Inondazioni, siccità, perdite di raccolto: La Commissione europea avverte che l’Europa si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto al resto del mondo. Le conseguenze negative del cambiamento climatico si fanno già sentire. Per rendere l’Ue più resistente al clima, la Commissione vuole chiarire come possono essere attuate le misure di adattamento, chi ne è responsabile e chi ne sosterrà i costi. Il Centro per le politiche europee (Cep) accoglie con favore questo approccio. «È opportuno e richiesto dal diritto europeo che l’UE adotti misure precauzionali per contrastare i rischi climatici», afferma l’esperto del Cep Götz Reichert, che ha analizzato l’ultima comunicazione della Commissione sulla gestione dei rischi climatici insieme all’esperta di politiche climatiche Svenja Schwind.
Secondo i ricercatori del Cep, identificare i cosiddetti titolari del rischio e chiarire chi deve attuare le misure di adattamento a livello nazionale, regionale e locale può eliminare i vuoti di responsabilità, evitare la duplicazione del lavoro e semplificare il coordinamento generale. Secondo Svenja Schwind, l’obiettivo della Commissione di aumentare le conoscenze sugli impatti previsti dei cambiamenti climatici e sugli effetti e i costi delle misure di adattamento al clima faciliterà un processo decisionale efficiente. È inoltre opportuno aumentare gli incentivi per la copertura assicurativa contro i rischi climatici.
Gli esperti del Cep sono più critici nei confronti della definizione di resilienza climatica come criterio non legato al prezzo negli appalti pubblici. «Come conseguenza non intenzionale, le regioni finanziariamente più forti potrebbero essere favorite rispetto a quelle finanziariamente più deboli nelle gare d’appalto in tutta l’Ue», avverte Svenja Schwind.