Gran confusione dem Sull’Ucraina, i deputati del Pd votano ancora una volta in tre modi diversi

Durante la sessione plenaria a Strasburgo, i dem italiani hanno votato in gran parte a favore della risoluzione sul sostegno politico e militare a Kyjiv, ma con varie prese di distanza su punti diversi del testo. Diviso pure il fronte riformista, l’unica che ha le idee chiare è la vicepresidente dell’Europarlamento Pina Picierno

AP/Lapresse

Dopo il dibattito di martedì in Plenaria sul sostegno europeo all’Ucraina, il Parlamento europeo ha votato oggi una risoluzione per dare più aiuti militari a Kyjiv. Si tratta di aerei, missili a lungo raggio e moderni sistemi di difesa aerea. Nel testo si parla anche del coinvolgimento della Corea del Nord e dei test russi sui nuovi missili balistici in Ucraina che segnano «una nuova fase della guerra». Gli eurodeputati hanno chiesto inoltre alla Cina di porre fine a ogni assistenza militare a Mosca.

Il Pd, alla fine, ha votato a favore della risoluzione, con due astensioni: Marco Tarquinio e Cecilia Strada. Ma, ancora una volta, su vari punti della risoluzione è partito il solito psicodramma del partito di Elly Schlein. C’è stato, per esempio, il voto contrario del Partito democratico – in linea con il gruppo di S&D – su una questione cruciale. Al punto 5 della risoluzione, infatti, il Parlamento chiede all’Unione e agli Stati membri di «lavorare attivamente per mantenere e ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile per l’Ucraina e individuare una soluzione pacifica alla guerra, che deve essere basata sul pieno rispetto dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, dei principi del diritto internazionale, della responsabilità per i crimini di guerra e il crimine di aggressione commessi dalla Russia, nonché sulle riparazioni russe e altri pagamenti per gli ingenti danni materiali e immateriali causati in Ucraina».

Qui si insiste sul fatto che nessun negoziato sull’Ucraina può aver luogo senza l’Ucraina, ovviamente. E si chiede all’Unione europea di gettare le basi per lo svolgimento del secondo vertice di pace, coinvolgendo anche i Paesi del Sud del mondo, cercando allo stesso tempo solide garanzie di sicurezza per il futuro dell’Ucraina, con una strategia chiara, obiettivi specifici e una tabella di marcia concreta.

I socialisti e i democratici hanno votato contro perché sul punto c’era una presa di distanza dall’iniziativa fallimentare del cancelliere tedesco Olaf Scholz, socialdemocratico. Solo Pina Picierno ha votato a favore.

I dem si sono divisi anche sull’utilizzo delle armi a lungo raggio sul territorio russo. Il Parlamento europeo chiede all’Unione europea di «rafforzare ulteriormente il sostegno militare all’Ucraina, anche fornendo aeromobili, missili a lungo raggio (tra cui missili Taurus), sistemi di difesa aerea (tra cui munizioni Patriots e Samp/T), i sistemi di antiaerea portatile Manpads, artiglieria e programmi di addestramento per le forze ucraine, chiedendo nel contempo una consegna accelerata delle attrezzature promesse per soddisfare le urgenti esigenze dell’Ucraina».

Sul voto sulla seconda sezione del paragrafo 13, che recita «si invita l’Ue e i suoi Stati membri a rafforzare ulteriormente il loro sostegno militare all’Ucraina, anche mediante la fornitura di aerei, missili a lungo raggio», hanno votato a favore Stefano Bonaccini, Giorgio Gori, Alessandro Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli, Alessandro Zan (giusto per aggiungere confusione politica al caos sui principi fondamentali, Bonaccini e Zan hanno fatto sapere che si tratta di un errore di voto e che avrebbero voluto astenersi), mentre si sono opposti Lucia Annunziata, Brando Benifei, Annalisa Corrado, Antonio Decaro, Camilla Laureti, Giuseppe Lupo, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Raffaele Topo e Nicola Zingaretti.

Partito democratico che si ricompatta, votando contro però, nel paragrafo successivo in cui viene aggiunto anche la richiesta a Berlino di consegnare a Kyjiv i missili a lungo raggio di fabbricazione tedesca Taurus. L’eccezione è sempre la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, l’unica nel suo partito.

«Ho appena votato la mozione per l’Ucraina nella sua integralità compreso il sostegno all’utilizzo delle armi a lungo raggio sul territorio russo. Credo che sia necessario oggi più che mai non permettere a Putin di guadagnare tempo e spazio. Solo col coraggio e con la determinazione si avrà una pace giusta per gli ucraini», ha scritto Picierno sul suo profilo X.

Divisioni anche nella maggioranza di governo, con le tre forze politiche che votano in tre modi differenti: contraria la Lega, astensione per Fratelli d’Italia (eccetto per quanto riguarda i sistemi di difesa aerea, su cui esprime voto positivo) e a favore Forza Italia.

Sul paragrafo 19, quello che accoglie con favore la decisione di Joe Biden di consentire all’Ucraina di colpire target su territorio russo con sistemi missilistici avanzati e chiede all’Unione europea di attuare decisioni analoghe, il Partito democratico conta quattro eurodeputati favorevoli (di nuovo Picierno, poi Giorgio Gori, Pierfrancesco Maran e Irene Tinagli). Alessandro Zan, Cecilia Strada e Marco Tarquinio hanno condannato la scelta del presidente statunitense, mentre il resto della delegazione si astiene per poi votare contro l’invito a seguirlo per l’Ue. La maggioranza di governo invece vede Forza Italia e Lega contrarie, mentre Fratelli d’Italia è astenuta.

«Azioni criminali che proseguono senza sosta: stanotte 100, tra missili e droni, hanno colpito i sistemi energetici ucraini con tanto di rivendicazione del presidente russo in conferenza stampa. Penso che la mozione approvata oggi dal Parlamento Europeo sia un segnale chiaro ed inequivocabile sulla necessità del sostegno all’Ucraina per il raggiungimento di una pace giusta e duratura in tutta l’area. È importante sottolineare anche il tentativo del regime putiniano di infiltrarsi tra le cancellerie europee, penso per esempio all’annunciata partecipazione del Premier slovacco Robert Fico alle celebrazioni nella piazza Rossa il prossimo 9 maggio o alle strategie per influenzare il voto Georgia, Moldavia e da ultimo in Romania. L’Europa non può essere essere una terra di conquista dei regimi illiberali», ha concluso Picierno.

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club