RoaringHotel Locarno, un brunch nel segno del Bloody Mary

L’hotel di Roma si prepara per festeggiare il suo centenario, che cade nell’anno del Giubileo. Proprio come il cocktail a base pomodoro

Hotel Locarno
Hotel Locarno, Roma

Quasi coetanei. L’Hotel Locarno di Roma e il Bloody Mary condividono all’incirca un secolo di storia e mantengono immutato il fascino dei ruggenti anni Venti. L’elegante albergo nato nel 1925, in occasione del Giubileo da una famiglia svizzera, da qui il nome in ricordo della propria città natale, è uno degli indirizzi di riferimento per il brunch del fine settimana. O meglio per tutti coloro che ritengono il Bloody Mary il cocktail imprescindibile per il brunch, che qui si chiama Bloody Brunch. Nomen omen. È proprio il cocktail sanguinario per eccellenza il fil rouge di chi vuole godersi un momento di relax nel cuore di Roma respirando l’allure di altri tempi. Di un hotel amato da Federico Fellini e Giulietta Masina, che lo elessero come residenza privilegiata della loro romantica storia, o in tempi più recenti da personaggi quali Lucio Dalla o Wes Anderson. Una destinazione amata da raffinati e creativi viaggiatori che ne hanno sempre apprezzato il fascino discreto e lo stile confidenziale, che fa sentire ospiti non appena si varca la soglia.

Rooftop Hotel Locarno
Rooftop Hotel Locarno

In una Roma dominata dai grandi gruppi alberghieri, l’Hotel Locarno è l’unica realtà di livello, non a caso premiata di recente con la chiave Michelin e l’ingresso nella prestigiosa selezione dei 50 Best Discovery, ad avere una proprietà familiare. A condurlo è Caterina Valente che lo ha ereditato dalla madre Maria Teresa Celli, che negli anni Sessanta inizia un importante lavoro di ricostruzione e restauro dedicandosi a un’opera di recupero e arricchendolo con oggetti unici, mobili e complementi d’arredo frutto di mirate ricerche in tutta Italia. Un fascino che pervade l’intero piano terra, dalla hall al ristorante – dove campeggia un iconico camino – alla bottigliera del bar, regno dell’head mixologist Nicholas Pinna.

Nicholas Pinna
Nicholas Pinna

Dicevamo il Bloody Mary. Qui è proposto in quattro varianti. Si va dalla classica al Red Snapper, con il gin che sostituisce la vodka, al Rye Mary, ovvero bourbon, scotch aroma e cacao rim. Ma il twist del pubblico, sull’onda dell’ascesa dell’agave, è El Chapo. Protagonisti tequila e mezcal e per il rim sul bordo del bicchiere un mix di spezie. Ma per chi vuole ampliare la frontiera del gusto l’offerta di mixology è davvero ampia, oltre ai classici ci sono quasi trenta cocktail suddivisi in distinte categorie. “Innocenti Evasioni”, che punta ad un mood italiano amaricante con un Roma-Bracciano che fa il verso al Milano-Torino, o “Rock’n’roll star”, trionfo di gin, whisky, vodka e cognac. Echi esotici, sapori freschi in cui si gioca con rum, mezcal, spezie e pisco contraddistinguono la sezione “Life’s a Beach”. Non possono mancare gli omaggi ai must con “Martini remastered”, drink caldi e dal sapore deciso e “Champagne supernova”, per gli amanti delle bollicine. Ognuno è creato con ingredienti freschi, rispettando le ricette originarie e abbracciando una filosofia del bar che invita i clienti a condividere un’esperienza unica, décontracté e intensamente piacevole, specialmente se assaporata al bancone dove conversare con i bartender cercando di rubare qualche aneddoto.

Dal punto di vista gastronomico invece il Bloody Brunch, a cura dello chef Domenico Smargiassi, propone piatti in grado di soddisfare sia i gusti più classici che quelli più internazionali vista la presenza, tra gli ospiti, di una importante componente non residenziale.

Chef Domenico Smargiassi ph. Adriana Forconi
Chef Domenico Smargiassi ph. Adriana Forconi

Considerevole la parte riservata alle uova, protagoniste di molte preparazioni. Si può provare la Benedettina, con salmone affumicato e muffin salato, disponibile anche nella versione deluxe con salsa al parmigiano e tartufo. O le uova poché, con crudo di filetto extra marezzato, porcini e pan brioche, anche all’arrabbiata 2.0, arricchite da acciughe e capperi, passando per i maritozzi ripieni di uova strapazzate, pancetta e champignon, che richiamano la tradizione romana. Tra gli altri piatti lo yakitori di maialino spagnolo, una ricetta che lo chef racconta di aver perfezionato in un viaggio in Giappone, e il fish & chips alla romana, rivisitato con cacio e pepe.

Una parte del menu è invece legato alla tradizione italiana, con quei piatti comfort che ricordano le domeniche in famiglia. Pappardelle al ragù di vino bianco e parmigiano, ravioli ricotta e spinaci cremolati al pomodoro, ma anche la cotoletta alla bolognese, con un sapore che rievoca il ripieno dei tortellini in brodo.

Manca poco al centenario e siamo convinti che da queste parti si brinderà con il Bloody Mary per rinnovare una storia fatta di charme, tradizione e arte.

Hotel Locarno
Via della Penna, 22 – Roma

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