Lily Clark è un’artista e designer con base a Los Angeles, in California, ed è sempre più al centro dell’attenzione per le sue sculture e installazioni che integrano l’acqua come elemento principale. Dopo aver studiato graphic design presso il Maryland Institute College of Art ha successivamente sviluppato un profondo interesse per la dinamica dei fluidi, ispirata da una mostra dell’artista Tauba Auerbach. Le sue opere combinano la scultura con il design e sono realizzate da materiali come pietra, ceramica e metallo per creare fontane scultoree che esplorano l’interazione tra luce, suono e movimento dell’acqua. Clark ha esposto in numerose mostre, tra cui “Objects for a Heavenly Cave” presso Marta Los Angeles nel 2024, “Class of ‘24” alla Triennale Milano in collaborazione con Wallpaper, e “Noon to Midnight” al Walt Disney Concert Hall di Los Angeles.
La pratica artistica di Clark è guidata da una fascinazione per la luce, il suono e la dinamica dei fluidi. Attraverso un’attenta osservazione e sperimentazione, mira a mettere in evidenza questi elementi naturali, creando opere che riflettono la bellezza sublime dell’acqua e la sua interazione con l’ambiente circostante.
Le sue fontane danno vita a ossimori sensoriali e visivi: la pietra scura incontra l’acqua cristallina, mentre paesaggi aridi si animano con l’acqua, sempre misurata e discreta, mai impetuosa. Le sue opere trasmettono un senso di attesa, pervase da una dimensione spirituale che invita all’introspezione. Non a caso il suo lavoro è stato spesso elogiato per la capacità di fondere l’estetica con l’ingegneria, con la contemplazione, creando opere che offrono momenti di quiete mentale all’interno di spazi non solo abitativi. Dopo aver intervistato Basia Irland, maestra dell’arte “fluviale”, abbiamo intervistato Lily Clark per capire come nasca questo mondo fluido in cui l’acqua appare solo il punto di partenza per una riflessione (non solo) spirituale.
Come hai sviluppato la tua ricerca artistica basata sull’acqua?
Il mio interesse per l’acqua è nato circa dieci anni fa, inizialmente spinto dal desiderio di catturare la luce attraverso questo elemento. Sono rimasta affascinata dalla natura mutevole e mercuriale dell’acqua, il che mi ha portato ad approfondire la dinamica dei fluidi. Questa esplorazione mi ha permesso di comprendere più a fondo il comportamento dell’acqua e di sperimentare come interagisce con diversi materiali.
Quali studi ti hanno portato a questo campo?
Ho studiato design grafico e ceramica, ma il mio percorso verso il lavoro con l’acqua è stato diretto. Utilizzavo l’argilla per esplorare rapidamente le proporzioni, il che mi ha aiutato a sviluppare un corpus di opere coerente. Nel tempo, il mio interesse per la geologia e la ceramica si è fuso con la conoscenza dei processi naturali, come l’erosione e la deposizione dell’argilla. Poi tanti tentativi ed errori che hanno avvicinata alla dinamica dei fluidi, un campo che mi ha affascinato e che si è infine armonizzato con le mie ricerche artistiche.
C’è stato un momento o un evento che hanno fatto la differenza in questo percorso?
Un momento cruciale per la mia pratica si è verificato durante una residenza in Giappone rurale, dove sono stata profondamente influenzata dal paesaggio locale, in particolare dalla pietra scistosa blu-verde, dalle dighe e dall’uso di materiali naturali per l’edilizia. Questa esperienza ha ampliato la mia pratica, portandomi a passare dalla ceramica all’incorporazione di più elementi in pietra, ora parte integrante dei miei progetti.
Cosa ti ispira nella creazione delle tue fontane scultoree?
La mia ispirazione nasce da una fusione tra architettura, matematica, dinamica dei fluidi e il mondo naturale. Ogni mia opera legata all’acqua trae ispirazione da ricerche in molteplici discipline: visito spesso paesaggi in cui le infrastrutture idriche, come tubature e dighe, si intersecano con il territorio, offrendo una ricca fonte di ispirazione visiva e concettuale.
Come prende vita un nuovo progetto?
Un nuovo progetto inizia generalmente con discussioni sui materiali e sul luogo. Per le commissioni locali preferisco visitare i siti per comprendere la luce naturale e l’ambiente circostante, adattando il design allo spazio. Quando possibile, utilizzo pietra proveniente dal paesaggio locale per creare un’integrazione armoniosa con l’ambiente.
In che modo il tuo rapporto con l’architettura di Los Angeles influenza la tua arte?
L’infrastruttura idrica di Los Angeles, come il Silver Lake Reservoir, ha avuto una grande influenza su di me, rappresentando il cuore pulsante della città e il simbolo del suo boom storico. Le opere di Rudolf Schindler e Richard Neutra, architetti di Los Angeles, hanno enfatizzato l’integrazione tra spazi interni ed esterni, un concetto che risuona profondamente con il mio desiderio di abbattere i confini nelle mie sculture. I miei progetti riflettono questa integrazione, ispirandosi al linguaggio architettonico delle strutture storiche di LA.
Quali materiali preferisci utilizzare nelle tue sculture e cosa ti attrae di ognuno di essi?
Oltre all’acqua, mi piace lavorare con ceramica, pietra, resina, legno e metallo. Scelgo ogni materiale in base ai fenomeni fluidi che voglio rappresentare. Sono particolarmente attratta dai materiali che invecchiano con grazia, come la pietra e alcuni metalli, i quali, sviluppando una patina nel tempo, rafforzano il legame naturale delle sculture con l’ambiente circostante.
Come riesci a combinare luce, suono e movimento dell’acqua nelle tue opere?
Il comportamento dell’acqua è il fulcro del mio lavoro, con luce e suono che ne amplificano l’impatto sensoriale. L’interazione dinamica tra luce e ombra scolpisce le forme, rendendo il movimento dell’acqua più concreto e visivamente coinvolgente. Ad esempio, nella serie “Dew Point”, ho utilizzato superfici bianche brillanti per enfatizzare la sfericità delle gocce superidrofobiche.
Perché ritieni così significativa questa serie di opere, che spesso citi?
Perché è particolarmente speciale per me. Rappresenta anni di sviluppo concettuale e sperimentazione. Il modo in cui il pubblico reagisce a queste opere con gioia e curiosità è incredibilmente gratificante, rendendo questa serie una delle più rappresentative della mia visione artistica attuale.
Pensi che la funzionalità giochi un ruolo importante nelle tue sculture, come visto nella Loop Fountain?
Funzionalità e durata sono fondamentali nei miei progetti, garantendo che possano adattarsi a diversi ambienti. Tuttavia, mi impegno affinché le sculture restino opere d’arte, più che semplici oggetti funzionali. Il mio obiettivo è creare opere che siano visivamente potenti e resistenti, preservandone l’integrità artistica.
Crei personalmente le tue opere o le progetti per essere realizzate da altri? Come affronti colore e dimensioni nelle tue creazioni?
Creo personalmente la maggior parte delle opere più piccole, mentre per i pezzi più grandi collaboro con fabbricatori. La scelta di colori e dimensioni è determinata dai materiali e dai fenomeni fluidi che voglio evidenziare. La scala, invece, dipende spesso dallo spazio per cui l’opera è progettata, assicurando che ogni pezzo si integri perfettamente nell’ambiente circostante.