La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 6 settembre, si apre
con l’attentato al presidente afghano Hamid Karzai, ma la notizia
principale per il recensore di Rep. è un’altra: il marchio
"Poltrone e Sofà" è presente quarantaquattro
(44) volte, occupando ogni singolo spazio pubblicitario del giornale
(un po’ come il nostro Foppa Pedretti di oggi, 5 spazi). Pare
sia "sbocciata la nuova collezione autunno-inverno".
Gli uomini di Rep., ieri avranno passato la giornata sperando
che i tipi di Poltrone e Sofà non avessero letto l’articolo
di pagina 26 a firma Elena Dusi. Un occhiello annunciava: "Secondo
una ricerca europea, i nostri anziani fanno di più l’amore
e odiano sport e diete". L’articolo è del genere
giornalistico "marchetta": "Si alza al mattino
e accende una sigaretta. Protesta per la pensione troppo bassa
e ricorda la notte di fuoco appena trascorsa con la partner,
mentre di uscire per una passeggiata in bicicletta non se ne
parla nemmeno. E’ l’over 55 italiano, pigro ma non spento, pronto
a lamentarsi per la mancanza di soldi ma anche a entusiasmarsi
per una cena con i fiocchi e ad accendersi di desiderio tra le
coltri". E chi lo dice? Chi ha fatto questa ricerca tra
le coltri d’Europa? "Un’indagine – scrive Elena Dusi – condotta
dalla casa farmaceutica Pfizer (produttrice del Viagra)".
La pagina è completata da un articoletto così titolato:
"Berlusconi ‘il preferito’ dalle miss, polemiche a sinistra".
Dal testo si apprende che c’è stata una "pronta reazione
della Margherita". La giornata politica era fiacca, e Rep.
ne risente. C’è un’intervista per niente faziosa nei confronti
di Silvio Berlusconi, ed è un merito storico di Rep.,
i cui intervistatori sono da sempre ben disposti nei confronti
del Cav. Altra cosa sono gli editorialisti. Giovanni Valentini
(Val.) ha scritto un editoriale contro la nuova legge sul riordino
del sistema televisivo nel quale non spiega niente ma accusa
il Cav. di ogni abominio (parla anche del conflitto di interessi
di Bloomberg, sul quale ci asteniamo, anche se è evidente
che Val. non ha letto sul Corriere il divino Stefano Mannoni).
Un articolo dice che "Anche Rognoni porta al Quirinale la
grande preoccupazione del Csm". Anche? L’articolo non spiega
chi altri ha espresso "la grande preoccupazione". Un
articolo di Concita De Gregorio sui "ragazzi del mondo-Sacher",
è incomprensibilmente rubricato "Il Caso" (qual
è, di grazia?), mentre un iperciglioso Michele Serra,
per criticare gli eccessi "indegni" del matrimonio
Aznar-Agag, si appella allo "stile democratico, specie a
ridosso dei giorni di Johannesburg". Il tutto, "a ridosso"
della paginata dedicata al matrimonio indegno.
Rep. ieri ospitava un bel po’ di articoli di chiara militanza
"antiamericana". Jean Daniel, intellò superbo,
ha scritto un mini saggio per "Le idee", rubrica che
fa di Rep. uno dei migliori giornali d’Italia. L’idea in questione
però è così così, e questo nonostante
la lunga e distesa esposizione: "Resta da dire che l’incarnazione
islamica e terrorista della balena bianca non va magnificata,
neppure nell’ordine del simbolico". Neppure. Del resto:
"Fare del crollo delle due torri la fine di Sodoma e Gomorra
vuol dire dimenticare che gli agenti islamici non sono solo reattivi,
ma possiedono un dinamismo positivo". Complimenti, anche
a Paolo Garimberti che per commentare l’attentato in Afghanistan
si impantana in prima pagina in un pigro "Torna l’incubo
di un nuovo Vietnam" (per lo stesso motivo, a pagina 3,
"torna l’incubo di Osama". Ma non si parlano, tra pagina
1 e pagina 3?). La numero 4 è un capolavoro di disinformatia.
C’è un’intervista a Gerhard Schroeder tratta dal New York
Times (NYT) titolata con un frase attribuita al Cancelliere tedesco:
"Attacco? Non se ne parla. Il vero problema è l’America".
In realtà il vero problema è che quella frase Schroeder
non l’ha detta, né nella versione italiana né nell’originale
del NYT.
Anche le pagine sull’11 settembre hanno sapore antiamericano.
Il "Diario da Manhattan" di Alexander Stille, che un
anno fa era davvero bello, ora sprizza antipatriottismo. Al contrario,
"Il Diario dall’Islam" di Magdi Allam è fin
troppo patriottico, ma dalla parte dell’Islam. In generale le
pagine non sono un granché, nonostante la buona idea di
far raccontare ai Grandi del mondo "quel giorno". Rep.
cercherà di recuperare domenica con un inserto speciale
affidato a "11 scrittori per l’11 settembre", due americani
e molti antiamericani.
Nessuno ha ancora spiegato perché Unabomber si chiama
così. Risolto il caso di Sebastiano Messina, niente rubrica
e niente riciclo di notizie. Infine un bidone che l’Espresso
ha tirato ai cugini. Un boxino di Rep. annuncia un’intervista
esclusiva del settimanale a Peter Gabriel, ma l’intervista è
comparsa giorni fa su Max. A martedì.
7 Settembre 2002