Camillo di Christian RoccaCATHERINE TASCA

La donna che non vuole stringere la mano a Silvio Berlusconi si chiama Catherine Tasca, con l’accento sulla seconda "a" nonostante il padre italiano. E’ il ministro francese della Cultura, e si augura che il Cavaliere non vada a Parigi ad inaugurare il XXII Salon du Livre (dal 22 al 27 marzo), quest’anno dedicato all’editoria italiana. <Sono molto preoccupata per la sua politica>, ha detto madame Tasca, subito sconfessata dal presidente degli editori di Francia, Serge Eyrolles.
La polemica ha restituito qualche visibilità a Catherine, di recente criticata per la sua gestione del ministero. Ma un’altra gaffe le ha complicato la strada verso le elezioni del 9 giugno. E’ successo che il suo vice, Michel Duffour, sia andato da Fidel Castro alla Fiera del libro di Cuba. Il viaggio non è passato inosservato. Sul Figaro, che è un quotidiano conservatore, sono apparsi articoli velenosissimi. E anche il Wall Street Journal ha dedicato al ministro un editoriale cattivello. Questo è il senso: ma come, boicotta il capo di governo italiano ed è pappa e ciccia con un dittatore comunista?
Non bastassero le critiche degli avversari, Tasca ha incassato le bacchettate di Libération, una via di mezzo tra La Repubblica e il Manifesto: <A Cuba l’editoria è controllata e i migliori autori subiscono la repressione>. Per di più il Nouvel Observateur, uno dei più feroci con Berlusconi, le ha contestato un altro viaggio, questa volta in Cina. A fine gennaio, Tasca è andata a Pechino per presentare un’iniziativa di scambi culturali. L’episodio ha spinto il Noveul Obs a scrivere che è poco credibile un ministro che detesta Berlusconi per il conflitto d’interessi e poi va a braccetto con i leader di un regime illiberale che possiede ogni cosa e viola i diritti umani.
Tasca dovrà ricominciare daccapo per riacquistare la fiducia del suo partito. L’impresa non è semplice perché i socialisti ora puntano più sull’ala modernista, quella di Laurent Fabius e Dominique Strauss Kahn, cosicché, anche in caso di successo elettorale, il posto dell’iper statalista Catherine è a rischio. Certo non le basterà la sua autobiografia. "Un choix de vie", "Una scelta di vita", racconta la carriera di una donna di sinistra, un po’ Savonarola un po’ Giovanna d’Arco, che ama la cultura e lotta contro le ingiustizie sociali. Ma nonostante il battage pubblicitario, i giornali francesi faticano a considerarla poco più che un’opera elettorale.
Non c’è traccia, per esempio, di un argomento che ha tenuto banco per settimane. La Corte dei Conti ha criticato la mancanza di autonomia del Louvre, nonostante fosse stata promessa da una legge del 1993. Il direttore del Louvre, Henri Loyrette, ha spiegato come sia "impossibile guidare il Museo sotto la tutela ministeriale". E’ la solita discussione tra chi vuole aprire al mercato e chi vuole mantenere il ruolo dello Stato, questione resa più complicata in un paese dove sono molti i pretendenti al ruolo di guardiano della Cultura nazionale.
Tasca ha accusato il direttore di "mancanza di disciplina" e contro di lei si è schierato anche Pierre Rosenberg, che per 39 anni ha diretto il Louvre. Il malumore dei direttori dei musei è montato, e Le Monde ha strigliato il ministro con un’inchiesta sulla cattiva gestione del patrimonio artistico.
A madame la ministre resta solo la carta Berlusconi, che peraltro adopera dal 1989 quando da sottosegretario alle Comunicazioni condusse una battaglia spietata contro le tv commerciali e in particolare contro la tv del Cavaliere, la Cinq. I dirigenti delle tv la chiamavano "khmer rossa", accusandola di "genocidio televisivo" per una legge che limitava gli spot e favoriva le produzioni francesi.
Se Berlusconi dovesse andare al Salone del libro – ma non ci andrà – la battagliera Catherine eviterà di stringergli la mano. Del resto Palmiro Togliatti fece altrettanto con uno dei fondatori del Partito comunista italiano, un uomo che si era opposto a Stalin e aveva partecipato al regime collaborazionista di Philippe Petain. Era Angelo Tasca, senza accento sulla "a", ma papà di Catherine.

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