L’impressione sinestetica dei primi giorni del 2025 è che la crisi climatica abbia l’odore acre degli incendi e il colore brillante delle fiamme che stanno devastando la California. E se la sensazione – terribilmente reale per milioni di persone della West Coast – non bastasse, sono arrivati i numeri: il 2024 è il primo anno a superare il limite di 1,5°C stabilito dall’accordo di Parigi sul clima. A confermalo è stata un’analisi di Copernicus, il programma scientifico dell’Unione europea.
Le cose da ricordare del lavoro di Copernicus sono almeno tre: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato da diverse raccolte di dati sulla temperatura globale iniziate nel 1850; il 2024 è stato di 1,6°C più caldo rispetto al livello pre-industriale e di e 0,72°C più caldo rispetto alla media del periodo 1991-2020; gli ultimi dieci anni sono stati i più caldi mai registrati.
Il bollettino di Copernicus ha però precisato che superare per un anno la soglia di 1,5°C non significa violare l’accordo di Parigi. Il limite, come tutti i parametri climatici, si riferisce a una media di misurazioni fatte su almeno due o tre decenni. «Tuttavia – si legge nell’analisi – con l’attuale tasso di riscaldamento, superiore a 0,2°C per decennio, la probabilità di superare l’obiettivo di 1,5°C entro il 2030 è molto probabile».
Dieci anni fa, alla Cop21 di Parigi, i Paesi hanno firmato un’intesa per «mantenere l’aumento della temperatura ben al di sotto dei due gradi rispetto ai livelli preindustriali e cercare di limitarlo a 1,5°C». Il gruppo di scienziati e scienziate dell’Onu ha poi studiato gli impatti del superamento di queste due diverse soglie. Il lavoro, pubblicato nel 2018, ebbe una grande risonanza mediatica: dimostrò che mezzo grado in più significa vivere su un pianeta senza barriere coralline, senza ghiacci artici in estate e con ondate di calore e siccità più intense e in più regioni.
We are likely to regret not acting sooner.https://t.co/KCR8y3eUoe pic.twitter.com/gKd9L082Yg
— Ed Hawkins (@ed_hawkins) January 10, 2025
Molti analisti esperti di politiche e scienze climatiche concordano sul fatto che l’obiettivo di +1,5°C è stato un efficace strumento di comunicazione per trasmettere i pericoli del cambiamento climatico: ha avuto effetti positivi sulle politiche, sugli investimenti e sulla scienza del clima. Senza quel target, il cambiamento climatico sarebbe stato ancora più grave di quanto non lo sia già. «Eravamo su una traiettoria di riscaldamento di quattro gradi. Ora non lo siamo più», ha detto a Bloomberg Samantha Gross, scienziata del Brookings Institution.
«Come quasi tutti i climatologi, non sono per nulla sorpreso che stiamo superando rapidamente il limite di Parigi, ma è stato estremamente motivante. Forse servono davvero obiettivi impossibili», ha dichiarato Gavin Schmidt, scienziato della Nasa.
Nell’ultimo rapporto delle Nazioni unite sulle emissioni di gas serra – documento che l’Onu pubblica annualmente prima delle Conferenze delle parti sul clima (Cop) – si legge che con le policy attuali il riscaldamento raggiungerebbe i +3,1°C entro la fine del secolo e i +2,6°C se i Paesi rispettassero gli attuali impegni di riduzione delle emissioni.
Se ne riparlerà a novembre, in Brasile, in occasione della Cop30, quando i Paesi dovranno presentare nuovi target di riduzione più ambiziosi di quelli proposti finora. Sarà un test per la resilienza dell’obiettivo di +1,5°C. Per le Nazioni più vulnerabili, abbandonare il limite di Parigi non è un’opzione. «Riteniamo necessario sfatare l’idea che l’obiettivo sia ormai irraggiungibile. Con misure adeguate è ancora possibile restare nel limite», ha detto durante l’ultima Cop, Cedric Schuster, ministro delle Samoa e presidente dell’Alleanza dei piccoli Stati insulari (Aosis), Paesi minacciati dall’innalzamento dei mari.
Il timore è che abbandonare il target di 1,5°C potrebbe demotivare il movimento climatico, a meno che non emergerà un nuovo obiettivo di riferimento. Il problema, secondo molti analisti esperti di politiche ambientali, è che nessuno sa quale riferimento adottare. Dovrebbe essere 1,6°C, 1,7°C o anche più alto? Cosa è realistico ma allo stesso tempo ancora motivante? Il nuovo target dovrebbe essere un altro limite di temperatura o qualcos’altro?