Il piano per la vittoria di Volodymyr Zelensky è «un ponte» per rafforzare l’Ucraina nei mesi di ottobre, novembre e dicembre e costringere Putin a entrare nel tavolo delle trattative. Lo ha spiegato lo stesso presidente ucraino in una lunga intervista al New Yorker: «Dopo il primo vertice di pace, i nostri partner hanno visto che la Russia non era pronta per alcun tipo di colloquio. Se non rafforzeremo l’Ucraina, non riusciremo mai a costringere Putin a negoziare in modo equo e a condizioni paritarie». La nuova strategia prevede «argomenti specifici e passi concreti» per consentire una conclusione diplomatica della guerra. «La differenza questa volta sarà che Putin comprenderà la profondità di questo piano e l’impegno dei nostri partner nel rafforzarci, e realizzerà un fatto importante: se desidera continuare a cercare di distruggerci, un’Ucraina rafforzata non gli permetterà di farlo. Non solo, ma continuare a perseguire questo obiettivo indebolirebbe considerevolmente anche la Russia, il che minaccerebbe la stessa posizione di Putin».
Tra i punti del piano, che sarà presentato alla Casa Bianca il 26 settembre, dovrebbe esserci un’adesione accelerata dell’Ucraina alla Nato e l’erogazione di aiuti militari occidentali con minori limitazioni. Nella intervista al New Yorker, Zelensky ha spiegato che finora «l’Ucraina ha fatto tutto il possibile per tenere l’America fuori da questa guerra». Se Kyjiv non avesse resistito strenuamente contro la Russia, «circa quaranta milioni di immigrati sarebbero arrivati in Europa, America e Canada» e gli Stati Uniti avrebbero perso influenza sul più esteso paese europeo che sarebbe rimasto assoggettato al Cremlino. E dopo poche settimane avrebbe potuto attaccare la Polonia e gli Stati baltici: «In quel caso sareste stati coinvolti a tutti gli effetti con truppe sul terreno, finanziamenti, investimenti, e con l’economia americana che sarebbe entrata in una fase di guerra. Quindi dire che siete in guerra da molto tempo non è vero. Al contrario, credo che abbiamo messo l’America al riparo da una guerra totale».
Per Zelensky, l’Ucraina finora ha fatto guadagnare tempo all’Occidente. «La Russia sa che l’Ucraina è già in difficoltà; è già esclusa dall’Unione Europea e dalla Nato, con quasi un terzo del suo territorio occupato. La Russia potrebbe decidere che è abbastanza e potrebbe colpire la Polonia. E così, dopo due anni e mezzo di sostegno e investimenti, l’America dovrebbe ricominciare a investire da zero, in una guerra di tutt’altro calibro. I soldati americani vi combatteranno».
Secondo Zelensky, anche l’incursione ucraina dello scorso mese nella regione di Kursk, al confine con la Russia occidentale, dove le forze ucraine occupano attualmente circa quattrocento miglia quadrate di territorio russo, ha rafforzato le premesse del piano per la vittoria, fornendo un vantaggio di Kyjiv nei confronti del Cremlino e dimostrando che l’esercito ucraino è capace non solo di resistere, ma anche di contrattaccare. «Questa offensiva ha già mostrato alcuni risultati. Ha rallentato i russi e li ha costretti a spostare alcune delle loro forze a Kursk, dell’ordine di quarantamila soldati. I nostri combattenti a est dicono che sono colpiti meno frequentemente», ha spiegato Zelensky al New Yorker.
«Non sto dicendo che sia un successo clamoroso, o che porterà alla fine della guerra, o alla fine di Putin. Ciò che ha fatto è mostrare ai nostri partner di cosa siamo capaci. Abbiamo anche mostrato al Sud globale che Putin, che afferma di avere tutto sotto controllo, in realtà non lo ha. E abbiamo rivelato una verità molto importante ai russi. Sfortunatamente, molti di loro hanno gli occhi chiusi, non vogliono vedere o sentire nulla. Ma alcune persone russe non possono fare a meno di notare come Putin non sia corso a difendere la sua terra. No, invece, vuole prima di tutto prendersi cura di sé stesso e finire l’Ucraina. La sua gente non è una priorità per lui».
Zelensky si trova negli Stati Uniti anche per partecipare all’Assemblea Generale dell’Onu il 25 settembre. Questa domenica Zelensky ha visitato lo stabilimento di munizioni dell’esercito di Scranton in Pennsylvania, che nell’ultimo anno ha aumentato la produzione per Kyjiv di proiettili di artiglieria da centocinquantacinque millimetri. Si tratta di proiettili che possono colpire bersagli da ventiquattro fino a trentadue chilometri di distanza, cruciali per distruggere le postazioni nemiche da una distanza di sicurezza. Fino a questo momento, l’Ucraina ne ha già ricevuti più di tre milioni dagli Stati Uniti.
Durante la visita, Zelensky ha sottolineato che l’Ucraina ha «armi a lungo raggio. Ma non è la quantità di cui abbiamo bisogno: né gli Stati Uniti né il Regno Unito ci hanno dato il permesso di usare queste armi sul territorio della Russia», chiedendo nuovamente agli alleati di allentare le restrizioni sulle armi. Su X, il presidente ha poi spiegato di aver raggiunto degli «Accordi per espandere la cooperazione» tra la Pennsylvania e la città ucraina di Zaporizhzhya, aggiungendo che «è in posti come questo che senti che il mondo democratico può prevalere».
Zelensky è consapevole di trovarsi di fronte a un’importante opportunità per ottenere aiuti esteri significativi. Biden si avvicina alla conclusione del suo mandato e potrebbe essere riluttante a intensificare il coinvolgimento degli Stati Uniti, per non creare problemi politici per Kamala Harris nelle settimane che precedono le elezioni di novembre. Nel frattempo, Donald Trump ha adottato una posizione vaga riguardo alla sua politica sull’Ucraina; durante un recente dibattito con Harris, ha eluso il tema della vittoria ucraina, augurandosi semplicemente la fine della guerra.«La mia sensazione è che Trump non sappia davvero come fermare la guerra, anche se potrebbe pensare di saperlo. Questa guerra più la si guarda in profondità e meno la si capisce. Ho visto molti leader che erano convinti di sapere come farla finita domani, e quando si sono addentrati nella questione, hanno capito che non era così semplice», ha dichiarato Zelensky, definendo il suo candidato alla vice presidenza, J.D.Vance come «troppo radicale».
Il presidente ucraino è fiducioso nell’appoggio di Biden, e spera di ricevere il sostegno da parte degli Stati Uniti. Un suo rifiuto «Significherebbe che Biden non vuole porre fine alla guerra in alcun modo che neghi alla Russia una vittoria. E ci ritroveremmo in una guerra molto lunga, una situazione impossibile e logorante che ucciderebbe un numero enorme di persone. Detto ciò, non posso incolpare Biden per nulla. Alla fine dei conti, ha compiuto un passo potente e storico quando ha scelto di sostenerci all’inizio della guerra, un’azione che ha spinto anche i nostri altri partner a fare lo stesso».