In Francia i risultati delle elezioni Europee hanno avuto conseguenze politiche nazionali fin da subito. Visti i numeri del Rassemblement National, il presidente Emmanuel Macron ha accettato – già la sera di domenica – di sciogliere l’Assemblea Nazionale e indire nuove elezioni. Si tornerà al voto il prossimo 30 giugno e poi di nuovo il 7 luglio per il secondo turno. Ma non è tutto. L’altra notizia rilevante dalle parti di Parigi è che un’altra lista ha fatto un grande exploit, è la lista che tiene insieme il movimento “Place Publique” di Raphaël Glucksmann e il Partito socialista francese (Parti Socialiste-Place Publique, PS-PP), che ha sfiorato il quattordici per cento.
Il resto della sinistra francese ha provato ad approfittarne. Ieri il partito socialista, il partito comunista, gli Ecologisti e La France insoumise di Jean-Luc Mélenchon hanno diramato un comunicato – con tempistiche un po’ sorprendenti e impreviste – per annunciare un patto elettorale che vorrebbe unire la sinistra francese: «Chiediamo la formazione di un nuovo fronte popolare che riunisca in una forma senza precedenti tutte le forze umaniste, sindacali, associative e cittadine della sinistra». I firmatari dicono anche di voler «costruire un’alternativa a Emmanuel Macron e combattere il progetto razzista dell’estrema destra».
Ma nella sinistra francese le divisioni sono più dei punti di contatto, se si guarda alle posizioni dei singoli partiti, soprattutto sulla guerra in Ucraina e il sostegno a Israele nell’offensiva a Gaza. Ed è per questo che Raphaël Glucksmann si è subito sfilato da questo progetto, dimostrando di non voler affiancare il suo nome a forze con ispirazioni da Venezuela o che negli ultimi anni hanno criticato gli aiuti militari all’Ucraina.
Domenica sera un mare di bandiere gialle e rosse e di sostenitori appassionati ha accolto l’intellettuale europeista, riformista e moderato al centro culturale La Bellevilloise di Parigi. Quando alle 20 gli schermi televisivi hanno mostrato le prime previsioni, con la “Place Publique” intorno 13,8 per cento dei voti la folla è scattata in un’esultanza fragorosa, come allo stadio durante una partita della Nazionale. Questo entusiasmo deve aver fatto gola a una sinistra francese che non tocca palla da tempo, superata prima dal centrodestra, poi da Macron, ora anche dallo stesso Glucksmann.
«Non esiste e non ci sarà alcun accordo con La France Insoumise. La Place Publique ha firmato un testo in cui si afferma che tutti i partiti di sinistra faranno tutto il possibile per lottare contro l’estrema destra. Ma ciò non va a scapito dei nostri principi fondamentali. Noi poniamo delle condizioni, se non sono d’accordo non prenderemo parte a questa faccenda», ha detto ieri una persona dell’entourage di Glucksmann parlando con l’Opinion. In fondo, Glucksmann si è posto fin dall’inizio come un’alternativa a Jean-Luc Mélenchon, non un suo alleato. E forse questo è solo l’ennesimo segnale di una sinistra che non riesce a fare fronte comune e a distinguere gli adulti nella stanza.