Come sempre accade a Venezia, il viaggio comincia su un ponte. Piccolo, stretto come il piccolo canale che ricopre, ma pronto a farci passare “di là”, in un altrove che questa volta si chiama Palazzo Grimani. La strada, stretta, finisce proprio al portone di questo edificio che cela un cortile meraviglioso e un piano nobile da capogiro. Destinazione raggiunta, almeno sulla carta. Perché in realtà quel piano nobile si rivela presto il porto di partenza per un altro viaggio, dentro la meraviglia. O meglio, in A cabinet of Wonders. A celebration of Art in Nature, The George Loudon Collection, la mostra curata da Thierry Morel per celebrare, appunto, l’arte del collezionare.
Il gabinetto delle meraviglie, spesso identificato con la parola tedesca Wunderkammer, è una specialità di appassionati di arte e collezionisti tra il Sedicesimo e il Diciottesimo secolo, che predisponevano una o più stanze come luoghi d’elezione per oggetti straordinari. Venivano esposti lì, spesso in uno spazio troppo pieno, che ingarbugliava lo sguardo dentro tempi lunghi di assimilazione. Di cose, forme e colori provenienti da mondi lontani, o da artigiani straordinari che assemblavano pietre preziosi ed ebanisteria, magari di dipinti e piccole sculture.
E Thierry Morel celebra la bellezza di piccoli musei personali ad uso del proprio gusto e del proprio concetto di bellezza nel palazzo di un famoso collezionista Veneziano, Giovanni Grimani. La struttura, tornata recentemente al suo splendore grazie a un restauro che lo ha reso un museo di Venezia, ha anche accolto parte della collezione di statue antiche del suo proprietario. Il suo collezionismo rinascimentale è tornato a casa, ma ora dialoga con un collezionista dei nostri giorni, George Loudon, che ha raccolto centinaia di oggetti scientifici, quasi tutti dedicati alla didattica, in giro per il mondo.
La meraviglia in questi casi è garantita da una lavorazione artigianale così accurata da fare della copia qualcosa di scambiabile con la realtà, superandola per bellezza. Ma non solo: la selezione di Morel ha coinvolto anche altre collezioni, che disegnano momenti intermedi tra Grimani e Loudon, in una linea temporale scandita dalla meraviglia. Entrano in gioco allora opere d’arte mai esposte prima di Veronese, Tiziano e Tintoretto, così come prodotti preziosi e arredi ecclesiali.
Si parte lentamente, anche se già la prima sala richiede tempo per osservare tutto quello che ospita. Ma soprattutto c’è un dialogo imperdibile: due ritratti di Giovanni Grimani ai lati opposti della sala: Domenico Tintoretto ritrae il patriarca di Aquileia, all’inizio del Diciassettesimo secolo, mentre Jacopo Robusti, detto “Il Tintoretto”, ne firma uno datato seconda metà del Sedicesimo. Gli artisti sono padre e figlio, ed è come se cogliessero due anime del padrone di casa (collezione Grimani).
Il viaggio nel paese delle meraviglie può avere inizio. Ed è davvero degno di Alice, anche se qui succede tutto al primo piano di un palazzo: scrigni preziosi come quello conservato nella collezione Kugel in pietre dure e cristalli, quadri, oggetti religiosi di collezionisti privati, ma anche della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro o della Scuola Grande di San Rocco e dei musei archeologici veneziani, così come del MAK, Museum für Angewandte Kunst di Vienna, in un allestimento cinematografico curato dallo scenografo Flemming Fallesen che pone l’accento su una domanda: che cosa significa collezionare?
Si passa per la Sala di Psiche, il Camerino di Apollo, il Camerino di Callisto, la Cappella e il suo vestibolo, la sala da pranzo e la sala Neoclassica attraversando momenti più museali e vere e proprie camere magiche, pieni di oggetti scientifici straordinari (come i rari modelli in vetro Blaschka, i campioni botanici di Brendel) della collezione Loudon. Si impara da quegli oggetti pensati per lo studio, e quella verosimiglianza è anche un inno alla natura, alla sua bellezza e un invito all’uomo a considerarsi egli stesso parte del creato. Che è meraviglioso, sorprendente e incredibilmente ricco di diversità proprio come queste stanze, gabinetti, delle meraviglie.