Camillo di Christian Rocca"Telese? Where is Telese?", fare un giornale italiano in inglese

Milano. C’è un quotidiano di quattro pagine, elegante e austero, e che si concede il vezzo di raccontare l’Italia in lingua inglese. Italy Daily, supplemento giornaliero dell’International Herald Tribune, è dedicato al nostro paese. Provate a immaginare, solo per un attimo, quanto difficile sia svelare il nostro paese a un non italiano. Ogni santo giorno, sei giorni la settimana. Inciuci, scandali, complotti e manette comprese. Provate a mettervi nei panni dei tre giornalisti di Italy Daily che peraltro italiani non sono neanche loro. Ogni dieci minuti rivolgono sguardi interrogativi verso la loro unica collega italiana. Con frasi che potrebbero suonare così: "Telese? where is Telese?" oppure "D’Alema apre a Cossiga? Ma non aveva detto che aveva un progetto politico inquietante?". Redazione di Italy Daily, periferia nord di Milano. E’ mattina presto, nel palazzone buio della Rizzoli (partner, insieme con l’Herald Tribune, dell’operazione editoriale). Gabriel Kahn, 29 anni, uno stage all’Associated Press a Roma e una scrivania al Roll Call, quotidiano parlamentare di Washington, ha già letto i giornali. E ora viene il bello. Il direttore, quello che secondo la legge italiana è il responsabile, si trova a New York, ma non è lì per un breve periodo. Claudio Gatti, che è anche vicedirettore del Mondo, vive negli Stati Uniti. E’ stato lui, due anni fa, a ideare il progetto che dal 16 giugno scorso si è realizzato nelle quattro pagine quotidiane confezionate nei tre stanzoni di Crescenzago. La sua è una direzione editoriale. C’è il fuso orario di mezzo e non basta il collegamento via computer sempre attivo. Il giornale lo confeziona Kahn, coadiuvato da Christopher Emsden (ex redattore esteri del New York Times), Jackie Cooperman (ex Abc) e Laura Collura (ex Indipendente e Secolo d’Italia).
Gatti è orgoglioso della sua creatura e ne parla come parlerebbe di un figlio che, purtroppo, abita lontano. "E’ un laboratorio strepitoso – dice – un continuo confronto tra due concezioni e due stili diversi di giornalismo". L’Herald Tribune, innanzitutto, quotidiano americano per l’Europa che è già frutto di una collaborazione tra il New York Times e la Washington Post. Poi il Corriere, con tutte le riviste del gruppo. "Con l’ufficio centrale del Corriere abbiamo un rapporto costante – dice Kahn – con loro, più volte al giorno ci confrontiamo per verificare e valutare le notizie". Gatti è orgoglioso anche del rapporto con i singoli giornalisti di via Solferino: "Scrivono per noi e con grande umiltà accettano di confrontarsi con uno stile e un modo di redigere gli articoli che è diverso dal nostro".
Spiegare l’Italia, dunque. Il pubblico è quello dei lettori dell’Herald Tribune. Dieci-undicimila persone prima che arrivassero le quattro pagine "italiane". L’incremento è stato del 20%, con punte più alte a Milano, dice soddisfatto Gatti. E infatti tredicimila copie per un quotidiano in lingua inglese (e che costa 2.800 lire) sono sicuramente un successo. "A breve – dice speranzoso Gabriel Kahn – partirà una campagna di marketing che ci regalerà una maggiore diffusione". Il target, come si dice, è alto, anzi altissimo. L’Herald Tribune è nelle mazzette dei ministri, di parlamentari, di alti funzionari, dei direttori dei giornali e degli influenti rappresentanti della business community (nell’ufficio di Kahn fa bella mostra di sé una foto di Enrico Cuccia con l’Herald tra le mani). Il supplemento sull’Italia è dedicato principalmente alla comunità degli "expatriate" (gli stranieri, non solo americani, residenti in Italia) e ai turisti che si trovano di passaggio in Italia. Così la pagina quattro ospita un elenco di mostre e spettacoli da vedere e musei da visitare. "Italy Daily per loro è un valore aggiunto, ma cerchiamo di non trascurare il lettore italiano", precisa Gatti che ricorda una serie di articoli che hanno fatto notizia anche in Italia.
Dentro la redazione la parola d’ordine è "background", antefatto. Se i giornali italiani ogni giorno ospitano due-tre articoli sul duello dentro Prc o sui rapimenti, Italy Daily ne scrive una sola volta e quando lo fa deve spiegare chi sono i comunisti e perché i sequestri non sono un semplice episodio di "kidnapping" ma un fenomeno sociale. Emsden, il vice di Kahn che legge Fontamara per meglio capire il dibattito sul "patto sociale" e sullo sviluppo del sud, definisce così il giornalismo anglosassone: "Il modello è l’Economist, che è tutto tranne che un giornale non schierato".

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