Diamo un’occhiata alla foresta. Il Sette Ottobre, il più spaventoso pogrom dalla Shoah. Poi? Poi questo. L’Onu, che si appresta ad appaltare la tutela dei diritti umani alla democrazia delle impiccagioni, fa sapere che i massacri, gli stupri e i rapimenti del Sette Ottobre non vengono dal nulla: e nulla dice il mondo, quando non fa l’elogio di quelle parole.
In tutto il mondo le immagini degli ostaggi strappate: e il mondo guarda, quando non partecipa a strapparle. In Europa, in America, gli ebrei sono aggrediti: e il mondo guarda, quando non partecipa ad aggredirli. Le università, le imprese, i professori, gli artisti israeliani sono boicottati: e il mondo guarda, quando non partecipa al boicottaggio.
Sono incendiate le sinagoghe: e il mondo guarda, quando non partecipa a incendiarle. Sono devastati i cimiteri ebraici: e il mondo guarda, quando non partecipa a devastarli. Israele accusato di genocidio: e il mondo guarda, quando non si associa all’accusa. La Galilea incenerita: e il mondo guarda, quando non dice che Hezbollah si difende.
Sessantamila ebrei hanno abbandonato le proprie case, le proprie fattorie, le proprie aziende: e il mondo non guarda neppure, perché nemmeno lo sa, perché non è una notizia se gli ebrei devono scappare. Trecentocinquanta missili, razzi, droni iraniani sui civili israeliani: il mondo guarda, e condanna l’escalation; che non sta in quella concreta guerra agli israeliani, ma nell’ipotesi che essi reagiscano.
Uno screditato procuratore di una screditata Corte chiede, in maggio, l’arresto del primo ministro israeliano e di un suo ministro: e il mondo guarda, quando non festeggia. Quel procuratore chiede, sempre in maggio, l’arresto dei macellai di Gaza: e il mondo guarda; guarda i politici israeliani equiparati ai macellai e guarda il procuratore che attende maggio per scoprire che vanno arrestati quelli del Sette Ottobre.
Un’altra Corte, presieduta da un antisemita, dice che il contadino della Giudea deve essere evacuato e che il negoziante della Città Vecchia deve sloggiare, perché la loro presenza ha fatto pulizia etnica dei palestinesi. E il mondo legge quel “parere” della Corte: e non capisce che riproduce il dialogo che un imbianchino austriaco intrattiene con Amin al-Husseini; o lo capisce, compiacendosene. Poi c’è l’albero, il terribile governo israeliano di destra.