A meno che non abbiate viaggiato in Asia di recente, probabilmente il nome Capella Hotels non vi suonerà così famigliare. Tuttavia, questo parterre di strutture che si è conquistato un posto nelle maggiori città dell’Asia, è uno di quei brand su cui accendere un faro. Con più di cinquant’anni di esperienza a curriculum, il Capella Hotel Group è una costola della società privata di real estate Pontiac Land, con sede a Singapore. Nel corso degli anni questa realtà ha costruito alcune delle proprietà oggi meglio innestate nei territori ospitanti, riuscendo nell’impresa di trovare un punto di incontro tra le massime declinazioni del lusso, il gusto, l’eleganza e la connessione con il territorio.
Il Capella Hotel di Bangok è stato premiato il 17 settembre 2024 come il miglior hotel al mondo secondo la classifica dei World50Best Hotels, ha vinto il Travel and Leisure Award per due anni consecutivi (2023-2024) e si è conquistato anche la classifica di Forbes Hotel Guide di quest’anno. L’hotel sorge lungo il Chao Phraya River, condividendo la proprietà del suolo con l’adiacente Four Seasons Hotel (il demanio è unico e di proprietà dallo stesso gruppo di Real Estate).
Nelle grandi metropoli in genere si parla di strutture di piccole dimensioni quando ancora si rientra nelle cento camere. Non sono poi così poche, in effetti, ma considerando la facilità con cui in certi paesi si riesce ad assumere personale, resta un numero soddisfacente per assicurare determinati standard di qualità. Una gestione dell’ospite mai casuale, un design curato dai migliori architetti di tutto il mondo, uno sviluppo del concetto di vacanza – e di long stay – olistico e personalizzato.
All’ingresso si viene accolti nel corpo principale della struttura il quale, a differenza del solito, non si sviluppa in una reception ma divani e comode sedute. Nelle diverse ore del giorno, questa zona vive di momenti dedicati al piacere così come agli affari, circondati da arredi, tessuti e oggetti di design, che creano un dialogo visivo con le architetture storiche thailandesi e un’atmosfera quasi immersiva per l’ospite. Spesso la musica dal vivo accompagna i pomeriggi di questa lounge accompagnando il rituale del tè, aperto anche al pubblico esterno. Vi capiterà spesso, durante il vostro soggiorno, di vedere prenotati tutti i salottini per l’imperdibile appuntamento delle cinque.
Diventato ormai uno dei lussi più raccontati della capitale, qui si ritrovano le signore più eleganti della città, le neomamme di buona famiglia per chiacchiere informali così come manager desiderosi di un contesto diverso. L’accoglienza è stata pensata in una sala dedicata, spaziosa, affacciata sul fiume e con vista piscina. Qui vengono svolte tutte le procedure di check-in, senza fretta alcuna e con massima privacy. Tutte le stanze – camere, suites e ville – guardano il fiume, grazie a finestre a grandi vetrate che abbracciano tutta la luce possibile regalando una vista ammaliante anche in notturna.
Le dimensioni partono dai sessanta metri quadri, con un arredo pensato in chiave particolarmente domestica, accogliente, in scale di avorio, panna e crema e con un pavimento a moquette particolarmente confortevole. Ogni camera è dotata di un servizio lavanderia ritirabile senza contatto, direttamente suonando il campanello e posizionando la propria bag nell’apposita anta connessa verso l’esterno della camera. Tutti gli ospiti hanno a disposizione cinque pressature e una elegante sporta in pelle è a disposizione (e in vendita per chi lo desidera) per muoversi in città con quel tocco di stile che completa il vostro look.
La palestra è poco spaziosa ma commisurata alle dimensioni dell’hotel, con un personal trainer sempre disponibile e una saletta indipendente per lezioni individuali. In camera avete tutto l’occorrente per miscelarvi un ottimo Negroni o un cocktail Martini. Bisogna un po’ arrangiarsi in termini di spazio ma la possibilità di dare un twist alcolico al servizio è a disposizione di tutti.
Come ogni struttura lusso che si rispetti, il comparto food and beverage è stato concepito con grande pensiero e aspettative. Nel piano di sviluppo di un brand, questa componente è diventata un tassello imprescindibile per la valutazione del lusso complessivo di una struttura, della guest experience nella sua totalità, e ovviamente per il bilancio finale. Senza ombra di dubbio, la ristorazione è un canale di revenue le cui potenzialità sono state per troppo tempo sottovalutate e che finalmente ora è capace di riscattarsi.
Il ristorante Phra Nakhon propone una cucina thailandese che guarda alla cultura regionale più autentica, lavorando in maniera del tutto specifica nell’utilizzo di spezie, peperoncini, aromi, proteine. Aperto pranzo e cena, la grande varietà del menu consente di potervi tornare più volte per fare e apprezzare, con costanza, la precisione e il gusto della chef e del suo team. La stessa cura e attenzione la ritroverete nella colazione, servita perlopiù alla carta e con un piccolo buffet per la parte di frutta fresca, viennoiserie (sul quale si stanno facendo passi in avanti), pani e cereali.
Tuttavia, il primo ristorante dell’hotel, punta di diamante del progetto è COTE, una delle tavole più note della città che porta la firma del tristellato francese Mauro Colagreco. Un’atmosfera indubbiamente più sobria, che ricorda quella di un salotto aristocratico, con tovaglie bianche inamidate, tavoli ampi e pochi coperti. La maggior parte della clientela viene qui per provare una proposta gastronomica chiaramente europea e mediterranea. Dalle tecniche alla tipologia di ingredienti, alle referenze in carta vino così come il servizio, l’atmosfera riflette perfettamente l’allure dei contesti stellati e una visione più occidentale del fine dining, che non smette di incuriosire la gente locale.
Al piano inferiore, lo Stella Bar, è il cocktail bar di riferimento della struttura per chi vuole concludere – o iniziare – la propria serata in un’atmosfera più informale e divertente. A tutti gli effetti, il Capella Hotel è un destination per soggiorni di breve-medio termine che punta il massimo del suo vantaggio sull’esclusività dei suoi ambienti, la riservatezza degli spazi e una posizione fuori dal centro urbano. Una personalizzazione dell’esperienza che sta raggiungendo livelli sempre più complessi e che trova, in questa struttura, uno dei suoi esempi più riusciti.