Codice rossoCosa prevede il decreto del Governo per la riduzione delle liste d’attesa

Il Consiglio dei ministri ha approvato due decreti legge per snellire i tempi delle prestazioni sanitarie, ma mancano le necessarie coperture finanziarie per implementare queste misure

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Il Consiglio dei ministri ha approvato due decreti legge per la riduzione dei tempi delle liste di attesa negli ospedali e per garantire le prestazioni sanitarie, ma non sono state indicate le coperture finanziarie per implementare queste misure. Il governo Meloni prevede l’introduzione di un singolo Centro Unico di Prenotazione per regione, per gestire le prenotazioni sanitarie; o addirittura infraregionale, e la creazione di un registro nazionale delle segnalazioni dei cittadini sui disservizi sanitari.

Il Cdm ha esteso gli orari per le viste diagnostiche anche il sabato e la domenica, aumentando del venti per cento le tariffe orarie del personale che dovrà lavorare per questi servizi aggiuntivi, e coinvolgendo maggiormente gli specializzandi con incarichi fino a dici ore settimanali. Il tetto di spesa per il personale sanitario passerà dal dieci al quindi per cento, ma solo per le regioni che ne faranno richiesta. Mentre a partire dal primo gennaio 2025 il governo abolirà del tutto il tetto di spesa. Per evitare il fenomeno dei lavoratori a gettone, il governo prevede la possibilità di assumere con specifici contratti di lavoro autonomo, stanziando anche cento milioni di euro per coinvolgere specialisti ambulatoriali interni, così da recuperare nelle liste d’attesa. 

Il governo scarica anche la responsabilità politica sulle regioni italiane che dovranno assegnare ai direttori generali delle aziende sanitarie degli obiettivi annuali per ridurre le liste di attesa. Se i risultati non venissero rispettati porterebbero a una riduzione del dieci per cento dello stipendio fino alla sospensione di dodici mesi dall’elenco nazionale dei direttori. «I direttori generali di Asl e ospedali dovranno far rispettare i tempi certi per le prestazioni o con la possibilità dell’intramoenia o con il privato convenzionato», ha spiegato il ministro della Salute Orazio Schillaci nella conferenza stampa dopo la approvazione dei decreti. L’ispettorato generale di controllo sull’assistenza sanitaria (Agenas) si occuperà di monitorare i progressi o lo stallo nelle liste di attesa. 

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