DeriveBiden, Macron e il cedimento del fronte occidentale

Né la sfida orgogliosa ai limiti dell’azzardo tentata dal presidente francese né l’arrocco dei democratici attorno all’anziano presidente americano, finora, stanno dando i risultati sperati. In gioco ci sono gli equilibri e la stessa sopravvivenza dell’Unione europea e della Nato, scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette

(La Presse)

C’è una strana forma di specularità tra le figure del giovane ed energico presidente francese, Emmanuel Macron, oggetto anche di qualche triviale ironia per via della differenza di età con la più matura première dame, e l’anziano, sempre meno energico presidente americano, Joe Biden, che anche la stampa amica mostra ormai di considerare quasi ostaggio della più giovane first lady, su cui ora si concentrano gli appelli di chi spera possa convincerlo a ritirarsi e le invettive di chi la ritiene invece responsabile del suo incaponirsi.

Dinanzi all’avanzata di un’estrema destra populista, dai tratti autoritari, con una storia a dir poco ambigua di rapporti (anche finanziari) con la Russia di Vladimir Putin, l’uno ha tentato di giocare d’anticipo, sciogliendo a sorpresa il parlamento in cui godeva di una larga maggioranza, l’altro conferma di voler proseguire la corsa, nonostante i numerosi inviti a farsi da parte, dopo il primo disastroso dibattito con Donald Trump, in particolare da quel New York Times che pure lo ha sostenuto convintamente fino a oggi (e forse anche per questo, un minuto dopo la chiusura di quel dibattito in cui la questione delle condizioni psico-fisiche del presidente è apparsa non più minimizzabile, sforna raffiche di appelli al ritiro).

Proprio sul New York Times, due giorni fa, Roger Cohen ha ricordato la cerimonia per l’anniversario dello sbarco in Normandia, che all’inizio di giugno aveva visto fianco a fianco Joe Biden ed Emmanuel Macron; le parole del presidente americano su quei giovani di ottant’anni fa che «sapevano al di là di ogni dubbio che ci sono cose per cui vale la pena lottare e morire» e quelle del presidente francese sul «legame di sangue» tra i due paesi. «Ma solo poche settimane dopo – aggiungeva – la capacità di entrambi i leader di tenere le posizioni in difesa dei propri valori appare più fragile». Eccome. Né la sfida orgogliosa ai limiti dell’azzardo tentata dal combattivo Macron né l’arrocco dei democratici attorno all’anziano Biden, finora, stanno dando i risultati sperati. In gioco ci sono gli equilibri e la stessa sopravvivenza, almeno per come le conosciamo, dell’Unione europea e della Nato. E per una volta non è un’esagerazione retorica, purtroppo.

Questo è un estratto di “La Linea” la newsletter de Linkiesta curata da Francesco Cundari per orientarsi nel gran guazzabuglio della politica e della vita, tutte le mattine – dal lunedì al venerdì – alle sette. Più o meno. Qui per iscriversi.

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