo aver proposto una alleanza elettorale col Rassemblement national di Marine Le Pen in vista delle prossime elezioni legislative che si terranno il 30 giugno e il 7 luglio. Mercoledì, il presidente del Senato Gérard Larcher, il capogruppo Bruno Retailleauca, la candidata alle elezioni presidenziali 2022 Valerie Pecresse e altri alti esponenti del partito fondato nel 2015 da Nicolas Sarkozy, come successore dell’Unione per un Movimento Popolari, hanno deciso di sostituire Ciotti con un duo composto da François-Xavier Bellamy e Annie Genevard.

Ciotti ha immediatamente definito la decisione come «illegale», rifiutandosi di lasciare il suo posto e pubblicando una nota su X: «Sono e resto il presidente della nostra formazione politica, eletto dagli iscritti. La riunione di oggi pomeriggio (ieri, ndr) si è svolta in violazione flagrante del nostro statuto. Nessuna delle decisioni prese in questa riunione comporta conseguenze legali, ma può avere conseguenze penali».

Per evitare la sua espulsione, Ciotti aveva disertato la riunione convocata per la sua destituzione, barricandosi subito dopo nel suo ufficio per impedire che avvenisse anche lì la votazione. Il gruppo dirigente si è riunito comunque per formalizzare la decisione all’unanimità, a cinquecento metri dalla sede dei Republicains, al Museo Sociale di Parigi. Con una mossa disperata, Ciotti ha cercato di sabotare questo incontro inviando un pubblico ufficiale a controllare i suoi ex colleghi. 

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