Ora posso dire a quello scemo che mi ha consigliato il disco degli Strokes, che non mi serve più. Non mi serve più lui, lo scemo. Che il disco non servisse a niente l’ho capito da me, purtroppo non in tempo per evitare l’acquisto. A me piacciono i Radiohead, cristo. Che me ne faccio di questi ragazzini alla moda? Ma adesso posso fare a meno dei suoi consigli da espertone: ora c’è Amazon. Cioè, c’era anche prima. Ma ora offre un servizio personalizzato che non è niente male. Su Amazon.com e scelgo un disco che mi piace, Kid A dei Radiohead. Gli do il mio voto da 1 a 5 (5, ovvio) e all’istante mi suggeriscono altri dischi che a loro giudizio potrebbero interessarmi.
Alcuni me li dà il cervellone di Amazon, altri una casa discografica che evidentemente paga per la pubblicità. Ci azzeccano. E più vado avanti, più le dritte si fanno precise. Mi hanno proposto Agaetis Brytjium dei Sigur Ros, e davvero non ho capito come diavolo facessero a sapere che per me è il più bel disco degli ultimi anni, insieme con quello degli Sparklehorse. Poi mi hanno scritto: "Ehi, Christian comprati: It’s a wonderful world degli Sparklehorse, ti piacerà". Questi ci sanno fare. Ho cercato il disco degli Strokes e gli ho affibbiato un 1. Così il mio nuovo amico Amazon sa anche che non dovrà mai consigliarmi i dischi fighetti.
1 Marzo 2002