Gli antidemocraticiBenvenuti nell’era dell’Autocrazia S.p.A.

Anne Applebaum, in “Autocrazie”, spiega che i regimi moderni sono reti globali che collaborano per mantenere il potere e arricchirsi. Pur non condividendo un’ideologia comune, vedono nella società aperta una minaccia esistenziale al loro dominio

Unsplash

Abbiamo tutti in mente l’immagine un po’ caricaturale di uno stato autocratico. C’è un cattivo al vertice, che controlla l’esercito e la polizia. L’esercito e la polizia minacciano il popolo con la violenza. Ci sono collaboratori malvagi, e magari qualche coraggioso dissidente. Tuttavia, nel XXI secolo una simile rappresentazione ha scarsa attinenza con la realtà. Al giorno d’oggi, le autocrazie non sono governate da un solo cattivo, ma da raffinate reti che poggiano su strutture finanziarie cleptocratiche, su un complesso di servizi di sicurezza – militari, paramilitari e polizia – e su esperti di tecnologia che forniscono sorveglianza, propaganda e disinformazione.

I membri di queste reti sono connessi non soltanto tra loro in una data autocrazia, ma anche a network presenti in altri paesi autocratici, e a volte nelle stesse democrazie. Aziende corrotte e controllate dallo stato in una dittatura fanno affari con aziende corrotte e controllate dallo stato in un’altra.

La polizia di un paese può armare, equipaggiare e addestrare la polizia di molti altri. I propagandisti condividono risorse – fabbriche di troll e reti mediatiche che promuovono la propaganda di un dittatore possono essere usate anche per promuovere quella di un altro – oltre che concetti: la degenerazione della democrazia, la stabilità dell’autocrazia, la malvagità dell’America. Con questo non voglio dire che ci sia una stanza segreta dove si riuniscono i cattivi, come in un film di James Bond. Né che il nostro conflitto con loro sia una lotta a due, bianco contro nero, una «guerra fredda 2.0».

Tra gli attuali autocrati ci sono personaggi che si definiscono comunisti, monarchici, nazionalisti e fautori della teocrazia. I loro regimi hanno radici storiche, obiettivi ed estetiche differenti. Il comunismo cinese e il nazionalismo russo divergono non solo tra di loro, ma anche dal socialismo bolivariano del Venezuela, dall’ideologia del juche della Corea del Nord o dal radicalismo sciita della Repubblica islamica dell’Iran.

Tutti questi regimi si distinguono dalle monarchie arabe e da altri paesi – Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Vietnam – che perlopiù non cercano di insidiare il mondo democratico. Differiscono anche dalle autocrazie più morbide e dalle democrazie ibride, spesso chiamate «democrazie illiberali» – Turchia, Singapore, India, Filippine, Ungheria –, che talvolta si schierano con il mondo democratico e talvolta no. Diversamente dalle alleanze militari o politiche di altri tempi e altri luoghi, questo gruppo opera come un agglomerato di aziende tenute insieme non dall’ideologia, bensì da una spietata e assoluta determinazione a preservare il proprio potere e la propria personale ricchezza: è l’Autocrazia S.p.A.

Anziché idee, gli uomini forti che sono a capo di Russia, Cina, Iran, Corea del Nord, Venezuela, Nicaragua, Angola, Myanmar, Cuba, Siria, Zimbabwe, Mali, Bielorussia, Sudan, Azerbaigian, e forse di un’altra trentina di stati, condividono la determinazione a privare i cittadini di qualsiasi influenza reale o della possibilità di far sentire la propria voce, a respingere ogni forma di trasparenza o di responsabilità, e a reprimere chiunque, all’interno o all’estero, li sfidi.

Condividono anche un rapporto brutalmente pragmatico con la ricchezza. A differenza dei leader fascisti e comunisti del passato, che avevano dietro di sé macchine di partito e non esibivano la loro avidità, i leader autocratici spesso possiedono residenze opulente e strutturano gran parte della propria attività sotto forma di imprese speculative. I legami tra loro, e con i loro amici nel mondo democratico, sono cementati non mediante ideali, bensì attraverso accordi destinati a ridurre l’efficacia delle sanzioni, scambiare tecnologie di sorveglianza e garantire il reciproco arricchimento.

(…) Gli autocrati di oggi differiscono sotto molti aspetti dai loro predecessori del XX secolo. Ma gli eredi, i successori e gli emuli di questi leader e pensatori, per quanto variegate siano le loro ideologie, hanno in realtà un nemico comune. Quel nemico siamo noi. Per essere più precisi: il loro nemico è il mondo democratico, «l’Occidente», la Nato, l’Unione europea; il loro nemico sono gli oppositori interni democratici, e le idee liberali che li ispirano.

Di queste fanno parte l’idea che la legge sia una forza neutrale, non soggetta ai capricci della politica; che tribunali e giudici dovrebbero essere indipendenti; che l’opposizione è legittima; che i diritti di parola e di riunione possono essere garantiti; e che possono esserci giornalisti, scrittori e pensatori indipendenti, in grado di essere critici nei confronti del partito o del leader al potere, pur rimanendo al tempo stesso fedeli allo stato.

Gli autocrati odiano questi princìpi perché minacciano il loro potere. Se giudici e giurie sono indipendenti, possono imporre ai governanti di rendere conto delle loro azioni. Se c’è una stampa genuinamente libera, i giornalisti possono denunciare il furto e la corruzione ad alto livello. Se il sistema politico mette i cittadini nelle condizioni di influenzare il governo, questi ultimi alla fine possono cambiare il regime.

La loro avversione per il mondo democratico non è semplicemente una forma di competizione geopolitica tradizionale, come i «realisti» e tanti strateghi delle relazioni internazionali ancora credono. È un’opposizione che affonda le proprie radici nella natura stessa del sistema politico democratico, in parole come «dovere di rendere conto», «trasparenza» e «democrazia». Gli autocrati sentono quel linguaggio provenire dal mondo democratico, sentono il medesimo linguaggio provenire dai loro dissidenti, e cercano di distruggerli entrambi.

Copyright © 2024 by Anne Applebaum Published by arrangement with The Italian Literary Agency © 2024 Mondadori Libri S.p.A., Milano

Autocrazie - Anne Applebaum | Libri Mondadori

Tratto da “Autocrazie” (Mondadori), di Anne Applebaum, pp. 180, 19€

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club