La letteraSangiuliano dà ragione a Liliana Segre sull’antisemitismo

Dal Binario 21 a Milano al Museo della Shoah, il ministro della Cultura elenca su Repubblica le iniziative messe in campo dal governo Meloni. E alla fine scrive: «Tutto ciò non esime dall’esprimere una condanna ferma e inequivocabile per quelle gravi manifestazioni di antisemitismo raccontate dai media in questi giorni. L’antisemitismo, che sia di destra o di sinistra, non è accettabile nella civiltà»

(Photo Claudio Furlan/Lapresse)

«Sarò cacciata ancora dal mio Paese?». La senatrice a vita Liliana Segre, a oltre settant’anni dal giorno in cui, tredicenne, venne costretta a salire, dal binario 21 dalla stazione centrale di Milano sul treno diretto ad Auschwitz-Birkenau, si è posta questa domanda guardando le immagini dell’inchiesta di Fanpage che ha mostrato esponenti della gioventù meloniana fare affermazioni e battute razziste e antisemite e persino il saluto nazista.

Su Repubblica, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano interviene dicendo che «l’antisemitismo è una delle espressioni più abiette della storia umana, una delle peggiori espressioni del male». E per questo è  «sempre inaccettabile: non si finirà mai, infatti, di condannare l’antisemitismo, con la forza della ragione e del cuore, e di domandarsi come sia possibile che, dopo tanti secoli di storia e tanti orrori, ci siano ancora manifestazioni di tal genere».

Sangiuliano scrive che «l’antisemitismo ha varie bieche espressioni: esiste quello di estrema destra, con nostalgie nazifasciste, ed esiste l’antisemitismo di sinistra». Molto spesso, «negli ultimi tempi, il confronto su quello che accade a Gaza è sconfinato in palesi forme di antisemitismo e manifestazioni violente, come quando si brucia la bandiera dello Stato di Israele. Questo è particolarmente odioso se si pensa che la strage del 7 ottobre, come dimostrato dai video che sono stati diffusi, ha avuto il carattere di vero e proprio pogrom antiebraico». Il ministro dice che «ignoranza, pregiudizio, amoralità tornano a manifestarsi purtroppo tra i giovani».

Ma si difende e sottolinea che «per sconfiggere l’antisemitismo occorre perciò lavorare sulla memoria e la cultura. Ed è quello che il governo Meloni sta facendo con atti tangibili e concreti». Ricorda ad esempio: «Quando a poche settimane dall’assunzione del mio incarico, l’amica senatrice Ester Mieli mi rappresentò la giusta osservazione della senatrice a vita Liliana Segre che aveva notato come all’interno della Stazione Ferroviaria di Milano mancasse una segnaletica storica in grado di indirizzare i passeggeri — che sono milioni l’anno — verso il “Binario 21” e il memoriale della Shoah, accolsi immediatamente questa sacrosanta esigenza, condividendone in tutto il valore etico e morale. Insieme alla senatrice, in una giornata che porterò nel cuore, abbiamo inaugurato un totem multimediale che racconta le vicende del “Binario 21” da cui partirono gli ebrei milanesi diretti ai campi di sterminio. Lo abbiamo realizzato in poche settimane insieme alla segnaletica storica. La stessa iniziativa è stata poi replicata, un anno dopo, alla stazione Tiburtina di Roma, altro luogo doloroso per quelle stesse vicende».

E poi ricorda che «il governo Meloni ha portato in Parlamento e ha poi approvato la legge istitutiva del Museo nazionale della Shoah, che sorgerà a Roma». E che «quest’anno, nell’80esimo anniversario dell’eccidio, mi sono fatto promotore di una visita solenne della ministra della cultura tedesca, Claudia Roth, insieme al collega Francesco Lollobrigida, alle Fosse Ardeatine, e anche al Ghetto di Roma, in memoria del rastrellamento del 1943».

Il ministero della Cultura ha, ricorda Sangiuliano, «ha lavorato d’intesa con le comunità ebraiche per sostenere interventi di restauro e valorizzazione di alcune sinagoghe italiane, da Milano a Venezia».

Alla fine scrive: «Tutto ciò non esime dall’esprimere una condanna ferma e inequivocabile per quelle gravi manifestazioni di antisemitismo raccontate dai media in questi giorni. L’antisemitismo, che sia di destra o di sinistra, non è accettabile nella civiltà». E cita “Le origini del totalitarismo” di Hannah Arendt: «Non possiamo più permetterci il lusso di prendere quel che andava bene in passato e chiamarlo semplicemente retaggio, di scartare il cattivo e considerarlo semplicemente un peso morto che il tempo provvederà da sé a seppellire nell’oblio».

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