L’addio al DisElisabetta Belloni spiega perché lascia il vertice dei servizi segreti

La direttrice dimissionaria del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza lascerà l’incarico il 15 gennaio. A breve è attesa la nomina del suo sostituto. «Io sono un funzionario dello Stato, faccio il mio lavoro e non è obbligatorio piacere a tutti o andare d’accordo con tutti», dice

(foto Mauro Scrobogna / LaPresse)

«Il tritacarne in cui sono finita in questi giorni mi impone di chiarire quanto è successo e soprattutto di sgomberare il campo da illazioni che fanno male non tanto a me quanto al Paese, soprattutto in un momento così delicato». La direttrice del Dis, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, spiega al Corriere perché ha presentato le dimissioni e il 15 gennaio lascerà il vertice dei servizi segreti.

Le date sono importanti. L’11 dicembre l’Italia ha passato il testimone della presidenza del G7 e nello stesso giorno è terminato anche l’incarico di Belloni.

La direttrice dice di aver capito già a inizio dicembre che con il nuovo anno «sarei tornata sulla graticola». Quando il ministro al Pnrr Raffaele Fitto è stato nominato vicepresidente della Commissione europea, le indiscrezioni davano infatti Belloni come sua possibile sostituta. Ma altre voci parlavano invece della contrarietà del ministro degli Esteri Antonio Tajani e del suo cattivo rapporto con il sottosegretario Alfredo Mantovano, titolare della delega ai servizi segreti. Secondo quanto riporta il Corriere, sarebbe stata proprio questa implicita bocciatura a convincerla che per lei «gli ultimi mesi di mandato sarebbero stati un vero e proprio stillicidio», dice Belloni.

«Io sono un funzionario dello Stato, faccio il mio lavoro e non è obbligatorio piacere a tutti o andare d’accordo con tutti. Purché questo non metta in discussione i risultati, come infatti non è avvenuto», spiega Belloni. «Però a maggio scade il mio mandato, quando ho avvertito che già cominciavano a circolare voci sul mio futuro e soprattutto sul mio successore ho ritenuto fosse arrivato il momento di lasciare. E ne ho parlato con i miei interlocutori istituzionali, prima fra tutti la premier Giorgia Meloni e il sottosegretario Mantovano. È con loro che, sin dagli inizi di dicembre, abbiamo tracciato la strada per una transizione tranquilla e senza scossoni».

Belloni ci tiene a chiarire che tutto è avvenuto ai primi di dicembre, prima dell’incarcerazione della giornalista Cecilia Sala in Iran del 19 dicembre. Le trattative sono tuttora in corso e proprio questo alimenta critiche e interrogativi per la scelta di Belloni di voler confermare le dimissioni. «Io sono ancora in carica e non vengo certamente meno ai miei doveri», risponde lei. «Per questo mi fa ancora più male essere dipinta come una che scappa o addirittura che va via lasciandosi macerie alle spalle. Non è così, non potrebbe mai essere così. Non a caso era stata concordata un’uscita nel massimo della trasparenza. Purtroppo è andata diversamente e per questo sento l’obbligo di chiarire come stanno davvero le cose».

La nomina del suo successore è attesa a breve. Al momento il favorito sembra essere il prefetto Vittorio Rizzi.

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