Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 6 settembre 2002

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 5 settembre, ospitava
un articolo di Massimo Giannini, titolato pigramente dagli uomini
del desk di Rep: "L’autunno caldo del capo dello Stato".
Giannini racconta "il delicato faccia a faccia" tra
Carlo Azeglio Ciampi e Silvio Berlusconi sui temi della giustizia
e sulla legge Cirami. Il racconto è dettagliato, arricchito
da una serie di virgolettati. Ciampi avrebbe detto: "Così
com’è questo provvedimento è incostituzionale".
Berlusconi avrebbe risposto: "Modifichiamo pure quella norma,
ma la sostanza deve rimanere". Giannini non dice al lettore
("che non può essere trattatto così",
diceva ieri l’altro Michele Santoro) qual è la sua fonte.
Ha parlato con Ciampi? con il suo portavoce? con Berlusconi?
C’era anche lui? Chi gliele ha dette queste cose? Non si sa,
non lo dice, e lascia intendere che lì, nello Studio della
Vetrata, c’era anche lui. E’ una grave violazione delle regole
di correttezza giornalistica. (Nota tecnica per gli uomini del
desk di Rep.: l’apostrofo in formato "capolettera"
comparso a pagina 3 picchiava sulla parola successiva. Capita.
Anche a noi che abbiamo solo quattro pagine).
Nonostante i tempi, sono solo tre le pagine sulla giustizia.
Un retroscena spiega che i magistrati non parteciperanno ai girotondi
"per non confondere la partecipazione personale con il ruolo
istituzionale". Ma siamo in Italia, e a tutto si trova rimedio.
Carlo Fucci, segretario dell’Associazione nazionale magistrati,
al girotondo ci andrà, ma seduto "in un bar, per
evitare di farmi vedere". C’è anche un’intervista
a Francesco Cossiga, inferiore però a quella di Aldo Cazzullo
sulla Stampa. Gran colpo con Bill Clinton, e la traduzione di
un articolo tratto dalla rivista di un pensatoio liberal che
un paio di mesi fa convocò i leader della sinistra mondiale,
tranne i diessini.
Poi c’è Concita. Tre giorni fa la De Gregorio aveva preso
un buco, cioè non aveva scritto la notizia dei primi dissapori
all’interno dei girotondisti. Ha rimediato, e li ha presi bellamente
in giro, tranne Nanni Moretti, definito felicemente "l’attaccatutto
più potente". Ottimo, finalmente. Rimane l’amarezza
per l’incomprensibile inizio articolo: "Come la tisi in
un altro secolo, è la discordia, in questo, la malattia
incurabile del centrosinistra. Mina corpi giovani, persino neonati
in apparenza vitali. Azzoppa, incupisce. I centomovimenti, per
esempio".
Questo degli incipit ad effetto è un problema serio (mai
quanto lo scottante caso Sebastiano Messina, ieri al terzo giorno
consecutivo di riciclo della stessa notizia di un mese fa). Si
nota, tra gli inviati di Rep., una certa propensione ad aprire
l’articolo con le previsioni del tempo. Guido Rampoldi, per esempio,
rovina un altrimenti ottimo reportage dai Paesi Baschi con un
attacco così concepito: "Dopo tre giorni di rovesci
il cielo s’è aperto e i baschi sono tornati sulla spiaggia
atlantica, indifferenti agli eventi in corso ai due orli della
baia". Marco Mensurati, invece, comincia così il
suo articolo su Unabomber: "Come terzini dopo l’ennesimo
gol subito, adesso gli inquirenti litigano tra loro". Similitudine
sbagliata, tra l’altro: i terzini coprono le due fasce opposte,
non litigano tra di loro, semmai con lo stopper. Su Unabomber
però si è fatto un passo avanti. Un grafico (confuso
stavolta) elenca i delitti commessi, ma nessuno spiega perché
il sospettato si chiama Unabomber. Ottimo l’articolo di Giovanni
Maria Bellu su "L’uomo con il vaccino anti-Aids". Strepitoso
l’attacco: "NUORO. Gavino X, lo chiameremo così,
sardo, ottantenne".
Nessuna notizia di Piero Colaprico (ma forse è al festival
letterario di Mantova), in compenso è tornato Carlo Bonini,
inviato a Langley, Virginia, a indagare sulla "squadra speciale
Osama". L’attacco è così così: "Il
‘negozio’, come lo chiamano, è oltre il margine del bosco
che annuncia il fiume Potomac, nella contea di McLean, lì
dove l’ala occidentale del quartier generale si apre allo sguardo".
Il grafico di pagina 11 su "il mondo visto dopo le torri
gemelle" è titolato male: "Cresce la voglia
di soluzioni diplomatiche". L’articolo dice il contrario:
"Il 75% degli europei e il 92% degli americani si dichiara
favorevole all’impiego delle truppe per distruggere i covi dei
terroristi".
Infine, per evidente conflitto di interessi, questa rubrica si
astiene dal commentare l’articolo di Stefano Passigli sul conflitto
di interessi. Passigli non è Giovanni Sartori (né
il divino Stefano Mannoni). (continua)

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