A Tesla altaNon è Musk che parla, quando parla dell’Italia. È Meloni

I tweet del fondatore di X sui giudici italiani non sono una semplice e legittima ingerenza straniera, ma parte di un progetto politico condiviso con la presidente del Consiglio per consolidare ideologicamente la democrazia illiberale in Italia. I nazionalismi hanno sempre avuto bisogno di un alleato forte per consolidarsi

LaPresse

Sono sempre stato un tifoso delle ingerenze, se con questo si intende l’opinione espressa da qualche straniero sui nostri affari nazionali. Non credo ai confini intellettuali e neppure politici, mi sento parte della comunità umana prima ancora di quella nazionale. Naturalmente mi riferisco a opinioni pubblicamente espresse, di sostegni (anche finanziari) trasparenti e dichiarati offerti a chi condivide idee o battaglie politiche, non di infiltrazioni occulte alla Vladimir Putin.

Per questo non condivido la reazione indispettita e un po’ ambiguamente sovranista nei confronti di Elon Musk. Ma, soprattutto, mi pare che non sia stato compreso il problema politico di fronte al quale ci pongono le parole di Musk («cacciate quei giudici», «in Italia comanda una autocrazia»).

Musk non è un governante straniero e neppure un tycoon straniero, Musk è il tutore politico del presidente del Consiglio italiano per la parte che riguarda le relazioni del nostro paese con il governo che si insedierà nel prossimo gennaio a Washington. Lo ha scelto la stessa Meloni quando, poche settimane fa, si è recata negli Stati Uniti per ricevere un premio dell’Atlantic Council e ha chiesto a Musk di introdurre la cerimonia. Meloni sapeva cosa stava facendo, vero?

Dunque non prendiamocela con Musk ma chiediamoci se Meloni intende procedere nella strategia di costruzione della democrazia illiberale che ha dovuto frenare durante la presidenza di Joe Biden e che ora può rilanciare con immediato profitto interno e internazionale grazie al suo rapporto privilegiato con Musk (la mia risposta è sì, intende farlo). 

Inutile rimproverarle un tradimento del sovranismo. I nazionalismi hanno sempre avuto bisogno di un riferimento forte, di un alleato forte, di un modello forte, per svilupparsi e consolidarsi. Non è Musk che parla, quando parla dell’Italia. È Meloni.

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