Un legame con la terraIl passaggio di testimone tra generazioni del vino

La staffetta vitivinicola della famiglia Moser, dall’eredità di Francesco all’innovazione di Carlo e Matteo, è un esempio positivo di passaggio generazionale

Francesco Moser, @Moser Trento

Il mondo del vino italiano è ricco di storie affascinanti e di territori altamente vocati alla viticoltura che si reinterpretano grazie all’arrivo delle nuove generazioni. Un esempio brillante di questo cambiamento è rappresentato dai vini della famiglia Moser. La storia di questa famiglia è profondamente radicata nel territorio agricolo e vinicolo del Trentino. Francesco Moser, noto al grande pubblico come ciclista professionista di fama mondiale, ha sempre avuto un legame forte con la terra e con la viticoltura. Nato in una famiglia numerosa con ben dodici figli, lo sportivo è cresciuto tra i vigneti di famiglia, dove fin da piccolo ha imparato l’arte della viticoltura. Suo padre possedeva le vigne e produceva vino sotto la loro casa, un’attività che coinvolgeva tutta la famiglia.

Maso Warth @Moser Trento

Prima di diventare un ciclista di successo, Francesco era dunque un contadino. La sua vita cambiò radicalmente nel 1969, quando iniziò a correre professionalmente, spinto dai fratelli maggiori, anche loro ciclisti. La carriera sportiva di Francesco Moser è costellata di successi, tra cui il record dell’ora ottenuto a Città del Messico nel 1984, che rimane un simbolo indelebile della sua determinazione e della sua passione. Tuttavia, anche durante gli anni di attività agonistica, il legame con la terra non si è mai spezzato.

Vigneti Maso Warth @Moser Trento

Dopo aver concluso la carriera ciclistica nel 1988, Moser decise di investire nella viticoltura. Inizialmente aveva intenzione di acquistare una tenuta in Toscana, ma alla fine optò per un maso nel Trentino, dove oggi si trova la cantina che porta il suo nome, al momento in fase di ampliamento e modernizzazione, proprio con l’obiettivo di incrementare la produzione e ampliare lo spazio per le riserve.

La nuova generazione della famiglia Moser, composta da Carlo e Matteo, ha preso il testimone con entusiasmo e determinazione. Matteo, enologo e responsabile tecnico, e Carlo, direttore dell’azienda, hanno saputo combinare l’eredità di Francesco con una visione innovativa e moderna. Stanno portando avanti l’impostazione di famiglia, introducendo al contempo nuove tecnologie e pratiche sostenibili che hanno permesso alla cantina di raggiungere nuovi traguardi.

Matteo e Carlo Moser

I vini Moser si distinguono per la loro capacità di essere vini verticali, sintetici, agili… Un po’ come i Moser: persone eleganti e dirette che se sei pronto ad ascoltare sono in grado di trasportarti nei luoghi trentini, raccontando emozioni legate alla loro terra.

Tra le novità che Francesco, Matteo e Carlo hanno condiviso c’è il ritrovamento di circa cinquemila bottiglie dell’annata 2012 del Brut 51,151 che presto saranno messe in vendita. Queste bottiglie, dimenticate in cantina, rappresentano un’opportunità per gli appassionati di scoprire l’evoluzione e la longevità di un vino che è già diventato un classico, pronto a rimanere sempre giovane, proprio come un grande sportivo.

Il passaggio generazionale è perfettamente rappresentato da un altro dei vini di famiglia, che proprio per sua natura porta con sé la volontà di raccontare il territorio e la storia della famiglia Moser attraverso il lavoro e la passione delle diverse generazioni. Il Trantodoc Riserva 2011 Extra Brut “Tracce” rappresenta un percorso che parte dal nonno Ignazio, passando per Francesco, fino ad arrivare alla nuova generazione: sorprende per la sua freschezza e struttura, caratteristiche che rendono omaggio alla montagna trentina e alla sua capacità di forgiare vini unici.

 

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