Che mangino briocheLe possibili conseguenze del bipopulismo alla francese sui conti italiani

Sia l’estrema destra sia l’estrema sinistra in Francia promettono grandi aumenti di spesa e tagli fiscali che gonfierebbero il debito e il deficit, violando le regole dell’Ue, con conseguenze che si avvertirebbero immediatamente in tutta Europa. E il primo Paese a subire un forte scossone sarebbe l’Italia, scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette

Associated Press / LaPresse

A poche settimane dalle elezioni che potrebbero vedere per la prima volta l’estrema destra di Marine Le Pen andare al governo, tra tante analisi della situazione francese giustamente pubblicate dalla stampa internazionale, è probabile che il lettore italiano avverta una netta sensazione di déjà vu. Prendete ad esempio l’articolo di Gideon Rachman sul Financial Times, dal non rassicurante titolo: «La Francia potrebbe innescare la prossima crisi dell’euro». Sommario: «Deficit di bilancio galoppanti e contrapposizione a Bruxelles e Berlino sono la ricetta per combinare guai». Scrive Rachman: «La Francia è in una situazione finanziaria disastrosa. Il debito pubblico è pari al 110% del Pil e l’anno scorso l’attuale governo ha registrato un deficit di bilancio del 5,5%. Sia l’estrema destra che l’estrema sinistra promettono grandi aumenti di spesa e tagli fiscali che gonfierebbero il debito e il deficit, violando le regole dell’Ue».

In Italia il debito è al 134 per cento (altro che 110) e il deficit l’anno scorso è arrivato al 7,4 (altro che 5,5). Quanto agli effetti sul bilancio pubblico di un sistema che qui siamo soliti chiamare bipopulista, dominato cioè dalla competizione tra populisti di destra e populisti di sinistra, bastano due esempi: quota cento e superbonus. Siamo dunque in una posizione tale da poter guardare persino con una qualche sufficienza alle preoccupazioni dell’articolo del Financial Times, secondo il quale «nella migliore delle ipotesi, un parlamento dominato dalle forze estreme farebbe precipitare la Francia in un periodo di prolungata instabilità. Nel peggiore dei casi, porterebbe all’adozione di politiche di spesa pubblica incontrollata e nazionalistiche che provocherebbero rapidamente una crisi economica e sociale in Francia». Potremmo definirle le conseguenze italiane del bipopulismo alla francese. Inutile aggiungere che se un tale scenario si verificasse realmente in un Paese della grandezza e dell’importanza della Francia, quelle conseguenze si avvertirebbero immediatamente in tutta Europa (come da titolo dell’articolo summezionato). E i primissimi in Europa ad avvertirle sin troppo distintamente saremmo proprio noi.

Questo è un estratto di “La Linea” la newsletter de Linkiesta curata da Francesco Cundari per orientarsi nel gran guazzabuglio della politica e della vita, tutte le mattine – dal lunedì al venerdì – alle sette. Più o meno. Qui per iscriversi.

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