Camillo di Christian RoccaBALLE NEWYORCHESI DELL'UNITA'

New York. L’Unità, il quotidiano diretto da Furio Colombo, ieri ha pubblicato un articolo dal titolo "Conflitto di interesse, Bloomberg sotto inchiesta – Una commissione governativa indaga sul sindaco magnate dell’editoria". La notizia non compare su nessun giornale newyorchese, né sul New York Times che in campagna elettorale fu fiero avversario del candidato miliardario, né sul New York Post, né sul Daily News. Ieri sono usciti anche i settimanali cittadini e cioè il New York Observer, il Village Voice e il New York Free Press, e sull’argomento non c’era una riga che fosse una. Nessun cenno neanche dagli schermi di NY1, la tv via cavo dedicata alla città che proprio ieri ha mandato in onda un reportage sui primi cento giorni del sindaco.
Non si parla affatto di inchieste, e per la verità se un’inchiesta davvero esistesse nessuno lo saprebbe, come tempo fa spiegò chiaramente al Foglio la portavoce del New York City Conflicts of Interest Board, che non è un ufficio governativo come scrive L’Unità, ma un organo comunale, fondato nel 1988 dalle ceneri del Board of Ethics e composto da 5 membri nominati dallo stesso sindaco dopo approvazione del Consiglio Comunale. Le inchieste, prevede il capitolo 68 dello Statuto cittadino, sono sempre segrete e diventano pubbliche solo se il Board accerta che violazione c’è stata. Non è mai successo nella storia del Board che fosse trapelata una notizia del genere. Le inchieste tra l’altro possono essere aperte anche su richiesta di chi teme di incorrere nel conflitto, e questo fu il caso di Bloomberg quando chiese se poteva far lavorare gratuitamente la figlia nella sua amministrazione (il Board indagò e disse di sì). Così il sindaco potrebbe chiedere un parere al Board quando dovrà decidere su questioni che riguardano i suoi soci Merryl Linch e i suoi clienti della Goldman Sachs.
L’articolo dell’Unità dice che al Board non sarebbero bastate le dimissioni di Bloomberg da presidente, ma non scrive che il sindaco da gennaio non guida più la Bloomberg LP. Un po’ di confusione anche sulla decisione di non rendere noti i dettagli della dichiarazione di redditi. Non c’è nessuna violazione di legge e tantomeno polemiche, ma l’interruzione di una consuetudine instaurata dal sindaco Ed Koch, il quale ha chiuso la discussione dicendo che "gli elettori lo sapevano, e l’hanno accettato".

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