Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 13 settembre 2002

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 12 settembre, era
fenomenale. Non tanto per i due editoriali (tradotti dal New
York Times), l’uno affidato a George Bush e l’altro a Susan Sontag.
No, fenomenale è il reportage di Carlo Bonini a bordo
del "volo maledetto un anno dopo". La cosa va spiegata
per bene. L’idea di prendere quel volo, proprio quell’aereo che
l’anno scorso Mohammed Atta fece schiantare sulla prima Torre,
è venuta anche al Corriere, a Matteo Persivale. Questi,
correttamente, si è imbarcato sull’ex volo American Airlines
11, oggi diventato per ragioni scaramantiche 181, con un 8 tra
il primo e il secondo 1. L’aereo è partito dall’aeroporto
Logan di Boston ed è arrivato direttamente a Los Angeles.
Bonini ha preso un altro aereo, ed è sceso a Chicago.
La compagnia aerea è la stessa, ma il codice diverso:
1475. Dopo uno scalo a Chicago, il volo di Bonini va effettivamente
in California, ma non a Los Angeles. Arriva nei pressi, a Orange
County. Comunque per Bonini non è stato facilissimo prendere
l’aereo sbagliato. Scrive, infatti: "La hostess al banco
accettazione del Logan Airport di Boston stropiccia perplessa
tra le mani quel passaporto italiano che non la convince poi
tanto e un biglietto elettronico emesso a Roma il 30 agosto per
una sola andata su quella stessa maledetta tratta, alla stessa
maledetta ora, a bordo dello stesso aereo. Le sue dita sottili
digitano rapide sul terminale. La tessera stampa la tranquillizza".
Il reportage a bordo dell’aereo sbagliato è lungo una
pagina intera (la sette) ed è ben costruito con una serie
di flashback narrativi che riportano a quel fatidico giorno.
Poi c’è il finale. Questo: "La voce del comandante
ha il calore di una carezza. Di cui non conosci volto o espressione,
sigillate come sono da una porta corazzata che oggi non si aprirà".
E poi: "La sua è una preghiera laica, un misericordioso
gesto di quotidiana umanità: E’ il comandante che vi parla.
Il segnale di cinture allacciate continua ad essere acceso".

Articolo di Bush a parte, l’impostazione buonista di Rep. è
palese, oltre che legittima. Ma come avevamo notato l’altro ieri,
Rep. è l’unico giornale a propagandare una tesi iper repressiva,
di una violenza tale al cui confronto i falchi del Pentagono
sembrano pronti per la marcia di Assisi. E’ la via algerina allo
"sradicamento del terrore". Mercoledì su Rep.
c’era un intervento del presidente algerino, Abdelaziz Bouteflika.
Ieri un "retroscena" scritto da Magdi Allam riporta
le dure critiche algerine all’Occidente, accusato di essere troppo
debole con gli integralisti. "Debole", non imperialista
o guerrafondaio, "debole". Il titolo è: "L’Algeria
vuol guidare il fronte anti-terrorismo". Rep. ospita un
bel reportage da Baghdad tratto dalla Washington Post, e deve
essere stato un duro colpo tradurre dall’inglese quando il Corriere
già da un paio di giorni dispone di un proprio inviato
in città.
La pagina dei commenti ospita una smentita di Roberto Calderoli.
Dice di non aver mai detto "Buttiglione ha le corna",
come aveva scritto Antonello Caporale (Cap.). E’ la seconda volta
in meno di una settimana che Cap. viene smentito. Lui, ovvio,
smentisce la smentita. Al giornale dove per la prima volta è
comparsa la frase sulle corna, e cioè al Gazzettino, "non
è giunta smentita".
Poi c’è Concita De Gregorio, che ormai Rep. invia solo
al Nuovo Sacher o, come ieri, al cinema Adriano. L’articolo è
una cronaca del volantinaggio pro girotondo fatto da Nanni Moretti.
E’ bello, come sempre: "Moretti ha la fronte imperlata di
sudore e non sarà la giacca a quadri a fargli caldo, è
sera e fa fresco, devono essere piuttosto lo sforzo di disinvoltura
e l’imbarazzo, invece". Insomma un entusiasmante bagno di
folla. Alla fine erano tutti felici, come dimostra una fotografia
di Nanni e Concita pubblicata dall’inserto romano del Corriere.

A pagina 12 c’è un titolo non degno di un grande giornale
come Rep: "La Consulta deciderà il 22 ottobre ma
i berluscones dicono: è inutile". Rep. cita due volte
il Foglio a proposito della lettera sull’Iraq di Silvio Berlusconi
e del documento sulla Rai di Luigi Zanda, che invece il Corriere
ha bucato (davvero grazie, ndr).
Misterioso il titolo di pagina 13: "Ciampi, invito a resistere:
Unità fra i popoli liberi". Resistere? Nell’articolo
non c’è invito a resistere. Negli "spettacoli",
lo scoop. Si parla di Mike Bongiorno: "Silvio Berlusconi,
secondo voci di corridoio, vuole nominarlo a fine mandato senatore
a vita per meriti di comunicazione". Bella idea ma, secondo
voci costituzionali, i senatori a vita li sceglie il Capo dello
Stato. Sarà per questo che "Ciampi invita a resistere"?
(continua)

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