Fiamma accesaLa radicalizzazione di Meloni sul caso Almasri è un regalo inaspettato per l’opposizione

La presidente del Consiglio ha scelto la linea dura perché è convinta di avere l’appoggio popolare, ma Pd e M5s hanno trovato un’occasione per coalizzarsi contro di lei e cavalcare una polemica che durerà molto tempo. Aumentare la tensione rischia di portare a una crisi di governo o addirittura a elezioni anticipate, per la gioia di Elly Schlein

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L’inasprimento pazzesco della polemica politica voluto da Giorgia Meloni produce inevitabilmente un irrigidimento delle opposizioni che stanno facendo quadrato contro la presidente del Consiglio. La sfida di queste ore è portarla in Aula per raccontare come sono andate realmente le cose nella torbida vicenda della liberazione di Almasri, «vieni in Parlamento se hai coraggio», intima un Matteo Renzi che da tempo ha qualcosa di personale da regolare con la presidente del Consiglio. 

Partito democratico e Movimento 5 stelle sono andati a braccetto nelle proteste che hanno bloccato il Parlamento proprio perché il governo si era sottratto dal dovere di riferire in Aula; e insomma come sempre accade in questi casi quando si ode a destra uno squillo di tromba a sinistra risponde uno squillo. Aspettiamoci dunque giornate arroventate come forse mai in questa legislatura. 

È un incendio che al momento nessuno vuole spegnere, ed è sorprendente e forse inedita l’assenza dei soliti pompieri, normalmente i gruppi più moderati: basti guardare quanto sia su di giri Antonio Tajani, persino più attivo di Matteo Salvini nel seguire la presidente del Consiglio e i suoi strali. Dall’altra parte le opposizioni non vedevano l’ora di trovare una causa comune contro Meloni, e indubbiamente il pasticcio su Almasri e la successiva crociata della presidente del Consiglio contro la magistratura costituiscono un missile a due stadi di cui il centrosinistra, attorcigliato nei suoi problemi, finora non disponeva. Lo scontro può protrarsi chissà fino a quando. 

L’impressione è che ormai Meloni abbia scelto il frontale contro tutto e contro tutti nella convinzione che il popolo sia con lei – altrimenti non avrebbe commentato con una certa enfasi il sondaggio di Youtrend che vede Fratelli d’Italia oltre il trenta per cento – ed è intenzionata a «non mollare», come ha detto usando un verbo molto evocativo. E questa radicalizzazione, che il Quirinale osserva senza poter fare molto affinché rientri, non dispiace per nulla alla leader del Pd che è naturalmente più nella parte quando la situazione s’infiamma che non nel tran tran molliccio della politica politicante. 

Ma non è solo questo. La cosa veramente importante è che, per come si stanno mettendo le cose, molti ritengono, anche nel Pd, che Meloni alla lunga potrebbe davvero avere in testa l’idea di rovesciare il tavolo chiedendo a Sergio Mattarella di sciogliere le Camere (il che però imporrebbe al Capo dello Stato di rinviarla al Parlamento, dove una maggioranza esiste e perciò ponendola di fronte alla necessità di chieder ai suoi di non votare ha fiducia, come accade tanti anni fa ad Amintore Fanfani contro cui la Dc votò contro). Ma senza arrivare a questo, nessuno può escludere che la legislatura così per due anni non regga. Elly Schlein pertanto potrebbe trovarsi all’inizio di una lunghissima fase pre-elettorale, pronta a guidare il fronte antigovernativo, di fatto rivestendo i panni dell’anti-Meloni, il ruolo che ha fin dall’inizio della scesa in campo ha immaginato per sé. 

Al di là delle regole formali, la leader del Pd sarebbe la naturale candidata presidente del Consiglio tagliando la strada a quanti, qualcuno anche nel suo partito, vagheggiano un altro nome per palazzo Chigi tipo Paolo Gentiloni o Ernesto Maria Ruffini. E con tanti saluti ai pastrocchi di Dario Franceschini – si vede tutto dopo il voto – non a caso subito apprezzati da un enigmatico Giuseppe Conte che non conosce altro modo di fare politica se non ricorrendo a furbizie e trucchetti. Nella tempesta politica gli obiettivi di Giorgia ed Elly convergono: se tutto crolla in tempi non lunghi, la partita è destinata ed essere tra le due donne della politica italiana.

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