La Nato sarà al fianco dell’Ucraina, nella sua lotta di resistenza contro l’aggressione della Russia, per tutto il tempo necessario. Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte, non lascia spazio a molti dubbi quando si tratta di garantire sostegno militare a Kyjiv. Lo ha ribadito ancora una volta ieri, in un incontro a Bruxelles proprio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «[La Nato farà] tutto, compresa la fornitura di sistemi di difesa aerea e altri sistemi d’arma, per garantire che l’Ucraina sia un giorno nella migliore posizione possibile, quando lo decideranno, per avviare i colloqui di pace», ha detto Rutte.
L’incontro nel cuore dell’Europa tra il leader della Nato e il presidente ucraino è servito soprattutto a chiarire che l’Occidente, a partire proprio dall’Alleanza Atlantica, non si sfilerà dal suo impegno al fianco di Kyjiv, nemmeno con il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump. Il presidente eletto ha detto più volte che la sua amministrazione si aspetta che l’Europa prenda le redini della difesa dell’Ucraina e supervisioni qualsiasi futuro accordo di cessate il fuoco tra Kyjiv e Mosca. Una posizione molto diversa da quella dell’attuale presidente americano Joe Biden. Trump dovrebbe tornare alla Casa Bianca il 20 gennaio, e questo lascia a Zelensky solo poche settimane per garantire che gli alleati europei siano pronti ad assumersi questa responsabilità.
«Ora dobbiamo assicurarci che l’Ucraina raggiunga una posizione di forza», ha detto Rutte, suggerendo che è ancora prematuro parlare di operazioni di peacekeeping successive a eventuali accordi di pace. «Se ora iniziamo a discutere tra di noi sui dettagli di un potenziale accordo, rendiamo le cose molto facili per i russi».
Il segretario della Nato è entrato anche nello specifico dei rifornimenti militari da consegnare all’Ucraina, di cosa è indispensabile in questa fase della guerra. Priorità numero uno, migliorare le difese aeree del Paese e consegnare più armi, in generale: «Dobbiamo fare tutto ora per assicurarci che quando si tratta di difesa aerea, quando si tratta di altri sistemi d’arma, ci assicuriamo di fornire tutto ciò che possiamo».
Data l’incertezza e l’imprevedibilità degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump, Rutte e gli altri leader europei della Nato proveranno a convincere il presidente americano che un eventuale cattivo accordo per Kyjiv farebbe apparire il presidente americano debole agli occhi della Cina. E per questo bisogna fare il massimo già ora per aiutare l’Ucraina a guadagnarsi una posizione di forza sul campo.
E l’aiuto occidentale è imprescindibile, ancor di più dopo quasi tre anni di difesa strenua da parte degli ucraini. In un’intervista al quotidiano francese Le Parisien, Zelensky ha detto che l’Ucraina non ha le forze militari per riprendere il Donbas e la Crimea, ma che non rinuncerà a rivendicare i territori occupati. «Legalmente, non possiamo rinunciare ai nostri territori. È proibito dalla costituzione. La Russia controlla effettivamente parte del nostro territorio oggi», ha detto Zelensky quando gli hanno chiesto quanto Kyjiv sia disposta a scendere a compromessi per eventuali negoziati. «Se oggi non abbiamo la forza di riconquistare tutto il nostro territorio, forse l’Occidente troverà la forza di mettere Putin al suo posto… al tavolo dei negoziati e di affrontare diplomaticamente questa guerra», ha aggiunto ancora il presidente ucraino, spiegano che il suo Paese forse oggi si troverebbe in una situazione diversa se l’Occidente avesse dato a Kyjiv tutto ciò che aveva chiesto all’inizio della guerra. Ma d’altra parte l’Ucraina non riconoscerà mai i suoi territori occupati come territori russi. «Non si tratta di compromessi: un simile riconoscimento significherebbe che lui [Putin] l’avrebbe franca di nuovo, su tutta la linea. È inammissibile».