Bipopulismi europeiLo spensierato sdoganamento del nuovo nazismo bipartisan

L’Italia ha preceduto le altre nazioni europee sulla via dell’emarginazione e della radicalizzazione delle forze centrali, ben oltre il perimetro dei valori costituzionali., scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette

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A seconda di chi abbiate votato, è probabile che in questi giorni la vostra sensibilità morale, la vostra coscienza storica e la vostra intelligenza politica siano rimaste colpite da uno di questi due episodi: da un lato gli orrendi cartelli delle manifestazioni filopalestinesi contro Liliana Segre, definita anche lei, come molti altri politici e giornalisti, «agente sionista»; dall’altro l’entusiasmo con cui Matteo Salvini ha salutato la vittoria dell’estrema destra austriaca e prontamente invitato a Pontida, assieme all’autocrate ungherese Viktor Orbán e al fior fiore del nazional-populismo europeo, l’aspirante Volkskanzler Herbert Kickl.

Il termine tedesco, scelto da lui, sta per «cancelliere del popolo» (ricorda qualcosa?) ed è uno dei suoi tanti espliciti riferimenti ad Adolf Hitler. Un po’ come certe battute del generale Roberto Vannacci sulla «decima», i «camerati» e simili richiami simbolici, che non si possono più nemmeno bollare come linguaggio in codice o dog whistle politics, avendo chiaramente abbandonato ogni tentativo di camuffamento.

Tanto da spingere il leader di Forza Italia Antonio Tajani a parlare – a proposito di Kickl, s’intende – di «rigurgiti nazisti» da respingere, e il leader della Lega Salvini a dichiarare che chi lancia simili allarmi «dorme male» o «ha mangiato pesante» (nota per il lettore distratto: Tajani e Salvini sono entrambi vicepresidenti del Consiglio).

A seconda di chi abbiate votato, quali giornali leggiate, quali trasmissioni guardiate o di chi seguiate su twitter e facebook, è facile prevedere che tenderete a giustificare o ridimensionare un episodio e a condannare l’altro. Ma quello che dovrebbe spaventarvi, invece, è proprio il carattere trasversale del fenomeno. Mutuando l’espressione dal gergo tipico del bipolarismo italiano, orrendo ma rivelatore, direi lo sdoganamento persino della dittatura hitleriana, con la caduta dell’ultimo tabù ancora rimasto a presidio del senso del limite e della civiltà del dibattito pubblico nelle democrazie europee uscite dalla tragedia della Seconda guerra mondiale.

Si tratta, evidentemente, di un fenomeno globale, che ha avuto tuttavia in Italia la sua avanguardia. Il bello, si fa per dire, è che a suo tempo un simile processo veniva rivendicato, a destra e a sinistra, come un grande progresso che avrebbe uniformato il nostro paese, attraverso la «costituzionalizzazione delle estreme», alle altre grandi democrazie europee.

Mi pare sempre più evidente che la storia marciasse nella direzione opposta, e che siamo stati noi, semmai, a precedere le altre nazioni europee sulla via dell’emarginazione e della radicalizzazione delle forze centrali, ben oltre il perimetro dei valori costituzionali.

Leggi l’articolo di Mario Lavia su questo argomento

Questo è un estratto di “La Linea” la newsletter de Linkiesta curata da Francesco Cundari per orientarsi nel gran guazzabuglio della politica e della vita, tutte le mattine – dal lunedì al venerdì – alle sette. Più o meno. Qui per iscriversi.

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