Slava EcoFlow I piccoli gesti di resistenza quotidiana degli ucraini nel terzo inverno di guerra

Tra power bank, generatori e stazioni di ricarica, in Ucraina i cittadini si ingegnano per affrontare i blackout prolungati causati dagli attacchi russi. Ma la guerra corregge i piani di tutti e sconvolge il ritmo delle giornate, eliminando la linea netta tra giorno e notte, tra ore di lavoro e ore di riposo

LaPresse

Mentre in Italia la parola dell’anno 2024 è «rispetto», in Ucraina una delle parole simbolo potrebbe essere EcoFlow. Termini come EcoFlow e Bluetti, quasi sconosciuti a un italiano medio, sono invece parte integrante della quotidianità per molti ucraini. Allo stesso modo, mentre le app più usate nei Paesi occidentali sono YouTube, TikTok e Snapchat, in Ucraina non si può fare a meno di applicazioni come *Air Alert* (che segnala l’arrivo di missili russi) o Yasno e Kyiv Digital, indispensabili per conoscere gli orari dei razionamenti di elettricità. In questi giorni, gli ucraini affrontano il terzo inverno dall’inizio dell’invasione russa, con tutte le sue conseguenze. Un recente attacco russo, avvenuto proprio durante il periodo natalizio, ha nuovamente danneggiato il sistema energetico del Paese. Tuttavia, la strategia russa di piegare il morale ucraino per costringere il presidente Zelensky alla resa si è rivelata fallimentare. Dal 2022, il sistema energetico ucraino è stato colpito ben duecentosettanta volte, con danni al cinquanta per cento della Rete. Nonostante ciò, durante l’estate del 2024 sono stati effettuati importanti lavori di riparazione per prepararsi a un altro inverno di difficoltà. Gli ucraini continuano a trovare soluzioni creative per affrontare le sfide quotidiane, mantenendo in piedi il fronte e l’economia di un Paese sotto attacco. Daryna, operatrice culturale a Kyjiv e madre single, racconta a Linkiesta che questo terzo inverno appare meno spaventoso rispetto ai primi due. «Se ce l’abbiamo fatta nei primi due inverni, ce la faremo anche adesso», dice con determinazione. Nel suo condominio, gli inquilini hanno organizzato una colletta per acquistare un generatore che garantisca fino a dodici ore di elettricità in caso di blackout prolungati. Quasi tutti nella sua cerchia ristretta possiedono un EcoFlow, una stazione di ricarica portatile. Daryna ha avuto un figlio nel giugno 2022, che compirà tre anni nel 2025. Oltre alle difficoltà quotidiane causate dalla guerra, affronta le sfide tipiche della genitorialità. Gli attacchi notturni hanno sconvolto il ritmo delle giornate, eliminando la linea netta tra giorno e notte, tra ore di lavoro e ore di riposo. Anche Sasha, che vive a Lviv, utilizza un EcoFlow per affrontare i blackout. Si considera fortunata a vivere in un appartamento situato in una zona con delle fasce orari di razionamenti di elettricità diversi rispetto al suo ufficio, il che le permette di gestire il lavoro alternandosi tra casa e lavoro. Tuttavia, racconta con frustrazione di dover a volte svegliarsi nel cuore della notte per fare il bucato o lavarsi e asciugarsi i capelli, sfruttando le poche ore di elettricità disponibili. I piani di Sasha come quelli di Daryna, però, possono saltare da un momento all’altro a causa di un attacco russo, che sconvolge non solo i razionamenti ma l’intera vita cittadina. Maryna, cultural manager e poetessa, vive al ventitreesimo piano di un palazzo a Kyjiv. Anche lei ha un EcoFlow di marchio Bluetti e un accumulatore per alimentare computer, modem e frigorifero. Anche Maryna, come Sasha ha a casa una collezione di luci, lucine e power bank. Quando nel palazzo manca la luce, oltre all’ascensore bloccato, in casa manca anche l’acqua. Oltre ad avere la collezione di luci e lucine, Maryna raccoglie l’acqua nei bottiglioni e bottiglie. La sua piastra è elettrica, quindi ha sempre il cibo pronto in casa o scende giù ventitré rampe di scale per poi risalire (che Maryna considera un ottimo esercizio fisico) per mangiare fuori. Con i vicini stanno valutando l’acquisto di un generatore per alimentare l’ascensore e la pompa dell’acqua, ma non è un processo semplice. Come Daryna, Maryna considera quest’inverno meno duro rispetto ai precedenti, ma sottolinea che un attacco improvviso può sempre stravolgere qualsiasi piano. Anastasiya, proprietaria del bar Angela nel centro di Kyjiv, spiega che la guerra ha reso impossibile pianificare con certezza l’attività del suo locale. Non sa mai quanti clienti potrà accogliere né quanto cibo e bevande ordinare. La guerra corregge i piani di tutti, soprattutto incidendo su come le persone decidono di spendere i loro soldi e di passare il loro tempo libero. Venire in un bar potrebbe trovarsi in fondo alla lista delle necessità e delle possibilità degli ucraini. Il bar di Anastasiya si trova in una zona con infrastrutture solide, quindi nei primi due inverni i razionamenti dell’elettricità non sono stati così evidenti. Grazie alla sua posizione quasi privilegiata, il bar ha offerto posti di lavoro e anche un phon, invitando le ragazze a venire a lavarsi e asciugarsi i capelli. Per il terzo inverno la squadra di “Angela” si è preparata ancora quest’estate, acquistando un EcoFlow che permette di alimentare le vetrine e i frigoriferi per otto ore; con l’uso frequente della macchina del caffè il numero di queste ore diminuisce. Anastasiya sostiene che il suo bar è più una comunità che un semplice locale, e per questo sono attivamente impegnati nell’organizzare eventi e raccogliere fondi per supportare i soldati in prima linea, sentendosi così parte della resistenza ucraina. Anastasiya ha detto di no a un generatore alimentato a benzina, dice che non ne ha bisogno, perché il suo non è un ristorante e non ha una cucina e anche per rispetto dei vicini e della natura. I generatori a benzina emettono un suono fastidioso e inquinano l’aria. Anche Sasha e Daryna parlano di questo nuovo sfondo acustico delle città ucraine, il ronzio fastidioso dei generatori posizionati fuori dagli edifici che accolgono le piccole e grandi attività. L’inquinamento quotidiano, provocato dal semplice uso di una macchina da caffè alimentata a un generatore, è una delle tante conseguenze dell’invasione russa con la quale deve scontrarsi l’Ucraina. Dopo aver raccolto le voci che parlano della nuova realtà ucraina al terzo inverno dell’invasione, chiedo ad Anastasiya qualcosa sulla stanchezza, quella stanchezza della quale parlano così tanto media italiani. Anastasiya mi risponde che anche ai tempi di guerra, con gli attacchi imprevisti russi e con il disaggio della mancanza di elettricità, per lei l’Ucraina rimane il posto migliore nel mondo che lei stessa e la gente intorno a lei continua a creare con le proprie mani. Chi lo fa al fronte e chi lo fa nelle retrovie. «Nei giorni di Natale — dice Anastasiya — anche una ventina colorata aiuta a sollevare il morale. Per questo coloriamo e addobbiamo le nostre vetrine con le lucine alimentate da un EcoFlow, per sentirsi ancora più forti e resilienti».

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