I diritti civili non saranno una priorità per l’autunno, ce ne sono altre sicuramente più impellenti per il Parlamento e la maggioranza che dovrà affrontare i passaggi del premierato, l’autonomia differenziata, la riforma della giustizia. Per arrivare ad approvare, a fine anno, la legge di Bilancio 2025. Tutti dossier divisivi su cui centrodestra e centrosinistra si combatteranno in piena campagna elettorale per le regionali in Emilia-Romagna, Liguria e Umbria. Quindi ce n’è abbastanza per il teatrone della politica sul cui palcoscenico ognuno rimane sulle sue posizioni.
Tuttavia ci potrebbe essere una zona neutra di dialogo, di confronto, di civiltà politica, verrebbe da dire se l’espressione non sembrasse paradossalmente ingenua. È quella che in un’intervista al Corriere della Sera Luca Zaia, un leghista che ragiona con la sua testa, ha chiamato «no-fly zone sui diritti civili». Un’area di sorvolo aereo sopra i cieli della politica conflittuale in cui, senza scontri ideologici, scrivere una nuova legge sulla cittadinanza ma anche sul fine vita.
Il governatore Veneto, che evita di esprimersi su generalissimo Vannacci e sostiene però che Egonu è «italianissima», non la pensa come il leader della Lega. Tocca un nervo scoperto di Matteo Salvini e va incontro al tentativo di Forza Italia di distinguersi dagli alleati sullo ius scholae, provando a immaginare una no-fly zone, appunto, dove non far volare i bombardieri sul governo. Che partono dalle piste dell’opposizione.
Ovviamente siamo al limite del fantasy politico perché maggioranza e opposizione si reggono sullo scontro tra le due curve, con Salvini e la stessa premier che alimentano le proprie, anzi si contendono duramente la curva destra. Comportamento simmetrico che regolarmente segue anche l’opposizione, ma sarebbe utile, almeno per una volta, immaginare che Elly Schlein torni dalle vacanze e dica: signori e signore della maggioranza, al posto di accusarci di indicare alla magistratura come colpire Arianna Meloni, vogliamo fare qualcosa di utile per quei milioni di italiani che non hanno la cittadinanza? Senza che aspettino di compiere 18 anni e tutte la trafila burocratica per ottenere la cittadinanza? Signora presidente del Consiglio, vogliamo dare seguito anche alle aperture della Chiesa sul fine vita? E così su tutti diritti civili che vedono l’Italia arretrata culturalmente. E così pure sull’incivile condizione in cui vivono i carcerati e lavorano le guardie carcerarie.
Finora non abbiamo sentito la posizione diretta della segretaria del Pd. Solo dichiarazioni di esponenti Dem più o meno influenti ma ancora non c’è la voce ufficiale della leader che dica: possiamo accantonare la nostra proposta sullo ius soli per valutare lo ius scholae. Sempre che il partito del fu Berlusconi e dei figli Marina e Piersilvio presenti una sua proposta, come promesso da Antonio Tajani.
La novità però – continuiamo con il sogno di mezza estate – dovrebbe essere che Schlein faccia sul serio, che la sua mossa non sia strumentale per dividere la maggioranza ma per fare qualcosa di utile per la società. Senza fretta, pensando che qualcosa di concreto possa venire fuori entro la fine della legislatura. Ci sono ancora tre anni, si potrebbe cominciare a discutere nelle commissioni Affari costituzionali dove, tra l’altro, una volta approvato il premierato e referendum permettendo, si dovrà cominciare a mettere mano alla nuova legge elettorale. La maggioranza, questa maggioranza come le altre nel passato, vuole scriverla da sola pure adesso mentre cambia il modello di governo?
A chi scappa da ridere – quasi a tutti – che questa zona franca possa crearsi è pienamente confortato dai fatti. Ma cantare Imagine di John Lennon non ha mai fatto male a nessuno ed è pure piacevole. Una cosa però consigliamo a Schlein e ai campetti più o meno larghi: non immaginate neanche di poter strappare Tajani e i berluscones dal centrodestra per arruolarli alla propria armata, magari con Marina Berlusconi al posto di Yoko Ono.
Si possono invece strappare voti se l’opposizione con serietà e con i tempi necessari di legislatura sarà in grado di fare dei compromessi utili, non solo sui diritti civili, per fare di questo Paese un posto un poco più vivibile. Dove non si debba discutere di macchinazioni e complotti contro la sorella della premier e le sue “influenze”.