Caro Christian, delle volte c’è del genio anche nella violenza. Questi di Phonebashing.com, o sono grandi o andrebbero arrestati. Si travestono da telefonini mettendosi addosso degli accrocchi di gomma, e ridicoli così vanno in giro per strada: e quando incontrano qualcuno con un cellulare in mano – un qualcuno che rimane impietrito dalla meraviglia e un po’ divertito a vederseli davanti – glielo portano via di mano allegramente e lo distruggono sbattendolo per terra. Il tutto è ripreso da un complice e queste comiche performances sono visibili sul loro sito. Sono moralmente contrario, ma sto ancora ridendo. Garantito che se qualche giornale italiano ne parlasse titolerebbe "Piange il telefono", che quelli son gente fantasiosa. Anche se ho letto due ottimi articoli di Michele Serra e Natalia Aspesi che affossavano finalmente il gusto del trash e le sue sopravvalutazioni. Vorrei solo sapere che fine ha fatto Renato Cestié, con rispetto parlando.
Caro Luca, mi spiace ma io sono nonviolento, tutto attaccato, che è diverso da non violento scritto staccato. Il nonviolentotuttoattaccato se lo attaccano risponde e non perde tempo ad attaccar bottone con comizietti pacifisti. E infatti Gandhi era interventista contro Hitler, mica cantava rap da Bruno Vespa.
Bush non è per niente nonviolento (né attaccato né staccato) ma visto che l’11 settembre è stato attaccato mica da ridere, è il mio leader spirituale. Specie dopo che un giornalista del New York Times ha raccontato in un libro che Bush non ha mai sentito nominare Leonardo DiCaprio. E sai qual è il suo attore preferito? Chuck Norris. Diglielo tu a Michele Serra, ché io mi vorrei occupare di rivalutare il grande Maurizio Merli e la sua Alfa Romeo Giulia. Bianca.
Caro Christian, come fai a scrivere con la camicia di forza? Sei bravo, tu. Tra poco avrai compagnia, comunque, i geni incompresi si moltiplicano. Steve Rubinstein ha illustrato sul San Francisco Chronicle il suo sistema "per cambiare il mondo". "Basterebbe che ogni volta che qualcuno riceve la telefonata di un questuante, un venditore, un seccatore, rispondesse ‘Aspetti un attimo, per favore’. E poi appoggiasse la cornetta sul tavolo e tornasse a farsi i fatti suoi". Secondo Rubinstein nel tempo in cui il questuante resta lì ad aspettare, evita di seccare qualcun altro. E spiega anche tutta una matematica a sostegno della sua idea rivoluzionaria. "Cinque piccole parole. Ricordate, i grandi movimenti nascono piccoli". Se non ti mandano lui a farti compagnia, ti spedisco il cd nuovo dei Giant Sand, che ha una cover stupenda di "Out on the weekend" di Neil Young. Ho visto in ritardo "I vestiti nuovi dell’imperatore": a un certo punto Napoleone dice "Confido in sole due cose: il mio valore e l’amore del mio popolo". Mi ha ricordato te. Riguardati, e non litigare con gli infermieri.
Caro Luca, a fine mese ci sono gli Oscar, e a quanto sembra Nanni Moretti non ce l’ha fatta. Eppure In the Bedroom, che pare la traduzione di La stanza del figlio, ha ricevuto un paio di nominations. E’ la storia di una famiglia che affronta il dolore causato dalla perdita di un figlio. E’ un po’ più complicata di così, la sceneggiatura c’è, e infatti gli americani ci hanno fatto un film (si è capita la battuta?). Comunque per me oggi esiste soltanto Nicole Kidman, di tutto il resto non mi frega niente: da mesi mi rivedo continuamente i primi 32 minuti di Eyes Wide Shut, e non esiste niente di più erotico di quei 32 minuti (salvo quella punizione di Platini contro la Rometta). Ora c’è questo suo film, Birthday Girl, dove Nicole è bruna, mai così bella. Tu, Michele Serra e i dottori democratici sono certo che preferiate Penèlope Cruz perché è bruna, per la cultura europea, il fascino latino, le bocce e tutte quelle cose lì. Che ti devo dire?: "Ve la meritate Natalia Estrada, ve la meritate".
Caro Christian, "le bocce"? Ma come parli? Non vi passano delle riviste, lì dove sei? Ho visto Birthday Girl e se non mi sono addormentato è solo perché avevo dormito il pomeriggio a vedere Il signore degli anelli. Tutto il tempo a vedere dei cattivi mascherati che rincorrevano un nanerottolo. Cacciatori di Frodo. Questo mese almeno escono due ottimi romanzi di cui avevamo parlato l’anno scorso, Choke di Chuck Palahniuk e The Corrections di Jonathan Franzen. Ultimamente i traduttori sono molto bravi: eccezionale Massimo Bocchiola che ha dovuto reinventarsi lo scozzese incomprensibile dei personaggi di Welsh, l’autore di Trainspotting, di cui ora è uscito Colla. Mi piace molto quando all’inizio Duncan va felice a comprare il nuovo singolo di Elvis, The wonder of you. Ad agosto sarà il venticinquennale della morte del Re, che è più un fenomeno culturale che un campione musicale, ma di sicuro ha cantato grandi canzoni che qui da noi non si fila nessuno. Gli americani impazziscono. Dovrebbe esserci una via di mezzo. Una Terra di mezzo. Cielo che noia, se ripenso a Frodo mi viene sonno. Sarà la primavera, che fretta c’era.
Caro Luca, non so: sto leggendo l’ultimo libro di uno dei miei autori preferiti, Ian McEwan. "Espiazione", ed è di una noia mortale, così ho dato la colpa alla traduzione. Racconta di una bambina-scrittrice e davvero non se ne può più di tutti questi ragazzini al cinema e sui libri. Meno male che esce "Lo scrittore fantasma" di Philip Roth, cioè il più grande scrittore vivente. Sono strane queste case editrici italiane: pubblicano adesso un libro di Roth del 1979 e non traducono dell’anno scorso, The dying animal". Forse perché il protagonista, l’animale morente del titolo, è un vecchiaccio o è la-globalizzazione-bellezza? Io sto con Lester Thurow, economista di sinistra che al Forum dei potenti di New York, dove c’era anche Bono degli U2, ha spiegato che l’equazione America=globalizzazione è una stronzata, perché solo una delle 5 major discografiche è americana, mentre la loro più grande casa editrice è di proprietà tedesca. E poi: i giocattoli più di moda sono i Pokemon, lo sport globale è il calcio, i sushi bar sono più numerosi del McDonald’s, due grandi studios di Hollywood sono francesi e giapponesi, e le dive del momento sono straniere cioè la Kidman e la Cruz. Che ti devo dire: Io non sono un autarchico.