Camillo di Christian RoccaRE: NO SUBJECT di Christian Rocca & Luca Sofri

Caro Christian, la quattordicesima cosa a cui ho pensato, quel maledetto undici settembre, è quel sandwich bar al numero 4 del World Trade Center con i panini formidabili e le poltrone bislacche dove abbiamo mangiato un giorno tre mesi fa: era una catena e aveva un nome strambo che non ci ricordavamo mai. Avevamo riso del macchinoso sistema di ordini, consegna e pagamento dei panini, e anche lì ci era sembrato che gli americani mettessero a ogni impiego il doppio delle persone necessarie. Ho pensato che quella ragazza nera che si impiastricciava le mani nelle focacce avrà senz’altro avuto il tempo di venir via di là prima che le torri si scaraventassero a pezzi sopra quell’edificio più basso. La quindicesima cosa a cui ho pensato è che il Brooks Brothers lì di fronte – quello che hanno adattato a obitorio – è l’unico dei tre in città in cui non abbiamo comprato niente, invece. Anche quei commessi premurosi che ci rincorrevano offrendo aiuto dovrebbero esserla cavata, spero. La sedicesima cosa è stata la libreria Borders a fianco dove abbiamo abbandonato i libri su un bancone perché alle casse c’era troppa fila. Spappolato anche Borders. Poi ho smesso di pensare, perché mi intristivo.

Caro Luca, due mesi dopo september eleven a me viene quasi da ridere a pensare quello che dicevamo della zona delle Torri, il Financial district lo chiamano loro: è la più brutta di New York, dicevamo noi. Eppure proprio lì sotto, a un passo dalle Torri, ti eri chiesto quanto fosse figo abitare al 100 di West Broadway. Ti ho trattenuto a stento, stavi informandoti su quanto veniva al metro quadro. Ora sarà evacuato, quel palazzo con il numero civico tondo tondo. Hanno chiuso per un paio di settimane anche la Knitting Factory dove ascoltammo il concerto di Marc Ribot & i suoi cubani posticci che tu non conoscevi e poi ti meravigliasti del successo che ottennero a Umbria jazz un mese dopo. La Knitting sta a otto isolati da ground zero e la polvere e i detriti devono essere arrivati fin lì. E mi viene di nuovo da ridere a pensare al bar dove comprai due coke: c’era un adesivo giallo, sul muro dietro il bancone. Giuliani jerk, c’era scritto. Giuliani stronzo. Lo consideravano un fascistone per i suoi modi spicci contro la criminalità mentre per me (e molti altri) era il genio che aveva risanato la città. Ora che il sindaco è diventato l’Eroe, chissà se hanno tolto quell’adesivo. Secondo me sì.

Caro Christian, trovato: si chiamava XandoCosì, perché si erano fuse due catene con due nomi scemi per farne una con un nome superscemo. Poi non so perché mi devi sempre far fare la figura del cretino: Marc Ribot mi era piaciuto. Ti segnalo anzi che lui e una ghenga di altri portenti suonano nel nuovo cd di Chocolate Genius, un nero di Brooklyn che fece un disco formidabile un tre anni fa. Quello nuovo si chiama Godmusic e in Italia esce in questi giorni. Pare che la passeggiata di Brooklyn sia ancora tutto un tappeto di ricordi, fiori e omaggi al pezzo di panorama che non c’è più, lì di fronte, e alle persone sparite dalla foto. Mi sono perso il concerto di beneficenza in tv, com’era? Ma oggi vorrei essere là per vedere le finali del baseball, che si giocano in questi giorni. Spero che gli Yankees ce l’abbiano fatta: sono come la Juventus, ma faccio il tifo per loro lo stesso.

Caro Luca, dunque, la situazione concerti aggiornata è la seguente: il primo "Tribute to heroes" è stato fatto subito dopo l’attacco ed è andato in onda a reti unificate su tutti i network. Gli ascolti sono stati altissimi, quasi quanto quelli che faceva Taricone (A proposito di Taricone: ha consigliato al Pentagono di cambiare il nome all’operazione in Afghanistan: via "Enduring Freedom", meglio "After shave", cioè tagliamo ‘sta barba ai talebani, guaglio’). Ottimo è stato Neil Young che ha suonato al pianoforte Imagine, buoni Sting con Fragile e Springsteen e gli U2, poi una meravigliosa cover di Wish you were here dei Pink Floyd fatta da tre chitarristi, due dei Limp Bizkit’s e uno dei Goo Goo Dolls. Hanno raccolto 150 milioni di dollari, ed è in arrivo il disco. Il 2 ottobre c’è stato il concerto per le vittime e per John Lennon. C’era Kevin Spacey che ha cantato "Mind Games" e poi Lou Reed, Alanis Morrissette e altri (disco in arrivo). Il 20 ottobre Paul McCartney ha organizzato "The concert for New York". Con la solita compagnia di giro. Con un disco in arrivo e il nuovo cd di Paul, "Driving rain", già nei negozi.

Caro Christian, ho saputo che anche i Phish faranno uscire dei nuovi cd dal vivo: sei all’anno – tutti doppi – d’ora in poi. Lo so che ti pare una roba da pazzi, ma a) loro sono pazzi, e b) sono una band che ha fatto una quantità di concerti inimmaginabile, con un seguito di fans fedelissimi. Una grande jam session band, o una sorta di Grateful Dead contemporanei. Adesso si sono temporaneamente sospesi, ma sono dei musicisti straordinari e hanno fatto show di ogni tipo: per quello di fine millennio delle Everglades in Florida suonarono otto ore di fronte a 75 mila persone. Dal vivo fanno di tutto, e covers di chiunque: a volte suonano dal vivo tutto un disco di altri. Hanno fatto versioni live di Dark Side of the Moon, Quadrophenia e Remain in Light dei Talking Heads da far paura. E quanto alla paura, non so se sei tra quelli che leggono Stephen King o tra quelli che non leggono Stephen King, ma ti segnalo che è appena uscito un suo nuovo libro, che è il seguito del vecchio Il Talismano. E che è in America è nei cinema il film tratto da "Cuori in Atlantide", con Anthony Hopkins. Ultima cosa, vedo con piacere che almeno oggi mi hai risparmiato Oriana Fallaci, il tuo ultimo guru.

Caro Luca, sai qual è la cosa che mi fa incavolare? Che ci scassano le palle con un sacco di storie: c’è troppa globalizzazione, gli americani ci hanno egemonizzato, la nostra bella cultura europea sta andando a farsi fottere, Hollywood e gli hot dog ci stanno facendo perdere la trebisonda, i reality show lì e la Coca Cola qui e McDonald’s eccetera. Dicono queste cose. Che magari sono anche vere. Eppure, in Italia non si riescono a vedere le tv americane. Ti pare possibile? Non c’è uno straccio di satellite, di pay-per-view, di pay qualsiasi cifra purché qualcuno ti trasmetta un tg di New York. Sì, c’è la Cnn, ma è Cnn International con gli spot sugli alberghi di Dubai e le previsioni del tempo dell’Africa subsahariana. Quella americana è un’altra cosa. Anche perché c’è Paula Zahn, una con la faccia alla Meg Ryan. Scusami la rabbia & l’orgoglio fallaciano: a proposito, quando esce in libreria l’ennesimo capolavoro di Oriana? Ti segnalo due cose: un disco di Charles Lloyd, sassofonista jazz, con Brad Mehldau (Hyperion with Higgins) e la figuraccia dei nostri amici di Starbucks: hanno presentato il conto di 130 dollari di acqua minerale ai rescue workers di ground zero. Poi si sono scusati, però.