From: Luca <[email protected]>
To: christian rocca <[email protected]>
Sent: Mon, 12 Feb 2001 17:44:24 +0100
Subject: No subject
Caro Christian,
visto che a te era piaciuto tanto, forse puoi spiegarmi perché questo Libra di Don DeLillo sia tradotto così bislaccamente. La macchina della verità è detta "Prova del poligrafo" e la canzone Bianco Natal, "Notte silente" (temo sia dall’inglese Silent Night). Vabbè che da quando un tipo del Corriere della Sera scrisse che ai "pink slip parties" (pink slips sono le lettere di licenziamento: nella Silicon Valley – che qualche tuo collega ha definito "Valle del Silicone" – si organizzano delle feste d’addio quando se ne riceve una) si va con le mutande rosa, ogni strafalcione è Disneyland, al confronto, ma la frase "i miei sogni sono in franti", sarebbe più adeguata al libro Cuore. A proposito, tu che sei uomo di mondo e hai fatto il militare a Cuneo, perché si dice "il libro Cuore", e non "il libro Libra"?
From: Christian Rocca <[email protected]>
To: luca sofri <[email protected]>
Sent: Monday, February 12, 2001 6:24 PM
Subject: Re: No subject
Caro Luca,
sai una cosa? non ho letto il libro Cuore. A dieci anni preferivo Tex.
E’ grave? Libra, sì, mi è piaciuto molto, anche se ho capito soltanto dopo duecento pagine perché diavolo De Lillo abbia intitolato così un libro sull’assassinio di Kennedy. Diciamo che ho subito escluso l’ipotesi che JFK fosse stato ucciso a bordo di una Lancia Libra, come quella di Harrison Ford nella pubblicità. Tu ti lamenti della traduzione. Sai cosa è successo a me? La mia copia mancava di venti pagine. Proprio alla fine del libro. Ammetterai che è peggio di "prova del poligrafo". Specie se ti trovi a Formentera (a proposito, ho appena comprato "Islands" dei King Crimson – i papà dei Radiohead – il primo brano, ti ricordi?, è "Formentera Lady"). Comunque non mi sono accorto di queste cose che dici tu, anzi mi pare che quando il libro è uscito i giornali abbiano scritto che la traduzione era stupenda e meravigliosa e ineguagliabile. O forse lo scrivevano a proposito di Underworld? Comunque, chissenefrega della traduzione, guardati su Telepiù JFK di Oliver Stone
From: Luca <[email protected]>
To: christian rocca <[email protected]>
Sent: Mon, 12 Feb 2001 20:41:22 +0100
Subject: Re: Re: No subject
Caro Christian,
sono lieto che tu ti tenga al passo con i tempi: "Islands" dei King Crimson. Se trovi qualcosa di buono di Simon and Garfunkel, fammi sapere, credo che spopoleranno, quest’estate a Formentera (per via di "I am a rock, I am an island"). Quanto ai Radiohead, sarai felice di sapere che sta già per uscire un nuovo cd, anche se a te e a quelli che si sono bevuti quella roba inascoltabile dell’anno scorso non piacerà: l’avevano già messo in cantiere quando la casa discografica temeva un gran flop, e pare che contenga – tu non ci crederai – delle canzoni. Dico sul serio, tipo quelle due che erano finite per sbaglio in Kid A. Per tenerti su ti mando una cover di Wish you were here fatta dagli Sparklehorse e da Thom Yorke dei Radiohead. A un certo punto – a quel certo punto – dice "so you think you can tell, heaven from hell, blue skies from rain". E uno dice, ovvio: blue skies from rain. Solo che i Pink Floyd dicevano: blue skies from pain. Perché non ce ne siamo mai accorti? Cosa accidente c’entravano i blue skies con pain? Credi si sia trattato di un refuso, uno sbaglio che poi è rimasto lì, come il biblico errore della cruna dell’ago (già, che forse non conosci la Bibbia: è un libro piuttosto vecchio dove a un certo punto si vorrebbe che un cammello entri nella cruna di un ago, cosa piuttosto insolita. In effetti ci fu un errore di traduzione, si trattava di una fune, non di un cammello). Dimmi che ne pensi, quando hai finito di ascoltare Cat Stevens.
From: Christian Rocca <[email protected]>
To: luca sofri <[email protected]>
Sent: Monday, February 12, 2001 11:04 PM
Subject: Re: Re: Re: No subject
Caro Luca,
Cat Stevens non l’ho mai ascoltato. Figuriamoci adesso che è un integralista islamico. Io, come dire, sono un po’ integralista con gli integralisti (specie se islamici). Per carità, liberi di predicare, dire, fare e baciare ma almeno che non cantino. Questione gusti musicali: sì, è vero, sono un po’ agé, ma almeno un giorno potrò dire di non aver mai posseduto un disco dei QueenTié.
Su questa cosa dei Radiohead si divide il mondo. Per me Kid A è un capolavoro, mi ricorda i King Crimson, i Pink Floyd, Charles Mingus, il jazz radicale e anche, sì, lo ammetto, quel meraviglioso disco dei Sigur Ros che mi hai regalato. Ti prego, contro Kid A non mi citare la recensione di Nick Hornby sul New Yorker Quello ha scritto Alta fedeltà e lo ringraziamo: ci ha ricordato tutti i nostri tic feticisti (uno per tutti: la passione con cui facevamo le cassette alle ragazze). Ma cristosanto il protagonista (chi era l’attore nel film, John Cusack?) ascoltava musica funky
A proposito di cose su cui si divide il mondo, te ne propongo tre di fondamentali: 1) la pizza si taglia a triangoli o in modo concentrico? 2) sei un "generalista" o un tecnico" 3) Mac o Pc?
From: Luca <[email protected]>
To: christian rocca <[email protected]>
Sent: Tue, 13 Feb 2001 11:11:09 +0100
Subject: Re: Re: Re: Re: No subject
Caro Christian,
rispondo con ordine alle tue acute domande. 1) mi scrivi ancora dall’ospedale psichiatrico o ti hanno lasciato tornare a casa? La sera che vai in pizzeria, ti prego non mi invitare: lo spettacolo potrebbe uccidermi. 2) assolutamente generalista, come tutti quelli ignoranti come capre, con rispetto parlando per le capre. 3) Ieri una ragazza mi ha chiamato dopo avermi dato buca (in genere nemmeno chiamano, dopo) sostenendo che era rimasta "fino a tardi davanti al piccì". Io ho pensato che parlasse della sezione di quartiere, o del comitato elettorale, e le ho spiegato che l’appuntamento era davanti al cinema Plinius. La risposta è Mac, ovviamente, e ti spaccio un motivo tra mille: non ha l’infame cartella Temp.
La mia lettura di Libra prosegue: così ho capito che "in franti" era un modo per tradurre gli errori di ortografia di Oswald, e me ne scuso con il traduttore e l’interessato. E piantatela di accanirvi col povero Cat Stevens, che ha smentito da un pezzo di aver appoggiato la condanna a morte di Salman Rushdie, ma ancora glielo rinfacciate. Già ha un nome che solo lui e Gatto Pancieri, perché infierire?
p.s. dopo il tuo messaggio integralista sui Queen, sono uscito e ho comprato Spirits Having Flown dei Bee Gees, per ritorsione.
From: Christian Rocca <[email protected]>
To: luca sofri <[email protected]>
Sent: Tuesday, February 13, 2001 1:04 PM
Subject: Re: Re: Re: Re: Re: No subject
Caro Luca,
ma a uno normale – uno, per capirci, che taglia la pizza partendo dal bordo in direzione mozzarella – può piacere sia Gwyneth Paltrow che Angelina Jolie? Me lo chiedevo ieri sera mentre probabilmente tu aspettavi davanti al Plinius. Io sono andato a vedere "La tigre e il dragone", ‘sto film che sta facendo impazzire gli americani. Boh. Bello è bello. Ma una volta questi erano considerati b-movie. Almeno così li definivano i critici. Io li chiamavo "film di karatè". Lo sai no? Quindici anni fa i film si dividevano in 1) film western detti anche film di indiani; 2) film di guerra; 3) film gialli; 4) film di ammazzatine; 5) film di spadaccini; 6) film americani in bianco e nero; 7) film di karatè detti anche film di brus lì; 8) film di Dario Argento; 9) film di 007; 10) film di pelo. La Tigre e del dragone è genere 7, in più volano. Sì, volano. Come i super eroi dei fumetti, e come quelli di Matrix. Poi combattono con le spade e a un certo punto c’è una scena che sembra copiata da Ombre Rosse di John Ford. Sullo sfondo, come nei romanzi di Mishima, c’è l’etica del samurai, l’onore del guerriero. Se fanno un sequel prendono Taricone.