Camillo di Christian RoccaRE: NO SUBJECT di Christian Rocca & Luca Sofri

Caro Christian, ho rivisto parecchie volte questo video: le fiamme che si mangiano l’edificio, il fumo che sale, le persone sotto che guardano più stupefatte che spaventate, e poi il crollo. Non erano le twin towers: bruciava la sinagoga di Buhl, in Germania, sessant’anni prima. Il video è proiettato nel museo ebraico di Berlino, inaugurato tre mesi fa. È una costruzione formidabile e difficile da descrivere, niente che si sia mai visto per un museo, pieno di trovate simboliche e geniali. L’architetto si chiama Daniel Libeskind. Comunque, quella volta là, a quelli che bruciarono la sinagoga di Buhl gli fecero la guerra. Nei bombardamenti morirono un sacco di persone, per esempio a Dresda, come racconta Kurt Vonnegut in "Mattatoio 5". Poi a Berlino in questi giorni va fortissimo "Il signore degli anelli", come in tutto il mondo: io non l’ho mai letto perché dopo poche pagine mi confondevo con i nomi. Si dice ancora che fosse un libro da fascisti, ma non gliene frega niente a nessuno, come per Lucio Battisti. A proposito, sei sicuro che Pasquale Panella abbia scritto una buona canzone per Mino Reitano a Sanremo?

Caro Luca, prima cosa: vieni a casa mia a vedere il festival, i pretzel portarli tu. Per il resto sono d’accordo, a tutti quelli bruciano le sinagoghe di Buhl e i pentagoni di Bush va sempre fatta sempre la guerra, ma vallo a spiegare a Loredana Berté. In realtà non so cosa pensa la Bertè della guerra al terrorismo, magari non è una signora ma una falca tostissima, per un paio d’anni però ha dedicato la sua musica al Che, tanto che io la chiamavo Berténotti. Vabbé, te la lascio stare. E poi anche a me piaceva, specie per Bjorn Borg. Scommetto che tu eri per quel fighetta di John McEnroe (conosco già la tua risposta: "McEnroe? Io sono per il Mac e basta"). Ah, visto che ci siamo: io stavo con Barazzutti, e se scopro che ti piaceva quel montato di Panatta non ti faccio vedere le vecchie scarpe Diadora rosse di Tonino Zugarelli che conservo in casa come una reliquia. Volevi sapere di Panella e Reitano? Se Mino non si impappina con i giochi di parole di Pasquale credo proprio che ce la faranno ad arrivare ultimi. So che preferisci i crooner, ma per me al primo posto ci sarà sempre quell’urlatrice di Oriana Fallaci.

Caro Christian,
ragazzino: io passai la prima notte in bianco della mia vita per vedere alla tele la finale di Davis in Cile, quella dove ce ne fregammo che lì stessero massacrando la gente e gli facemmo un sacco di bella pubblicità pur di portarci a casa la coppa. La tele era un CGE in bianco e nero senza telecomando e con sette tasti per i canali. A me Borg non piaceva in effetti, malgrado abbia un debole per i paesi scandinavi. Lassù sono bravi. Le migliori di questi tempi sono il ministro norvegese cinquantenne che ha sposato il suo fidanzato (pensa da noi), e il cd dei Koop, due di Uppsala (con l’accento sulla U) convinti di essere in un cocktail bar di Hollywood negli anni Sessanta. Ti lascio che devo correre al cinema: pare che sia l’unico al mondo a non avere ancora visto Harry Potter.

Caro Luca, Harry Potter non mi interessa, però sono amico di Giampiero Mughini che con quegli occhiali blu è uguale. I nordici, invece, mi piacciono e in quest’ordine: la principessina di Norvegia, il sassofonista Jan Garbarek, sua figlia Anja e il jazz che fanno lì, la carne di cervo con le bacche dell’Artico, una lappone che ho visto una volta a Kuopio – Finlandia, Ingemar Stenmark, i Sigur Ros e Michael Laudrup cioè il più forte giocatore in allenamento. Poi c’è questo libro: "Rekjaivik 101", lo ha scritto un islandese Helgason Hallgrimur che non fa altro che andare in giro per i pub della città. La scrittura è formidabile, tipo i minimalisti americani e un po’ anche come il tuo amico Dave Eggers. Ogni volta che scrive di una ragazza che incontra, aggiunge tra parentesi una cifra. Ed è la cifra che sarebbe disposto a spendere per portarsela a letto. A un certo punto c’è anche una giornalista italiana (250.000 corone): è Oriana Fallaci, no?

Caro Christian, non amo la gente che strilla. Resta sugli scandinavi, che è meglio per tutti. Con l’eccezione di Stenmark, che qualche snobbetto pretende migliore di Alberto Tomba: ci passa come tra Platini e Maradona. I primi sono degli elegantoni, i secondi sono i più grandi campioni della storia. Che passassero col rosso e si sniffassero anche i gessetti, chissenefrega. Comunque, non sono riuscito a vedere Harry Potter neanche stavolta: c’era la fila un’ora prima ancora adesso. "Vanilla Sky" non so se mi è piaciuto, ma ha una colonna sonora formidabile: non fosse che mi vergogno ad avere in casa un cd con Tom Cruise in copertina.

Caro Luca, ecco l’elenco dei miei dischi imbarazzanti: Zerolandia, di Renato Zero, nonostante "dài su sbattiamoci/tanto per conoscerci/di più"; Walking up di Topper Headon, ex batterista dei Clash; l’ultimo di Elisa (lo so: a scatola chiusa ti avevo detto che mi sarebbe piaciuto); Spirits having flown dei Bee Gees con tre macchie indelebili di nutella sul vinile; Don’t go breaking my heart di Elton John e Kiki Dee; e questo inutile Is this it degli Strokes. A proposito di cose imbarazzanti, una è la deriva di Telepiù. Trasmette pochissimi film decenti e s’è specializzata in serie televisive scarsine, documentari e spettacolini di cabaret. L’altra sera volevo vedere un film e in prima serata mi hanno servito un documentario dal titolo Latina/Littoria, storia di una città di provincia tra passato e futuro. Ho spento, ho messo sul lettore il disco di una ragazza bella e brava che si chiama Susanne Abbuehl e mi sono riletto La Rabbia e l’Orgoglio di Oriana.

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