Climate-adaptiveI tasselli necessari per un sistema energetico sempre più flessibile

Snam, che ha presentato il suo Piano Strategico 2025-2029, punta a creare un apparato interconnesso, multi-molecola e paneuropeo, ragionando in un’ottica net-zero entro il 2050. Proteggersi dagli shock geopolitici in modo sostenibile è possibile

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Diversificazione, decarbonizzazione, innovazione. Sono queste le tre parole chiave del nuovo Piano Strategico 2025-2029 di Snam, società italiana di infrastrutture energetiche, che mercoledì 22 gennaio ha presentato a palazzo Mezzanotte, in piazza Affari (Milano), i suoi investimenti e target finanziari per un periodo chiave di quella che è a tutti gli effetti una rivoluzione industriale verde. 

Per il 2025-2029, Snam investirà in totale 12,4 miliardi di euro – 13,4 miliardi al lordo dei finanziamenti pubblici – suddivisi in 10,9 miliardi per il potenziamento delle infrastrutture di trasporto, stoccaggio e Gnl (Gas naturale liquefatto), e 1,5 miliardi per la transizione energetica. Il quarantuno per cento degli investimenti netti è allineato alla Tassonomia europea e il cinquantotto per cento agli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni unite. L’investimento da 12,4 miliardi è il più alto nella storia dell’azienda. 

Per Snam è stata anche l’occasione per svelare la sua “vision” al 2034, fondata su asset e investimenti capaci di adattarsi all’evoluzione del mix energetico. In sostanza, significa passare dal gas naturale alle molecole alternative come l’idrogeno e la CO2, ricalcando un modello climate-adaptive capace di garantire flessibilità e prezzi più bassi per i consumatori. Tra gli obiettivi al 2034 di Snam ci sono la costruzione di un’opzione economicamente vantaggiosa per il trasporto di molecole decarbonizzante e un’accelerazione dei progetti di cattura e stoccaggio di anidride carbonica (Ccs).

A proposito di Ccs, il Ceo di Snam Stefano Venier ha sottolineato in conferenza stampa che l’azienda ha presentato ai primi di dicembre un’offerta non vincolante a Eni per il progetto di Ravenna, e che «in questo momento l’indicazione è quella di preparare un’offerta vincolante per fine febbraio, anche se non c’è ancora una data precisa, essendo questa una fase di valutazione delle opportunità».

Snam ha triplicato negli ultimi anni la capacità di rigassificazione e aumentato la flessibilità del suo sistema di stoccaggio: «Il rigassificatore di Piombino – spiega Venier – opera da un anno e mezzo e ha mostrato la sua strategicità in modi leggibili. Il novanta per cento della capacità di Piombino è stato comprato dagli operatori per i prossimi vent’anni. Il secondo motivo è dato dalla diversificazione degli approvvigionamenti: la nave ha ricevuto più di cinquanta carichi arrivati – tra gli altri – dagli Stati Uniti e dal Qatar, ma anche dal Mozambico». Il sistema energetico italiano, continua Venier, «ha bisogno di questa nave, che manterrà quel ruolo strategico che gli era stato attribuito all’inizio. Con le autorità competenti definiremo la soluzione ideale per dare continuità al ruolo che ha avuto fin qui».

I prossimi passi, sempre nell’ottica di un sistema energetico resiliente e flessibile, saranno l’acquisizione degli asset di Edison Stoccaggio (entro il primo trimestre del 2025) e il completamento della Linea Adriatica (entro il 2027), un importante progetto di trasporto del gas che mira ad aumentare di dieci miliardi di metri cubi l’anno la capacità di trasporto del metano lungo la direttrice sud-nord. Il Piano Strategico 2025-2029 di Snam si inserisce in un periodo ricco di sfide a livello geopolitico. Tra le ultime spicca l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha subito revocato il blocco sulle esportazioni di gas naturale liquefatto, consentendo ai mercati internazionali un miglior accesso al combustibile fossile statunitense.

«Gli Stati Uniti rimangono i maggiori esportatori di gas verso l’estero, la vedo come un’opportunità», ricorda Venier. Di fronte a una crescita della domanda a livello globale, prosegue il Ceo di Snam, «è chiaro che bisogna guardare ad altre modalità di approvvigionamento. Con la guerra in Ucraina abbiamo capito che il Gnl è alla base della diversificazione: una nuova pipeline richiede dieci anni per essere costruita, mentre una nave come quella di Piombino risulta operativa nel giro di sei mesi. La pipeline lega due Paesi e il Gnl può essere approvvigionato da diverse parti del mondo. Il mercato europeo, insomma, non è più chiuso su sé stesso, è diventato un mercato che può competere a livello globale. È chiaro che esiste un tema di prossimità: trasportare Gnl costa, quindi l’Europa deve anche guardare a opportunità nell’Africa occidentale e in Medio Oriente, se si consoliderà la tregua tra Israele e Palestina».

Non solo Gnl: come anticipato, il Piano Strategico 2025-2029 di Snam si concentra molto anche sulla transizione energetica, per cui gli investimenti sono aumentati di circa trecento milioni di euro rispetto al piano precedente (da 1,2 miliardi a 1,5 miliardi). Snam stanzierà cinquecento milioni per la cattura e lo stoccaggio di carbonio, in particolare per sviluppare il trasporto di CO2 a livello nazionale e per la già citata infrastruttura di stoccaggio a Ravenna. Trecentottanta milioni di euro andranno invece nel segmento italiano del SoutH2 Corridor, una pipeline dedicata al trasporto di idrogeno che è stata inserita nei Progetti di interesse comune (Pci) dell’Unione europea e nella Global gateways list.

Proseguendo, Snam investirà duecentosettanta milioni per il biometano, in particolare per la riconversione degli impianti e l’espansione della capacità a settantotto megawatt entro il 2027. Sull’efficienza energetica, invece, l’azienda ha in programma di stanziare duecentocinquanta milioni per coinvolgere clienti industriali e pubblica amministrazione.

«La decarbonizzazione è condivisa da tutti: il tema, oggi, è con quale passo e con quali scelte affrontarla», spiega Stefano Venier, secondo cui «ogni Paese deve usare le tecnologie adatte al proprio territorio. In questo senso, la Ccs e le molecole verdi sono opzioni che funzionano meglio in determinati settori. Io credo che Snam, che ha il compito di creare infrastrutture per la sicurezza energetica e la decarbonizzazione, debba creare le condizioni ideali affinché gli investimenti si realizzino. Vogliamo creare infrastrutture col costo minore nel modo migliore, che significa anche riutilizzare – in parte – le infrastrutture che si rendono disponibili per queste molecole. Dobbiamo costruire una compensazione naturale: se decollano le molecole verdi, avremo le infrastrutture; se non decollano, useremo un po’ più di gas».  

L’obiettivo di Snam è arrivare a un cosiddetto “sistema energetico multi-molecola”, anche grazie alle sue società partecipate lungo i principali corridoi energetici europei. In più, nel periodo 2025-2029, l’azienda investirà trecentotrentotto milioni di euro in iniziative di proven innovation e sessantadue milioni in innovazione esplorativa: dalla digitalizzazione avanzata all’intelligenza artificiale, passando alle tecnologie all’avanguardia per lo sviluppo di molecole decarbonizzante. Ogni elemento sarà necessario per raggiungere i target sulla riduzione delle emissioni, già tagliate del sessantadue per cento – per quanto riguarda il metano – rispetto ai livelli del 2015. I prossimi passi? Riduzione del quaranta per cento delle emissioni Scope 1 e 2 entro il 2030; riduzione del trenta per cento delle emissioni Scope 3 entro il 2030; net zero per tutte le emissioni entro il 2050. 

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