From: Luca Sofri
To: Christian Rocca
Subject: O Manu Ciao Manu Ciao
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Caro Christian, ora che il paese è libero dalla dittaura delle sinistre, si può dire che Manu Chao ha stufato? Non è che uno può indovinare un bel disco, rimasterizzarlo con i titoli cambiati e il solito "ting!" tutto il tempo, dire che andrà a Genova per il G8, e diventare il portabandiera del disagio giovanile e della ricerca musicale, no? Allora tu cosa dovresti essere? Due anni fa suonava la notte, a sorpresa, in piazza del Duomo, o sui marciapiedi di Milano e lo intervistavi solo se ci facevi amicizia a forza di canne: quest’anno se lo sono mangiato le copertine e le vetrine dei negozi del centro. Più dice che ha fatto un disco intimo e personale e più il marketing lo vende come il ribelle Manu Chao (con quel nome che sembra "Minchia Sabbri", poi). Pare che parli Jim Morrison, che per incidente è morto trent’anni fa. L’incidente non fu stradale, come ricorderai. In memoria, piuttosto che guardare The Doors di Oliver Stone (una palla: sai che ora che siamo liberi dalla dittatura delle sinistre quasi quasi ti dico anche che Oliver Stone è una chiavica, salvo JFK dove si è trovato tutto già fatto?), ho scoperto una versione di Light My Fire cantata soul da Al Green, che è stata una vera sorpresa e ti consiglio. In cambio dimmi la tua sul G8, che ho le idee confuse.
From: Christian Rocca
To: Luca Sofri
Subject: Re: O Manu Ciao Manu Ciao
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Caro Luca, ho la soluzione contro Manu Ciao o come minchiasabbri si chiama: affidarlo alle cure di Tony Soprano. Altro che ting gli fa lui Ma vuoi davvero sapere la mia sul G8? Sul serio? Eccola: il G8 è la riunione più democratica del mondo e qualcuno prima o poi dovrà spiegare ai manifestanti dell’antiglobalizzazione che stanno sbagliando bersaglio. Sempre che sappiano contro cosa protestano. A me il popolo di Seattle sembra come La Pantera raccontata da Gabriele Muccino in "Come te nessuno mai": voglia di far casino, canne e ragazze insomma perfetto e condivisibile se non aggiungessero tutti quei "cioè, perché noi siamo contro le privatizzazioni, no? contro, cioè, questa società che vuole omologare le nostre coscienze". Così come agli studenti non gliene fregava niente della scuola, questi di Seattle non hanno mai assaggiato il lardo d’Arnaud. Invece che tirare sassi contro i capi di governo, dovrebbero farseli amici. Dovrebbero fare proposte, scendere a patti, e capire che quelli del G8 sono i loro rappresentanti, non gli avversari. E poi, comunque, se proprio vuoi battere gli avversari devi fare come Allen Iverson dei Sixers di Philadelphia: lo sai no?, prima di scendere in campo e farsi un solo boccone dei Lakers, negli spogliatoi si fa fuori due Big Mac menu. Large, credo.
P.S. Che ne sai di questo Joe Henry, cognato di Madonna?
From: Luca Sofri
To: Christian Rocca
Subject: Joe Henry
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Caro Christian, un giorno che non so del 1992 me ne andai da Pisa in un posto che si chiama Finale Emilia a vedere un concerto di Joe Henry: il posto si chiamava "dance hall" o qualcosa del genere, e pareva la "sala grande del Palace Hotel" dei Blues Brothers, c’era pure la palla con gli specchietti. Eravamo in cinquantasei, compreso Joe Henry che allora faceva un rocchetto di ballate dylaniane abbastanza di repertorio, ma con canzoni molto belle (per sentirle ero andato fino a Finale Emilia, con la Uno).
Beh, ha fatto un cd nuovo di cui tutti parlano perché c’è una canzone che aveva prestato a sua cognata per il suo ultimo disco. Ma la sua versione è mooolto più bella, e tutto il cd è una favola e molto più raffinato e jazzato, con musicisti di cui tu sei più esperto di me. Ornette Coleman, Brad Mehldau e compagnia. Ti dico il titolo della prima canzone. Ti ricordi di Richard Pryor, quel comico nero famoso da noi per la serie Non guardarmi non ti sento? La canzone si intitola "Richard Pryor si rivolge alla nazione". E non ho ancora visto i Sopranos. Quando lo danno? Vado a farmi un Big Mac.
From: Christian Rocca
To: Luca Sofri
Subject: Van Wick
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Caro Luca, appunti sparsi: 1) ci tengo a precisare che preferisco i Burger King ai McDo. Non dimenticherò mai il mio primo "New-double-cheeseburger-with-bacon-de-luxe". 2) sto per andare a New York a verificare come diavolo si pronuncia il nome della strada, Van Wick expressway si chiama, che congiunge l’aeroporto Kennedy alla città: fan weik o fan waik o fan wik? Pare che sia un caso in città, almeno così scrive il New Yorker. E il bello è che anche gli eredi di Van Vick, che fu il primo sindaco di New York, litigano sulla pronuncia. 3) visto che ci sono, indagherei sui motivi che hanno portato la Nba a cambiare lo slogan del basket da "I love this game" a "It’s all good", che sembra una canzone di quelle facili degli U2. 4) a proposito di chi non ne azzecca mai una: oltre a Oliver Stone un altro è Gore Vidal. Entrambi cercano sempre un Licio Gelli che muove i fili della Storia. E prendono cantonate. In "L’età dell’oro", il suo ultimo libro, racconta la politica americana del Dopoguerra piena di intrighi e complotti. Però è perdonato perché scrive da dio ed è pure nato a West Point. 5) I Soprano li puoi vedere il sabato sera intorno alle undici e mezzo. Un orario da veri criminali. 6) se vieni con me a NY ti porto in un negozio dove so che vendono l’ultimo ritrovato della tecnologia: un vibratore dotato, come ben si dice in questi casi, di lettore Mp3.
From: Luca Sofri
To: Christian Rocca
Subject: Dove volano gli Eagles
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Caro Christian, vengo se mi porti anche nel negozio per cani omosessuali. L’ho letto su Vanity Fair, si chiama Argos. Voglio assolutamente sapere come si riconosce un cane omosessuale. Seconda condizione, voglio vedere Swordfish, un film che pare sia piuttosto stupido ma con un John Travolta eccezionale (e una colonna sonora messa insieme dal re dei dj di questi tempi, Paul Oakenfold). E infine voglio che torniamo in tempo per il primo concerto degli Eagles in Italia. Non erano mai venuti in trent’anni, ma ora che è finita la dittatura delle sinistre è tutta un’altra vita. Sono a Lucca il 14 luglio, e se fanno Hotel California credo che potrei commuovermi. La registrai la prima volta su una TDK di quelle verdi, modello del 1979. Ma la mia canzone preferita degli Eagles è di Tom Waits e si chiama "Ol’ 55": parla di tornarsene a casa all’alba dopo aver passato la notte a casa di una ragazza, e ridendo e scherzando. Tom Waits, altro che Minchia Sabbri.
From: Christian Rocca
To: Luca Sofri
Subject: A part of it
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Caro Luca, vuoi andare a New York e subito tornare a casa? Soffri di saudade come Edmundo? Allora ti consiglio la lettura dell’ultimo Milan Kundera, "L’ignoranza" s’intitola. E’ una specie di saggio travestito da romanzo sull’insostenibile nostalgia di cui soffrono gli esuli dell’ex mondo comunista (tu sei un po’ comunista, no?). Scappati da quei regimi, hanno trovato grande accoglienza in Europa e specie in Francia, ma una volta caduto il Muro e tornati a casa si sono sentiti esuli in patria e non più bene accetti nei paesi d’adozione. Insomma come Stallone in Rambo. A proposito di omosessuali, sai che a New York ha chiuso la storica libreria gay "A different light"? La comunità è in subbuglio: c’è chi è disperato e chi invece sostiene che questo è un segno della fine del ghetto. Quanto ai cani omosessuali, secondo me si riconoscono davanti alla scodella dell’acqua: se bevono con il mignolo della zampa alzata, stai sicuro che sono gay.
P.S. Va bene tutto, ma se andiamo a New York insieme, si va anche nei topless bar