Luce e artigianato Il connubio tra moda e arredamento si fa strada anche nel design contemporaneo

Ne è un esempio la recente collaborazione tra Bottega Veneta e Flos. Dalla partnership tra i due brand è nata la rivisitazione dell’iconica lampada da tavolo progettata da Gino Sarfatti

Courtesy of Flos

Il Modello 600 di Flos è nato dall’estro visionario di Gino Sarfatti, designer e imprenditore italiano che nel 1939 fondò “Arteluce Società Anonima A.L.”, di cui diventò direttore generale. Ai tempi il prodotto segnò un cambiamento nel design dell’illuminazione, data l’introduzione di forme morbide e materiali innovativi per l’epoca, il 1966. Anno che lega il prodotto alla storia di Bottega Veneta, che fu fondata nello stesso anno a Vicenza. Il Modello 600 era caratterizzato da un’estetica nuova e flessibile, e rompeva gli schemi tradizionali dell’illuminazione, con un design che univa funzionalità e leggerezza visiva.

Flos e Bottega Veneta oggi hanno reinterpretato quest’icona del design. Dalla collaborazione tra i due brand è nato un prodotto che si pone come punto d’equilibrio nel dialogo tra tradizione e modernità, tra artigianato e tecnologia. La partnership tra Bottega Veneta e Flos è un inno all’eccellenza. Entrambe le aziende, infatti, condividono l’impegno per l’innovazione e la valorizzazione delle competenze artigianali. La reinterpretazione del Modello 600 integra la più recente tecnologia led, mantenendo però la forma iconica della lampadina originale, a dimostrazione del fatto che la produzione può evolversi rimanendo fedele alle proprie radici. Questa lampada, con la sua base in pelle intrecciato e la tecnologia led è un connubio tra savoir-faire e innovazione, con un grande rispetto per l’artigianato, l’attenzione al dettaglio, e la capacità di innovarsi senza snaturarsi. Un ponte tra passato e futuro, un omaggio alla tradizione.

Bottega Veneta X FLOS. Lamps. Courtesy of Flos

«Questo modello fa parte di un progetto di più ampio respiro che mira a valorizzare l’heritage dei prodotti di Flos, e quindi anche quelli di Arteluce, e che oggi sono fuori produzione, ma che hanno ancora un senso e una funzionalità contemporanea – racconta a Linkiesta Etc Andrea Gregis, Product Design Director che si è occupato dello studio dell’archivio, e della gestione tecnica della riedizione della lampada –. Non è un lavoro banale, perché si tratta di valutare centinaia di disegni che potrebbero essere rieditati».

L’idea di riattualizzare il prodotto è nata dall’incontro tra i due brand, che nel Modello 600 hanno trovato il punto di congiunzione tra l’essenza delle due aziende. «Inizialmente avevamo selezionato questo modello per la sua contemporaneità di funzione, l’interesse per la matericità, e il tipo di luce che emetteva – continua Gregis –. Nessun altro prodotto avrebbe avuto un senso così forte e concreto». Per riattualizzare il modello senza snaturarlo il percorso di ricerca è stato lungo: «quando si fa un prodotto nuovo si parte da un foglio bianco, si possono scrivere tutte le regole – racconta Gregis –; quando invece si ha un patrimonio storico di un disegno già realizzato bisogna rispettare l’anima dell’oggetto, e renderla più contemporanea».

Gino Sarfatti. Courtesy of Flos

Per riattualizzare il modello sono state adottate innovazioni su più livelli. Da un punto di vista tecnico il prodotto si è dovuto riadattare alle normative vigenti dei prodotti, che sono cambiate nel corso degli anni. «Stiamo parlando di un prodotto vecchio, quindi la prima cosa da fare è metterlo a norma seguendo le prescrizioni vigenti in tutto il mondo», continua il product manager.

Le innovazioni hanno poi riguardato anche la scelta del colore, aspetto che è stato gestito insieme a Bottega Veneta. La scelta è ricaduta su colori più contemporanei e allineati al marchio. C’è poi un tema di qualità della luce, legato all’applicazione della luce led, e alla sostituzione di materiali che ora risultano anacronistici rispetto a quelli utilizzati nel modello iniziale. «È stato fatto un ragionamento sul contrappeso, sulla sfera – aggiunge Gregis –. È stato oggetto di una reinterpretazione da parte di Bottega Veneta in termini di lavorazione della pelle, e allo stesso tempo per un tema normativo, per cui non abbiamo più potuto usare le sfere di piombo, che oggi non sono più sostenibili, e abbiamo optato per delle sfere di ferro. Questo ha portato a dover riproporzionare le misure, mantenendo un determinato comportamento proprio della lampada».

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