«Israele accetta la proposta americana. La sostiene. Ora spetta ad Hamas fare lo stesso». Il segretario di Stato americano Antony Blinken lo ha detto dopo un incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente israeliano Isaac Herzog a Gerusalemme. Una dichiarazione importante per sbloccare lo stallo sui colloqui per la tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi.
Blinken è alla sua nona visita in Israele dal 7 ottobre scorso. L’incontro con Netanyahu, nel suo ufficio di Gerusalemme, è durato tre ore. Tre ore di pressing per raggiungere un punto di incontro ssui negoziati che, stando alle parole di Blinken, potrebbero essere «l’ultima possibilità» per riportare a casa gli ostaggi, ottenere un cessate il fuoco e «mettere tutti sulla strada migliore per una pace e una sicurezza durature».
L’inviato di Joe Biden ha chiesto con forza a Hamas e Israele di non «far deragliare» gli sforzi. E nella serata di ieri ha incontrato i parenti degli ostaggi di nazionalità americana chiedendogli di non farsi sconfortare dalle dichiarazioni negative di Hamas poiché invece la sensazione è «positiva» e «l’accordo sul rilascio può andare avanti».
Blinken ha tenuto una conferenza stampa a Tel Aviv, confermando il sostegno degli Stati Uniti Israele e affermando che il primo ministro ha accettato l’ultima proposta americana presentata la scorsa settimana a Doha nel tentativo di trovare una formula che sia Israele che Hamas possano accettare. Quindi, ha detto, ora Hamas «deve fare lo stesso». Quindi Blinken ha elencato gli impegni cruciali della sua visita. «Primo, la sicurezza di Israele. Lo scopo del dispiegamento di ulteriori forze nella regione è quello di dissuadere l’Iran dall’attaccare, non di intensificare l’escalation». Poi, «raggiungere un accordo per il rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco e ridurre la sofferenza dei cittadini di Gaza che desiderano rifugio e sicurezza». E ha annunciato che Israele ha accettato l’avvio del piano di vaccinazioni anti-poliomelite a Gaza «nelle prossime settimane».
Netanyahu ha dichiarato che l’incontro «è stato bello e importante», sottolineando che «si stanno facendo sforzi per liberare il numero massimo di ostaggi vivi già nella prima fase dell’accordo».
Dietro le quinte, però, resta la forte preoccupazione per il proseguimento dei colloqui. La questione del corridoio Filadelfia, l’asse di 14 chilometri che corre tra Gaza e l’Egitto, resta ancora aperta. A ciò, si aggiunge la richiesta israeliana di operare nel corridoio di Netzarim, che separa il Nord di Gaza dal Sud. La formula di compromesso mira a una presenza militare israeliana limitata, che potrebbe diminuire nel tempo. Israele, in questo modo, si riserverebbe il diritto di poter colpire e non intende affatto abbandonare del tutto il territorio di Gaza, cosa che invece Hamas continua a chiedere.
Ora Blinken continuerà il suo lavoro diplomatico in Egitto e poi in Qatar. Mentre a Washington, in piena campagna elettorale per le presidenziali, si continua a sperare in un cessate il fuoco entro la fine di questa settimana.